Papa: preghiamo per gli anziani che hanno paura di morire soli
Dio “è fedele alla sua promessa”. “La fedeltà di Dio è una fedeltà paziente: ha pazienza con il suo popolo, lo ascolta, lo guida, gli spiega lentamente e gli riscalda il cuore”. “La fedeltà di Dio sempre ci precede e la nostra fedeltà sempre è risposta a quella fedeltà che ci precede”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Gli anziani che hanno paura di morire soli. E’ per loro che papa Francesco ha pregato nell’introdurre la messa celebrata stamattina a Casa Santa Marta. “Preghiamo oggi – ha detto - per gli anziani, specialmente per coloro che sono isolati o nelle case di riposo. Loro hanno paura, paura di morire da soli. Sentono questa pandemia come una cosa aggressiva per loro. Loro sono le nostre radici, la nostra storia. Loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria. Preghiamo per loro perché il Signore sia loro vicino in questo momento”.
Nell’omelia, Francesco ha commentato un passo tratto dagli Atti degli Apostoli (At 3, 1-10), in cui un uomo, storpio fin dalla nascita, viene guarito, attraverso la preghiera di Pietro, ‘nel nome di Gesù Cristo’, e il Vangelo odierno (Lc 24, 13-35) in cui Gesù risorto cammina con i discepoli di Emmaus.
“Ieri – ha ricordato - abbiamo riflettuto su Maria di Magdala come icona della fedeltà: la fedeltà a Dio. Ma come è questa fedeltà a Dio? A quale Dio? Proprio al Dio fedele. La nostra fedeltà non è altro che una risposta alla fedeltà di Dio. Dio che è fedele alla sua parola, che è fedele alla sua promessa, che cammina con il suo popolo portando avanti la promessa vicino al suo popolo. Fedele alla promessa: Dio, che continuamente si fa sentire come Salvatore del popolo perché è fedele alla promessa”.
“Dio, che è capace di ri-fare le cose, di ri-creare, come ha fatto con questo storpio dalla nascita che gli ha ri-creato i piedi, lo ha fatto guarire, il Dio che guarisce, il Dio che sempre porta una consolazione al suo popolo. Il Dio che ri-crea. Una ri-creazione nuova: questa è la sua fedeltà con noi. Una ri-creazione che è più meravigliosa della creazione”.
“Un Dio che va avanti e che non si stanca di lavorare”, “è un Dio che fa gli straordinari, ma non a pagamento: gratuitamente. È la fedeltà della gratuità, dell’abbondanza. E la fedeltà è quel padre che è capace di salire tante volte sul terrazzo per vedere se torna il figlio e non si stanca di salire: lo aspetta per fare festa. La fedeltà di Dio è festa, è gioia, è una gioia tale che ci fa fare come ha fatto questo storpio: entrò nel tempio camminando, saltando, lodando Dio. La fedeltà di Dio è festa, è festa gratuita. E festa per tutti noi”.
“La fedeltà di Dio è una fedeltà paziente: ha pazienza con il suo popolo, lo ascolta, lo guida, gli spiega lentamente e gli riscalda il cuore, come ha fatto con questi due discepoli che andavano lontano da Gerusalemme: scalda loro il cuore perché tornino a casa. La fedeltà di Dio è quello che non sappiamo cosa è successo in quel dialogo, ma è il Dio generoso che ha cercato Pietro che lo aveva rinnegato, che aveva rinnegato. Soltanto sappiamo che il Signore è risorto ed è apparso a Simone: cosa è successo in quel dialogo non lo sappiamo. Ma sì, sappiamo che era la fedeltà di Dio a cercare Pietro. La fedeltà di Dio sempre ci precede e la nostra fedeltà sempre è risposta a quella fedeltà che ci precede. È il Dio che ci precede sempre. E il fiore del mandorlo, in primavera: fiorisce per primo. Essere fedeli è lodare questa fedeltà, essere fedeli a questa fedeltà. È una risposta a questa fedeltà”.
Il Papa ha terminato la celebrazione con l'adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale e prima di lasciare la cappella è stata intonata l’antifona mariana ‘Regina caeli’, cantata nel tempo pasquale.
27/04/2018 10:54