Papa: ogni giovane prometta di portare un altro giovane a Gesù
Nel messaggio per la XXIII Giornata mondiale della gioventù, Benedetto XVI sottolinea il compito missionario di tutta la Chiesa e chiede ai giovani di portare l’annuncio della Buona Novella tra i loro coetanei.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Ogni giovane abbia “il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù”. E’ fondamentalmente un mandato missionario rivolto ai giovani il messaggio di Benedetto XVI in preparazione per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà l’anno prossimo a Sydney, in Australia, ed avrà come tema: “Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (At 1,8)”.
Ma, se l’esortazione alla fine è: “Siate pronti a porre in gioco la vostra vita per illuminare il mondo con la verità di Cristo; per rispondere con amore all'odio e al disprezzo della vita; per proclamare la speranza di Cristo risorto in ogni angolo della terra (n. 7)”, il messaggio papale si preoccupa di evidenziare i passi da seguire per realizzarla.
“Offro una traccia di meditazione”, scrive Benedetto XVI, che centra il suo discorso sul rapporto inscindibile tra lo Spirito e la missione. La Pentecoste, infatti, è “punto di partenza della missione della Chiesa”. “Lo Spirito Santo rinnovò interiormente gli Apostoli, rivestendoli di una forza che li rese audaci nell'annunciare senza paura:«Cristo è morto e risuscitato!». Liberi da ogni timore essi iniziarono a parlare con franchezza (cfr At 2,29; 4,13; 4,29.31). Da pescatori intimoriti erano diventati araldi coraggiosi del Vangelo. Persino i loro nemici non riuscivano a capire come mai uomini «senza istruzione e popolani» (cfr At 4,13) fossero in grado di mostrare un simile coraggio e sopportare le contrarietà, le sofferenze e le persecuzioni con gioia. Niente poteva fermarli. A coloro che cercavano di ridurli al silenzio rispondevano: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Così nacque la Chiesa, che dal giorno della Pentecoste non ha cessato di irradiare la Buona Novella «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8)” (n. 3).
“Ma per comprendere la missione della Chiesa dobbiamo tornare nel Cenacolo dove i discepoli restarono insieme (cfr Lc 24,49), pregando con Maria, la ‘Madre’, in attesa dello Spirito promesso. A quest'icona della Chiesa nascente ogni comunità cristiana deve costantemente ispirarsi. La fecondità apostolica e missionaria non è principalmente il risultato di programmi e metodi pastorali sapientemente elaborati ed "efficienti", ma è frutto dell'incessante preghiera comunitaria (cfr Paolo VI, Esort. apost. Evangelii nuntiandi, 75). L'efficacia della missione presuppone, inoltre, che le comunità siano unite, abbiano cioè «un cuore solo e un'anima sola» (cfr At 4,32),e siano disposte a testimoniare l'amore e la gioia che lo Spirito Santo infonde nei cuori dei fedeli (cfr At 2,42)” (n. 4).
Ai giovani il Papa ricorda che “anche oggi lo Spirito Santo continua ad agire con potenza nella Chiesa e i suoi frutti sono abbondanti nella misura in cui siamo disposti ad aprirci alla sua forza rinnovatrice” (n. 5). Per questo è importante conoscerlo, entrare in rapporto con Lui, accogliendolo “come guida delle nostre anime”. A tale scopo serve avvicinarsi ai sacramenti, “innanzitutto a quelli dell'iniziazione cristiana: il Battesimo, la Confermazione e l'Eucaristia, che sono complementari e inscindibili” (n. 5).
“La necessità e l'urgenza della missione” diverrà allora la risposta ai tanti interrogativi che molti giovani si pongono sul loro futuro. “Essi si chiedono preoccupati: Come inserirsi in un mondo segnato da numerose e gravi ingiustizie e sofferenze? Come reagire all'egoismo e alla violenza che talora sembrano prevalere? Come dare senso pieno alla vita? Come contribuire perché i frutti dello Spirito, ‘amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé’, inondino questo mondo ferito e fragile, il mondo dei giovani anzitutto?” (n. 7).
“Annunciare il Vangelo e testimoniare la fede è oggi più che mai necessario (cfr Redemptoris missio, 1). Qualcuno pensa che presentare il tesoro prezioso della fede alle persone che non la condividono significhi essere intolleranti verso di loro, ma non è così, perché proporre Cristo non significa imporlo (cfr Evangelii nuntiandi, 80). Del resto, duemila anni or sono dodici Apostoli hanno dato la vita affinché Cristo fosse conosciuto e amato. Da allora il Vangelo continua nei secoli a diffondersi grazie a uomini e donne animati dallo stesso loro zelo missionario. Pertanto, anche oggi occorrono discepoli di Cristo che non risparmino tempo ed energie per servire il Vangelo”. (n. 7)
Se questa è la missione di tutti i cristiani, ai giovani il Papa propone quella di “portare a Gesù” i loro coetanei. “L’indubbia fatica degli adulti di incontrare in maniera comprensibile e convincente l'area giovanile può essere un segno con cui lo Spirito intende spingere voi giovani a farvi carico di questo. Voi conoscete le idealità, i linguaggi, ed anche le ferite, le attese, ed insieme la voglia di bene dei vostri coetanei. Si apre il vasto mondo degli affetti, del lavoro, della formazione, dell’attesa, della sofferenza giovanile... Ognuno di voi abbia il coraggio di promettere allo Spirito Santo di portare un giovane a Gesù Cristo, nel modo che ritiene migliore, sapendo "rendere conto della speranza che è in lui, con dolcezza" (cfr 1 Pt3,15). (n. 7).
“Ma per raggiungere questo scopo, cari amici, siate santi, siate missionari, poiché non si può mai separare la santità dalla missione (cfr Redemptoris missio, 90)”. Per “Invocare una ‘nuova Pentecoste’ sul mondo”.
Vedi anche
La nuova Pentecoste dei giovani a Sydney
15/07/2008
15/07/2008