16/10/2024, 11.07
VATICANO
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Papa: la fede nello Spirito Santo ci apre alla vita eterna

All'udienza generale il commento di Francesco alle parole del Credo sulla terza persona della Trinità. Nuovo appello a continuare a "pregare e lottare per la pace". Il ricordo del beato Jerzy Popiełuszko ucciso dal regime comunista 40 anni fa in Polonia: "Ha insegnato a vincere il male con il bene".

Città del Vaticano (AsiaNews) - È la fede nello Spirito Santo a liberare il credente dal vuote della morte e dell’ingiustizia senza riscatto. Lo ha detto oggi papa Francesco rivolgendosi ai fedeli durante l’udeinza generale del mercoledì tenuta in piazza San Pietro.

Proseguendo il ciclo di catechesi dedicato allo Spirito Santo, oggi il pontefice si è soffermato sul versetto del Credo in cui si proclama la fede nella terza persona della Trinità. “Passiamo da ciò che sullo Spirito Santo ci è stato rivelato nella Sacra Scrittura a come Egli è presente e operante nella vita della Chiesa”, ha detto.

Francesco ha ricordato come nei primi tre secoli la Chiesa non abbia sentito il bisogno di dare una formulazione esplicita della sua fede nello Spirito Santo. Tanto che nel Simbolo apostolico, di cui ricorreranno l’anno prossimo i 1700 anni, si dice: “Credo nello Spirito Santo”, senza alcuna specificazione. “Fu l’eresia – ha spiegato il papa - a spingere poi la Chiesa a precisare questa sua fede”. E questo avvenne nel Concilio Ecumenico di Costantinopoli del 381, che definì la divinità dello Spirito Santo con le parole che ancora oggi ripetiamo nel Credo.

“L’affermazione più forte è che a Lui si deve la stessa gloria e adorazione che al Padre e al Figlio. È l’argomento dell’uguaglianza nell’onore, caro a San Basilio Magno, che fu l’artefice principale di quella formula”, ha ricordato il pontefice evocando anche le discussioni tra Oriente e Occidente sulla traduzione latina con la parola “Filioque”. “È stata la ragione (o il pretesto) per tante dispute e divisioni che non è il caso di trattare qui”, anche perché “tale questione nel clima di dialogo instauratosi tra le due Chiese, ha perso l’asprezza di un tempo e permette di sperare in una piena accettazione reciproca, come una delle principali differenze riconciliate”.

Ma oltre questo scoglio, l’idea più importante proclamata da questo articolo del Credo è che che “lo Spirito Santo dà la vita”. “All’inizio, nella creazione, il soffio di Dio dà ad Adamo la vita naturale; da statua di fango, lo rende un essere vivente - ha commentato Francesco -. Ora, nella nuova creazione, lo Spirito Santo è Colui che dà ai credenti la vita nuova, la vita di Cristo, vita soprannaturale, da figli di Dio”. E “la grande e consolante notizia per noi” è che questa è “vita eterna”. “La fede ci libera dall’orrore di dover ammettere che tutto finisce qui, che non c’è alcun riscatto per la sofferenza e l’ingiustizia che regnano sovrane sulla terra”.

“Coltiviamo questa fede - ha concluso Francesco - anche per chi, spesso non per colpa propria, ne è privo e non riesce a dare un senso alla vita. E non dimentichiamo di ringraziare Colui che, con la sua morte, ci ha ottenuto questo dono inestimabile”.

Nei saluti ai fedeli il papa ha ricordato sant’Ignazio di Antiochia, grande figura dell’Oriente cristiano, la cui festa liturgica cade domani: “il suo esempio – ha detto - aiuti tutti a riscoprire la gioia di essere cristiani. E non dimentichiamo - ha aggiunto ancora una volta - i Paesi in guerra: la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar. Non dimentichiamo che la guerra è sempre una sconfitta e preghiamo e lottiamo per la pace”.

Nei saluti in lingua polacca, Francesco ha richiamato anche la testimonianza del beato Jerzy Popiełuszko, sacerdote ucciso 40 anni fa dal regime comunista in Polonia e che viene ricordato in questi giorni a Roma in un convegno. “Questo beato, che ha insegnato a vincere il male con il bene – ha detto - vi sostenga nel costruire l’unità nello spirito della verità e del rispetto per la dignità della persona umana”.

Infine ha rivolto un saluto anche ai partecipanti al convegno mondiale di Radio Maria, esortandoli “a diffondere i valori della fraternità e della solidarietà facendosi eco della vita della Chiesa”.

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