Papa: la vita consacrata è ‘visione profetica che rivela quello che conta’
Nel giorno della Presentazione di Gesù, Francesco afferma che quando fiorisce, la vita consacrata è “richiamo per tutti contro la mediocrità: contro i cali di quota nella vita spirituale, contro la tentazione di giocare al ribasso con Dio, contro l’adattamento a una vita comoda e mondana, contro il lamento, l’insoddisfazione e il piangersi addosso, contro l’abitudine al ‘si fa quel che si può’ e al ‘si è sempre fatto così’”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – La vita consacrata è “lode che dà gioia al popolo di Dio, visione profetica che rivela quello che conta”, è’ “una visione semplice e profetica, dove si tiene il Signore davanti agli occhi e tra le mani, e non serve altro”. E’ la vita consacrata nelle parole di papa Francesco che ha celebrato la Festa della Presentazione di Gesù e 23ma Giornata mondiale della vita consacrata nella basilica di san Pietro, presenti religiosi e religiose di ogni ordine e congregazione.
Commentando il passo del Vangelo (Lc 2,22-40) Francesco ha evidenziato come “la Liturgia oggi mostra Gesù che va incontro al suo popolo. È la festa dell’incontro: la novità del Bambino incontra la tradizione del tempio; la promessa trova compimento; Maria e Giuseppe, giovani, incontrano Simeone e Anna, anziani. Tutto, insomma, si incontra quando arriva Gesù”.
“Che cosa dice questo a noi? Anzitutto che anche noi siamo chiamati ad accogliere Gesù che ci viene incontro. Incontrarlo: il Dio della vita va incontrato ogni giorno della vita; non ogni tanto, ma ogni giorno. Seguire Gesù non è una decisione presa una volta per tutte, è una scelta quotidiana. E il Signore non si incontra virtualmente, ma direttamente, incontrandolo nella vita. Altrimenti Gesù diventa solo un bel ricordo del passato. Quando invece lo accogliamo come Signore della vita, centro di tutto, cuore pulsante di ogni cosa, allora Egli vive e rivive in noi. E accade anche a noi quello che accadde nel tempio: attorno a Lui tutto si incontra, la vita diventa armoniosa. Con Gesù si ritrova il coraggio di andare avanti e la forza di restare saldi. L’incontro col Signore è la fonte. È importante allora tornare alle sorgenti: riandare con la memoria agli incontri decisivi avuti con Lui, ravvivare il primo amore, magari scrivere la nostra storia d’amore col Signore. Farà bene alla nostra vita consacrata, perché non diventi tempo che passa, ma sia tempo di incontro”.
Il Vangelo, ha detto ancora, mostra che l’incontro con il Signore “è sbocciato nel popolo credente”. “Così anche la vita consacrata: sboccia e fiorisce nella Chiesa; se si isola, appassisce. Essa matura quando i giovani e gli anziani camminano insieme”.
“Il Vangelo ci dice anche che l’incontro di Dio col suo popolo ha una partenza e un traguardo. Si comincia dalla chiamata al tempio e si arriva alla visione nel tempio. La chiamata è duplice. C’è una prima chiamata «secondo la Legge» (v. 22). È quella di Giuseppe e Maria, che vanno al tempio per compiere ciò che la Legge prescrive” e c’è “una seconda chiamata, secondo lo Spirito. È quella di Simeone e Anna”. “Questa duplice chiamata, della Legge e dello Spirito, che cosa dice alla nostra vita spirituale e alla nostra vita consacrata? Che tutti siamo chiamati a una duplice obbedienza: alla legge – nel senso di ciò che dà buon ordine alla vita – e allo Spirito, che fa cose nuove nella vita. Così nasce l’incontro col Signore: lo Spirito rivela il Signore, ma per accoglierlo occorre la costanza fedele di ogni giorno. Anche i carismi più grandi, senza una vita ordinata, non portano frutto. D’altra parte, le migliori regole non bastano senza la novità dello Spirito: legge e Spirito vanno insieme”.
“L’incontro, che nasce dalla chiamata, culmina nella visione. Simeone dice: «I miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2,30). Vede il Bambino e vede la salvezza”. “Gli basta Dio com’è. In Lui trova il senso ultimo della vita. È la visione della vita consacrata, una visione semplice e profetica, dove si tiene il Signore davanti agli occhi e tra le mani, e non serve altro. La vita è Lui, la speranza è Lui, il futuro è Lui. La vita consacrata è questa visione profetica nella Chiesa: è sguardo che vede Dio presente nel mondo, anche se tanti non se ne accorgono; è voce che dice: ‘Dio basta, il resto passa’; è lode che sgorga nonostante tutto”.
“Ecco la vita consacrata: lode che dà gioia al popolo di Dio, visione profetica che rivela quello che conta. Quand’è così fiorisce e diventa richiamo per tutti contro la mediocrità: contro i cali di quota nella vita spirituale, contro la tentazione di giocare al ribasso con Dio, contro l’adattamento a una vita comoda e mondana, contro il lamento, l’insoddisfazione e il piangersi addosso, contro l’abitudine al ‘si fa quel che si può’ e al ‘si è sempre fatto così’. La vita consacrata non è sopravvivenza, è vita nuova. È incontro vivo col Signore nel suo popolo. È chiamata all’obbedienza fedele di ogni giorno e alle sorprese inedite dello Spirito. È visione di quel che conta abbracciare per avere la gioia: Gesù”.