Papa: sull'islam sono stato frainteso, ora divenga occasione di dialogo
Città del Vaticano (AsiaNews) "Ha potuto prestarsi ad essere fraintesa" la citazione fatta da Benedetto XVI nella "lezione" all'università di Regensburg (Ratisbona). "Per il lettore attento, però, risulta chiaro che non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall'imperatore medievale". Quel discorso, invece, affrontando il tema "fede e ragione", sosteneva che "non religione e violenza, ma religione e ragione vanno insieme" e voleva "invitare al dialogo della fede cristiana con il mondo moderno e con tutte le religioni", come dovrebbe essere apparso "con chiarezza", guardando il complesso degli interventi durante il viaggio in Germania. Un applauso caloroso e molto lungo delle 40mila persone presenti all'udienza generale ha accompagnato oggi la frase con la quale il Papa è tornato a parlare del viaggio in Germania ed in particolare del discorso che ha pronunciato a Regensburg.
E' stato un esame approfondito, come aveva preannunciato domenica scorsa prima della recita dell'Angelus, nel quale Benedetto XVI ha però ribadito la sostanza di quanto aveva già affermato: che il tutto è avvenuto in un ateneo, e quindi con il linguaggio di una lezione universitaria nel testo del discorso c'è anche l'avviso che il Papa ci aggiungerà le note; che la frase contestata era una citazione che si riferiva a Maometto "in modo per noi incomprensibile e brusco" e serviva a "introdurre nella drammaticità e attualità dell'argomento"; che "non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall'imperatore"; che il Papa ha "rispetto profondo per le religioni e in particolare per i musulmani, che "adorano l'unico Dio" e con i quali collaboriamo per difendere diritti, pace, libertà".
Benedetto XVI ha aggiunto la speranza che "dopo le reazioni del primo momento", le sue parole possano "costituire una spinta ad un dialogo positivo, anche autocritico, sia tra le religioni come tra la ragione moderna e la fede dei cristiani".
"Un'esperienza particolarmente bella ha raccontato Benedetto XVI, ripercorrendo le tappe del viaggio in Germania - è stata per me in quel giorno tenere una prolusione davanti a un grande uditorio di professori e di studenti nell'Università di Regensburg, dove per molti anni ho insegnato come professore. Con gioia ho potuto incontrare ancora una volta il mondo universitario che, durante un lungo periodo della mia vita, è stato la mia patria spirituale. Come tema ha proseguito - avevo scelto la questione del rapporto tra fede e ragione. Per introdurre l'uditorio nella drammaticità e nell'attualità dell'argomento, ho citato alcune parole di un dialogo cristianoislamico del XIV secolo, con le quali l'interlocutore cristiano - l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo - in modo per noi incomprensibilmente brusco - presentò all'interlocutore islamico il problema del rapporto tra religione e violenza. Questa citazione, purtroppo, ha potuto prestarsi ad essere fraintesa. Per il lettore attento del mio testo, però ha sottolineato - risulta chiaro che non volevo in nessun modo far mie le parole negative pronunciate dall'imperatore medievale in questo dialogo e che il loro contenuto polemico non esprime la mia convinzione personale. La mia intenzione era ben diversa: partendo da ciò che Manuele II successivamente dice in modo positivo, con una parola molto bella, circa la ragionevolezza che deve guidare nella trasmissione della fede, volevo spiegare che non religione e violenza, ma religione e ragione vanno insieme. Il tema della mia conferenza rispondendo alla missione dell'Università fu quindi la relazione tra fede e ragione: volevo invitare al dialogo della fede cristiana col mondo moderno ed al dialogo di tutte le culture e religioni. Spero che in diverse occasioni della mia visita - per esempio, quando a Monaco ho sottolineato quanto sia importante rispettare ciò che per gli altri è sacro - sia apparso con chiarezza il mio rispetto profondo per le grandi religioni e, in particolare, per i musulmani, che "adorano l'unico Dio" e con i quali siamo impegnati a "difendere e promuovere insieme, per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà" (Nostra Aetate, 3)"
"Confido quindi ha concluso - che, dopo le reazioni del primo momento, le mie parole nell'Università di Regensburg possano costituire una spinta e un incoraggiamento a un dialogo positivo, anche autocritico, sia tra le religioni come tra la ragione moderna e la fede dei cristiani".