Papua occidentale, dichiarazione d'indipendenza spacca il movimento di liberazione
Benny Wenda si è dichiarato presidente provvisorio del “nuovo” Stato. L’annuncio è stato fatto dalla Gran Bretagna. Per altri leader separatisti, egli è solo una pedina dei capitalisti europei, statunitensi e australiani. Autorità indonesiane: Situazione sotto controllo.
Jakarta (AsiaNews) – Il fronte indipendentista papuano si è spaccato dopo che Benny Wenda, leader del Movimento unito per la liberazione di Papua occidentale (Ulmwp), ha dichiarato l’indipendenza della provincia indonesiana.
Wenda ha fatto l’annuncio dalla Gran Bretagna – dove è riparato da tempo – il primo dicembre, aggiungendo di essere stato nominato presidente ad interim dell’amministrazione provvisoria di Papua. Egli ha affermato che il “nuovo” Stato non rispetterà più la Costituzione e le leggi indonesiane, e che si doterà di una carta costituzionale e norme proprie.
Sin dal suo passaggio dalla sovranità olandese a quella indonesiana nel 1962, Papua occidentale è stata attraversata da forti tensioni indipendentiste, con la popolazione locale che si è sempre sentita discriminata dal governo di Jakarta.
I leader del Tentara Pembebasan Nasional Papua Barat - Organisasi Papua Merdeka (Tpnpb-Opm), organizzazione ombrello che raggruppa diverse formazioni armate separatiste, hanno respinto la dichiarazione di Wenda. Soprattutto essi contestano la sua pretesa di essere riconosciuto come presidente provvisorio.
In un comunicato rilasciato il 2 dicembre, il portavoce della Tpnpb-Opm Sebby Sambon critica la mossa di Wenda, accusato di distruggere l’unità del popolo papuano nel pieno della lotta contro il governo di Jakarta. Sambon liquida il capo dell’Ulmwp come una pedina dei capitalisti europei, statunitensi e australiani, sottolineando che il suo operato è contrario ai principi rivoluzionari della nazione papuana.
La pronuncia di indipendenza di Wenda non sembra preoccupare però le autorità centrali. Il portavoce del comando dell’esercito a Papua, colonnello Czi Ign Suriastawa, sostiene che la situazione nella provincia è tranquilla e sotto controllo. Egli fa notare che spetta alla polizia perseguire Wenda, dato che le sue parole configurano il reato di “makar” (tradimento, ribellione e sovversione).