Papa: “la questione del clima è una questione di giustizia; e anche di solidarietà”, “è in gioco la dignità di ognuno”
Città del Vaticano (AsiaNews) – “La questione del clima è una questione di giustizia; e anche di solidarietà”, “è in gioco la dignità di ognuno, come popoli, come comunità, come donne e uomini”. Per questo papa Francesco chiede che “ai tavoli in cui si cerca il modo per risolvere l’unica e complessa crisi socio-ambientale possano far udire la propria voce i più poveri, tra i Paesi e tra gli esseri umani”.
L’invito a dare anche ai poveri la possibilità di essere parte delle decisioni sul clima e l’ambiente è stato rivolto dal Papa nel discorso che ha rivolto ai partecipanti al Meeting Internazionale su “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici”, promosso dalla “Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile” con il patrocinio del Pontificio consiglio della giustizia e della pace e del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari.
“Il clima – ha osservato Francesco - è un bene comune, oggi gravemente minacciato: lo indicano fenomeni come i cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e l’aumento degli eventi meteorologici estremi”. “Non possiamo dimenticare – ha aggiunto - le gravi implicazioni sociali dei cambiamenti climatici: sono i più poveri a patirne con maggiore durezza le conseguenze! Per questo – come giustamente evidenzia il titolo di questo Meeting – la questione del clima è una questione di giustizia; e anche di solidarietà, che dalla giustizia non va mai separata. È in gioco la dignità di ognuno, come popoli, come comunità, come donne e uomini”.
“La scienza e la tecnologia mettono nelle nostre mani un potere senza precedenti: è nostro dovere, verso l’umanità intera e in particolare verso i più poveri e le generazioni future, utilizzarlo per il bene comune. Riuscirà la nostra generazione a «essere ricordata per aver assunto con generosità le proprie gravi responsabilità»? (Enc. Laudato si’, 165). Pur tra le molte contraddizioni del nostro tempo, abbiamo ragioni sufficienti per alimentare la speranza di riuscire a farlo. E da questa speranza dobbiamo lasciarci guidare”.
“Ognuno – ha detto ancora - è chiamato a rispondere personalmente, nella misura che gli compete in base al ruolo che occupa nella famiglia, nel mondo del lavoro, dell’economia e della ricerca, nella società civile e nelle istituzioni. Non sfoderando improbabili ricette: nessuno le ha! Piuttosto offrendo quanto ha capito al dialogo e accettando che il proprio apporto sia messo in discussione: a tutti è richiesto un contributo in vista di un risultato che non può essere che frutto di un lavoro comune”. Un dialogo al quale partecipino, come accade per questo incontro, “la religione e la politica, l’attività economica e la ricerca scientifica in molteplici settori, le organizzazioni internazionali e quelle impegnate nella lotta alla povertà”.
“Per portare frutto, questo dialogo ha bisogno di essere ispirato da una visione tanto trasparente quanto ampia, e di procedere secondo un approccio integrale, ma soprattutto partecipativo, includendo tutte le parti in causa, anche quelle che più facilmente restano ai margini dei processi istituzionali. Rivolgo a tutti un pressante invito a compiere ogni sforzo perché ai tavoli in cui si cerca il modo per risolvere l’unica e complessa crisi socio-ambientale possano far udire la propria voce i più poveri, tra i Paesi e tra gli esseri umani: è anche questo un dovere di giustizia ambientale. Di fronte all’emergenza dei cambiamenti climatici e con lo sguardo rivolto ai cruciali appuntamenti che nei prossimi mesi li affronteranno – l’approvazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile da parte delle Nazioni Unite alla fine di questo mese e soprattutto la COP 21 di Parigi a inizio dicembre –, mi sento di proporre che questo dialogo diventi un’autentica alleanza per arrivare ad accordi ambientali globali realmente significativi ed efficaci”.
“In questo percorso – ha concluso il Papa - potete contare sul sostegno mio personale e di tutta la Chiesa, a partire da quello, indispensabile, della preghiera. Fin da ora offro al Signore il nostro comune sforzo, chiedendogli di benedirlo perché l’umanità sappia finalmente dare ascolto al grido della terra, nostra madre e sorella, e dei più poveri tra coloro che la abitano, e prendersene cura. In questo modo la creazione si avvicinerà sempre di più alla casa comune che l’unico Padre ha immaginato come dono per la famiglia universale delle sue creature”.
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