Papa: mi addolora l'aumento delle armi, non è questa la strada
All'Angelus l'appello per la pace in Ucraina e la benedizione dei Bambinelli per i presepi. "Prendiamo un impegno concreto, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci al Natale". L'augurio a Caritas Internationalis per i suoi 70 anni.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Mi addolora tanto la statistica che quest’anno sono state prodotte più armi dell’anno scorso. Le armi non sono la strada”. Al temine dell’Angelus di oggi in piazza San Pietro papa Francesco è tornato a levare la sua voce contro la corsa agli armamenti. Lo ha fatto lanciando un nuovo appello alla preghiera per l’Ucraina, le sue Chiese e il suo popolo “perché le tensioni siano risolte attraverso un serio dialogo internazionale e non con le armi. Che questo Natale porti all’Ucraina la pace”.
E proprio il Natale ormai vicino è stato al centro dell’Angelus, recitato davanti alla piazza gremita di ragazzi con in mano la statua di Gesù Bambino del loro presepe, che papa Francesco ha benedetto. Commentando il Vangelo proposto dalla liturgia di oggi il pontefice si è soffermato sulla domanda che varie categorie di persone rivolgono a Giovanni il Battista: “Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). È un interrogativo, ha commentato, che “non parte da un senso del dovere”, ma dall’”entusiasmo per la venuta del Signore”. ”Ma Dio – ha aggiunto ancora Francesco - eleva questa domanda al livello più alto: cosa fare della mia vita? A cosa sono chiamato? Che cosa mi realizza? Nel suggerirci questo interrogativo, il Vangelo ci ricorda una cosa importante: la vita ha un compito per noi. Non è senza senso, non è affidata al caso”.
È una domanda che il tempo dell’Avvento ci pone con particolare forza: “serve a questo: a fermarsi e chiedersi come preparare il Natale. Siamo indaffarati in tanti preparativi, per regali e cose che passano, ma chiediamoci che cosa fare per Gesù e per gli altri”. E nel Vangelo “le risposte di Giovanni Battista, sono diverse per ogni gruppo. A ciascuno è rivolta una parola specifica, che riguarda la situazione reale della sua vita”. Perché “la fede si incarna nella vita concreta. Non è una teoria astratta e generalizzata”.
Di qui la domanda rivolta a tutti: “Come posso fare la mia parte? Prendiamo un impegno concreto – ha raccomandato il papa - anche piccolo, che si adatti alla nostra situazione di vita, e portiamolo avanti per prepararci a questo Natale. Ad esempio: posso telefonare a quella persona sola, visitare quell’anziano o quel malato, fare qualcosa per servire un povero, un bisognoso. Ancora: forse ho un perdono da chiedere, da dare, una situazione da chiarire, un debito da saldare. Magari ho trascurato la preghiera e dopo tanto tempo è ora di accostarmi al perdono del Signore. Troviamo una cosa concreta e facciamola”.
Dopo aver recitato l'Angelus il papa ha assicurato la sua preghiera anche per le vittime dei tornado che hanno colpito il Kentucky negli Stati Uniti e ha salutato calorosamente i tanti fedeli latino-americani radunatisi in piazza San Pietro per recitare il rosario a Nostra Signora di Guadalupe nel giorno della sua festa. La Vergine - ha detto loro Francesco - ci guidi nel “rinnovamento della Chiesa e della società di cui i vostri Paesi hanno tanto bisogno”. Infine ha rivolto un augurio a Caritas Internationalis, “la mano amorevole della Chiesa per i poveri e i più vulnerabili”, che festeggia i suoi 70 anni. “Portate avanti il vostro servizio con umiltà e creatività - ha detto il pontefice - e andate avanti nello sforzo di snellire l’organizzazione perché tutti i soldi raccolti vadano ai poveri”.
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