Benedetto XVI salutando alcuni dei cinesi che a Roma hanno partecipato alla Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina li esorta a saper essere testimoni credibili dell’amore fìdi Gesù ed a restare fedeli alla “roccia di Pietro”. L’auspicio che le popolazioni colpite dal sisma possano presto tornare alla normalità, anche grazie alla solidarietà internazionale.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Solidarietà per le vittime del terremoto in Cina è stata espresso oggi nuovamente dal Papa che ha ricordato la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, celebrata ieri, ed ha chiesto alla Vegine di Sheshan di sostenere l’impegno dei cristiani cinesi e la loro fedeltà a Pietro.
Inconsueta presenza, oggi in Piazza an Pietro, di un numeroso gruppo di fedeli cinesi con un grande striscione, tra le 40 mila persone che hanno preso parte alla recita del Regina Caeli. Si tratta di gran parte di coloro che sono venuti a Roma da tutta Italia per la celebrazione della Giornata e che ieri hanno affollato la basilica di Santa Maria Maggiore, ove centinaia di sacerdoti cinesi hanno celebrato la messa insieme con il card. Ivan Dias, responsabile del dicastero missionario del Vaticano.
Rivolegendosi a loro subito dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI per la secondo volta, dopo il 14 maggio, ha rivolto un pubblico pensiero alle vittime del terremoto. “Affido all’amore misericordioso di Dio – ha detto rivolgendosi direttamente al grupo cinese - tutti quei vostri concittadini che in questi giorni sono morti in conseguenza del terremoto, che ha colpito una vasta aerea del vostro Paese. Rinnovo la mia vicinanza personale – ha aggiunto - a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione. Grazie alla fraterna solidarietà di tutti, possano le popolazioni di quelle zone tornare presto alla normalità della vita quotidiana. Insieme con voi chiedo a Maria, Aiuto dei Cristiani, Nostra Signora di Sheshan, di sostenere – ha detto ancora, ripetendo le parole della preghiera che egli stesso ha composto per la Giornata – ‘l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù’, rimanendo ‘sempre testimoni credibili’ del suo amore e ‘mantenendosi uniti alla roccia di Pietro su cui è costruita la Chiesa’”.
In precedenza, il Papa aveva ricordato che in molte parti d’Europa ogg si celebra il Corpus Domini. “L’Eucaristia – ha detto tra l’altro - è scuola di carità e di solidarietà. Chi si nutre del Pane di Cristo non può restare indifferente dinanzi a chi, anche ai nostri giorni, è privo del pane quotidiano. Tanti genitori riescono a malapena a procurarlo per sé e per i propri bambini. E’ un problema sempre più grave, che la comunità internazionale fa grande fatica a risolvere. La Chiesa non solo prega ‘dacci oggi il nostro pane quotidiano’, ma, sull’esempio del suo Signore, si impegna in tutti i modi a ‘moltiplicare i cinque pani e due pesci’ con innumerevoli iniziative di promozione umana e di condivisione, perché nessuno manchi del necessario per vivere”.