Parlare dell’Asia, parlare di Cristo: AsiaNews.it ha 5 anni
Roma (AsiaNews) - “Parlate di noi, perché il mondo non ci dimentichi!”: è quanto ci ha scritto un cristiano dell’India, dall’Orissa, la zona che in questi ultimi mesi è stata teatro di una persecuzione sistematica e crudele verso tanti nostri fratelli e sorelle di fede. La loro “colpa” è di aver trovato nel cristianesimo la strada per affermare la loro dignità e le basi del loro sviluppo sociale ed economico.
La stessa cosa ce la dicono alcuni cattolici della Cina: “Grazie perché denunciate le violenze del regime contro la Chiesa e non vi piegate all’andazzo generale, che cerca di accarezzare la Cina per qualche vantaggio economico”.
Ma l’elenco potrebbe essere lungo: vi sono musulmani convertiti, che rischiano di essere uccisi nei Paesi della sharia, che comunicano con noi per esprimere la loro gioia di aver incontrato l’amore di Gesù Cristo e la loro paura di essere soppressi quale scandalo della comunità musulmana; monaci buddisti, birmani e tibetani che si sentono “compresi” nei loro desideri e rivendicazioni e che ci ringraziano perché seguiamo con costanza i loro drammi.
Il sito internet AsiaNews.it, questo piccolo strumento che fa comunicare l’Asia e il mondo, l’Oriente e l’Occidente, compie 5 anni il 3 dicembre, festa di san Francesco Saverio, il patrono delle missioni.
Cinque anni fa non immaginavamo uno sviluppo come quello che stiamo avendo. Dalle poche migliaia di visitatori al mese, nel 2003, siamo passati ormai a decine di migliaia di visitatori ogni giorno, per un volume di pagine viste pari a 2-3 milioni ogni mese. Se poi si considera che le notizie di AsiaNews vengono riprese da agenzie, televisioni, giornali, siti internet di tutto il mondo, si può dire che la nostra agenzia è davvero divenuta un luogo di dialogo dell’Asia con il mondo.
Il problema della globalizzazione attuale è che riceviamo ogni giorno valanghe di notizie che non ci permettono di condividere e partecipare le sofferenze dell’Orissa, dei lager cinesi, della repressione in Tibet, dell’abbandono del Myanmar, della paura dei cristiani di fronte al mondo musulmano fondamentalista. Ciò che rende AsiaNews uno strumento speciale è la condivisione e l’attenzione all’uomo dell’Asia e soprattutto al destino dei cristiani in questo continente.
Non nascondiamo la nostra identità cristiana. Anzi è proprio essa che ci aiuta ad avere più simpatia e accoglienza verso i cammini delle popolazioni asiatiche. Grazie a questa compassione siamo in grado di andare oltre gli stereotipi economicisti, che guardano l’Asia solo come un mercato, o come una pedina per l’interesse politico, per percepire la miseria dei lavoratori, le difficoltà delle famiglie, il grido di tanti dissidenti, la disperazione e la speranza che si mescola nel cuore dei giovani. Siamo anche contro gli stereotipi catastrofisti, che vedono l’Asia e la sua gente solo come un disastro umano e sociale, da tenere a debita distanza. Le nostre speranze sull’Asia poggiano sul fatto che oltre i fondamentalismi in Asia è viva la ricerca di un’esperienza religiosa, in cui Dio abbia il suo posto affianco e prima di tutte le preoccupazioni della giornata. L’altro pilastro di speranza ci viene dalla vivacità delle comunità cristiane dell’Asia, sempre in crescita, capaci di coraggio fino al martirio, che offrono una testimonianza che sa coniugare l’amore di Dio e del prossimo, la dignità dell’uomo e il benessere della nazione, l’amore alla propria cultura e l’apertura la mondo.
Cari amici, iniziando un nuovo anno di attività e di testimonianza, partecipate a questo nostro compito, sosteneteci con il vostro aiuto.
Nota: Foto tratta da una serie eseguita durante un volo spaziale cinese.
01/11/2005
13/05/2021 10:24
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