Papa: la pace oggi richiede profezia e creatività
L'invito di Francesco ai vescovi della Comece, la commissioni delle conferenze episcopali dei Paesi dell'Unione europea, che in Assemblea ha eletto l'italiano mons. Mariano Crociata come presidente. "L’unità nella diversità in Europa è possibile se c’è una forte ispirazione; altrimenti prevale l’apparato, il paradigma tecnocratico che non è fecondo perché non appassiona la gente".
Città del Vaticano (AsiaNews) - “Ci vuole profezIa, lungimiranza e creatività per far avanzare la causa della pace”. Lo ha detto oggi papa Francesco ricevendo in Vaticano i vescovi della Comece, la Commissione degli episcopati dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea. Occasione dell’incontro è stata l’assemblea di questo organismo che ha eletto la nuova presidenza: alla guida è stato eletto l’italiano mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina, che subentra al cardinale del Lussemburgo Jean-Claude Hollerich.
Rivolgendosi ai vescovi stamattina Francesco si è soffermato su “due grandi sogni dei padri fondatori dell’Europa: il sogno dell’unità e il sogno della pace”. Sull’unità il pontefice ha ricordato che “la ricchezza dell’Europa sta nella convergenza delle diverse fonti di pensiero e di esperienze storiche” e dunque “ha futuro se è veramente unione e non riduzione dei Paesi con le rispettive caratteristiche”. “L’unità nella diversità – ha aggiunto - è possibile se c’è una forte ispirazione; altrimenti prevale l’apparato, il paradigma tecnocratico, che però non è fecondo perché non appassiona la gente, non attira le nuove generazioni, non coinvolge le forze vive della società nella costruzione di un progetto comune”. Quanto al ruolo dell’ispirazione cristiana in questa sfida, il compito della Chiesa è quello di “formare persone che, leggendo i segni dei tempi, sappiano interpretare il progetto Europa nella storia di oggi”.
E uno dei segni dei tempi di oggi – ha aggiunto il pontefice – è la sfida della pace. “Si può parlare ormai di una terza guerra mondiale: la guerra in Ucraina è vicina, e ha scosso la pace europea”. Le nazioni confinanti si sono prodigate nell’accoglienza dei profughi, ma “a questa corale risposta sul piano della carità dovrebbe corrispondere un impegno coeso per la pace. Ma è chiaro che non è facile né scontato”.
In questa sfida complessa in cui entrano in gioco interessi e alleanze un principio dovrebbe essere condiviso da tutti: la guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti. “Se i Paesi dell’Europa di oggi non condividono questo principio etico-politico – ha commentato Francesco - allora vuol dire che si sono allontanati dal sogno originario. Se invece lo condividono, devono impegnarsi ad attuarlo, con tutta la fatica e la complessità che la situazione storica richiede. Perché la guerra è un fallimento della politica e dell’umanità. Dobbiamo ripeterlo ai politici”.
Ed è un compito a cui è chiamata in particolare la Comece. “Siete per missione costruttori di relazioni, di incontro, di dialogo – ha osservato ancora il papa -. E questo è già lavorare per la pace. Ma non basta. Ci vuole anche profezia, ci vuole lungimiranza, ci vuole creatività per far avanzare la causa della pace. In questo cantiere ci vogliono sia architetti sia artigiani; ma direi che il vero costruttore di pace dev’essere sia architetto sia artigiano: così è il vero costruttore di pace. Lo auguro anche ad ognuno di voi - ha concluso Francesco - ben sapendo che ciascuno ha i propri carismi personali che concorrono con quelli degli altri al lavoro comune”.
30/05/2019 13:20