Papa: un ‘decalogo’ per rappresentare degnamente il Romano pontefice
Francesco ha consegnato ai nunzi pontifici una serie di norme di comportamento. Egli è uomo di Dio e della Chiesa, attento ai poveri e alla situazione del Paese nel quale è inviato, obbediente, dedito alla preghiera, rifugge dalla maldicenza, non critica il papa e non usa capi “firmati”, che sono una contro-testimonianza.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il nunzio pontificio è uomo di Dio e della Chiesa, attento ai poveri e alla situazione del Paese nel quale è inviato, obbediente, dedito alla preghiera, rifugge dalla maldicenza, non critica il papa e non usa capi “firmati”, che sono una contro-testimonianza. Sono alcuni dei “comandamenti” che il Papa ha indirizzato ai 103 rappresentanti pontifici (nella foto) che partecipano alla terza riunione voluta da Francesco e che si svolge in Vaticano dal 12 al 15 giugno.
Francesco che ha consegnato ai nunzi il discorso preparato, l’ha definito “una specie di ‘decalogo’ che, in realtà, è indirizzato attraverso di voi anche ai vostri Collaboratori e, anzi, a tutti i vescovi, i sacerdoti e i consacrati che voi incontrate in ogni parte del mondo”.
Il nunzio, allora, è innanzi tutto “uomo di Dio”, il che vuol dire “seguire Dio in tutto e per tutto; ubbidire ai suoi comandamenti con gioia; vivere per le cose di Dio e non per quelle del mondo; dedicargli liberamente tutte le proprie risorse accettando con animo generoso le sofferenze che sopraggiungono in conseguenza della fede in Lui”.
Il nunzio, poi, non rappresenta se stesso, ma la Chiesa. Per questo “è brutto vedere un Nunzio che cerca il lusso, gli indumenti e gli oggetti ‘firmati’ in mezzo a gente priva del necessario. È una contro-testimonianza”.
Egli, inoltre, “è uomo di zelo apostolico”, in quanto “annunciatore della Buona Novella”. Ed è “uomo di riconciliazione”. “È parte importante del lavoro di ogni Nunzio essere uomo di mediazione, di comunione, di dialogo e di riconciliazione”. “Essendo uomo di comunicazione, «l’attività del Rappresentante Pontificio reca innanzitutto un prezioso servizio ai Vescovi, ai Sacerdoti, ai Religiosi e a tutti i cattolici del luogo, i quali trovano in lui sostegno e tutela, in quanto egli rappresenta un’Autorità Superiore, che è a vantaggio di tutti. La sua missione non si sovrappone all’esercizio dei poteri dei Vescovi, né lo sostituisce o intralcia, ma lo rispetta e, anzi, lo favorisce e lo sostiene col fraterno e discreto consiglio»”.
Il nunzio rappresenta il papa. “Essendo inviato del Papa e della Chiesa, il Nunzio dev’essere predisposto per i rapporti umani, avere una naturale inclinazione per le relazioni interpersonali, cioè essere vicino ai fedeli, ai sacerdoti, ai Vescovi locali, e anche agli altri diplomatici e ai governanti”. La sua missione è naturalmente “inconciliabile” con il criticare il Papa, “avere dei blog o addirittura unirsi a gruppi ostili” a Lui e alla Chiesa.
Egli è inoltre “uomo di iniziativa”, che è “una persona positivamente curiosa, piena di dinamismo e di intraprendenza; una persona creativa e dotata di coraggio, che non si lascia vincere dal panico in situazioni non prevedibili, ma sa, con serenità, intuito e fantasia tentare di capovolgerle e gestirle positivamente”.
Il rappresentante pontificio è anche “uomo di obbedienza”. “Un Nunzio che non vive la virtù dell’obbedienza – anche quando risulta difficile e contrario alla propria visione personale – è come un viaggiatore che perde la bussola, rischiando così di fallire l’obiettivo”.
Il nunzio è “uomo di preghiera”. In proposito, Francesco ricorda “le parole insuperabili con cui San Giovanni Battista Montini, da Sostituto della Segreteria di Stato, descriveva la figura del Rappresentante Pontificio: «È quella di uno che ha veramente la coscienza di portare Cristo con sé» (25 aprile 1951), come il bene prezioso da comunicare, da annunciare, da rappresentare”.
Egli è “uomo di carità operosa”. “Il Nunzio avendo il compito di interpretare «la sollecitudine del Romano Pontefice per il bene del Paese in cui esercita la sua missione; in particolare deve interessarsi con zelo dei problemi della pace, del progresso e della collaborazione dei popoli, in vista del bene spirituale, morale e materiale dell’intera famiglia umana»”.
Ed è, infine, “uomo di umiltà”. (FP)
21/06/2013
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