Papa: riconoscersi peccatori è “il primo passo” per accogliere la misericordia di Dio
“Dio è sempre fedele, perché non può rinnegare se stesso”, mentre il popolo non presta orecchio alla sua Parola. Il Signore “ci dice: ‘Ritornate a me con tutto il cuore, perché sono misericordioso e pietoso’. Ma quando il cuore è duro questo non si capisce. La misericordia di Dio soltanto si capisce se tu sei capace di aprire il tuo cuore, perché possa entrare”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Riconoscersi peccatori, avere il cuore aperto, è “il del Libro di Geremia e il brano del Vangelo di Luca, dove Gesù viene primo passo” per accogliere la misericordia di Dio. L’ha detto papa Francesco all’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, commentando un passo affrontato dai farisei.
Nelle letture del giorno, ha evidenziato Francesco, possiamo vedere la fedeltà del Signore e la “fedeltà fallita” del suo popolo. Commentando la Prima Lettura, tratta dal Libro di Geremia, il Papa ha così sottolineato che “Dio è sempre fedele, perché non può rinnegare se stesso”, mentre il popolo non presta orecchio alla sua Parola. Geremia, ha proseguito, ci racconta dunque le “tante cose che ha fatto Dio per attirare i cuori del popolo”, ma il popolo permane nella sua infedeltà. “Questa infedeltà del popolo di Dio anche la nostra, la nostra propria infedeltà, indurisce il cuore: chiude il cuore!”. “Non lascia entrare la voce del Signore che, come padre amorevole, ci chiede sempre di aprirci alla sua misericordia e al suo amore. Abbiamo pregato nel Salmo, tutti insieme: ‘Ascoltate oggi la voce del Signore. Non indurite il vostro cuore!’. Il Signore sempre ci parla così, anche con tenerezza di padre ci dice: ‘Ritornate a me con tutto il cuore, perché sono misericordioso e pietoso’. Ma quando il cuore è duro questo non si capisce. La misericordia di Dio soltanto si capisce se tu sei capace di aprire il tuo cuore, perché possa entrare”.
“Il cuore si indurisce e vediamo la stessa storia” nel passo del Vangelo di Luca, dove Gesù viene affrontato da quelli che avevano studiato le Scritture, “i dottori della legge che sapevano la teologia, ma erano tanto tanto chiusi”. La folla, invece, “era stupita”, “aveva fede in Gesù! Aveva il cuore aperto: imperfetto, peccatore, ma il cuore aperto”. I teologi, invece, “avevano una atteggiamento chiuso! Sempre cercavano una spiegazione per non capire il messaggio di Gesù”, “gli domandavano un segno del cielo. Sempre chiusi! Era Gesù che doveva giustificare quello che faceva”.
“Questa è la storia, la storia di questa fedeltà fallita. La storia dei cuori chiusi, dei cuori che non lasciano entrare la misericordia di Dio, che hanno dimenticato la parola ‘perdono’ - ‘Perdonami Signore!’ - semplicemente perché non si sentono peccatori: si sentono giudici degli altri. Una lunga storia di secoli. E questa fedeltà fallita Gesù la spiega con due parole chiare, per mettere fine, per finire questo discorso di questi ipocriti: ‘Chi non è con me è contro di me’. Chiaro! O sei fedele, con il tuo cuore aperto, al Dio che è fedele con te, o sei contro di Lui: ‘Chi non è con me è contro di me!’”.
Ma è possibile una via di mezzo, “un negoziato”?, si è chiesto il Papa. “Sì c’è una uscita: confessati peccatore! E se tu dici ‘io sono peccatore’ il cuore si apre e entra la misericordia di Dio e incominci ad essere fedele”. “Chiediamo al Signore la grazia della fedeltà. E il primo passo per andare su questa strada della fedeltà è sentirsi peccatore. Se tu non ti senti peccatore, hai incominciato male. Chiediamo la grazia che il nostro cuore non si indurisca, che sia aperto alla misericordia di Dio, e la grazia della fedeltà. E quando ci troviamo, noi, infedeli la grazia di chiedere perdono”.