Parte il Kumbh Mela, attesi 10 milioni di pellegrini indù in due mesi
Mumbai (AsiaNews) – È partito questa mattina a Nashik (Maharashtra) il Kumbh Mela, uno dei più grandi pellegrinaggi della religione indù. Devendra Fadnavis, chief minister dello Stato, ha presenziato alle celebrazioni d’apertura a Nashik, mentre il ministro degli Interni Rajnath Singh ha inaugurato i riti a Trimbakeshwar. Entrambe le località si trovano sulle sponde del fiume sacro Godavari. Da oggi fino al 25 settembre, quando si concluderà il raduno, è previsto l’arrivo di circa 10 milioni di pellegrini.
Il Kumbh Mela è un pellegrinaggio indù che avviene ogni tre anni a rotazione in quattro località diverse: Allahabad (Prayag), Haridwar, Ujjain e Nashik. Ogni 12 anni, al termine di un ciclo completo, ad Allahabad ha luogo il Maha Kumbh Mela (il “grande” Kumbh Mela) che, attirando decine di milioni di persone, è considerato il più grande raduno di massa al mondo.
Ciascun pellegrinaggio dura un mese e mezzo e il momento più importante è l’abluzione rituale nel fiume sacro: il Sangam ad Allahabad, il Gange ad Haridwar, lo Shipra a Ujjain e il Godavari a Nashik. All’ultimo Maha Kumbh Mela, avvenuto nel 2013, più di 100 milioni di pellegrini vi hanno partecipato.
Data l’alta affluenza a questi eventi, le autorità hanno aumentato le misure di sicurezza. In particolare, l’obiettivo è di evitare incidenti legati al gran numero di persone, che in passato – più volte – ha causato decine di morti.
Contattato da AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), dichiara: “Simili mega eventi religiosi sono i benvenuti nell’India secolare. Tuttavia, le credenziali laiche vengono distorte a seconda di chi organizza tali raduni. Per questo Kumbh Mela il governo ha investito migliaia di rupie per installare 700 telecamere a circuito chiuso, e predisposto tutto per l’accoglienza dei pellegrini, anche stranieri”.
“Al contrario – nota – molto spesso in occasione di raduni cristiani, gli organizzatori ricevono sanzioni amministrative, e i visti per i partecipanti stranieri vengono negati per timore di ‘proselitismo’. In aggiunta, simili mega festival indù possono essere l’occasione per diffondere molta retorica anticristiana, con attacchi al vetriolo all’apostolato dei missionari cristiani. La politicizzazione della religione e l’intolleranza all’interno delle comunità sono spesso conseguenze di questi raduni”. (NC)
26/02/2019 12:55
15/01/2019 12:14