Papa: l’evangelizzazione, una missione immensa in un tempo che esclude Dio
Ai partecipanti all’assemblea ordinaria del Consiglio superiore delle Pontificie opere missionarie Benedetto XVI indica i caratteri fondamentali dell’opera di portare il Vangelo al mondo. La Chiesa, presente e operante sulle frontiere geografiche e antropologiche, è portatrice di un messaggio che si cala nella storia, dove proclama i valori inalienabili della persona, con l’annuncio e la testimonianza del piano salvifico di Dio, reso visibile e operante in Cristo.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Evangelizzare è “una missione immensa”, specialmente in questo tempo nel quale “si diffonde un umanesimo che esclude Dio”, è “illuminare i nuovi problemi che emergono con la luce del Vangelo”, è “giudizio critico sulle trasformazioni planetarie che stanno cambiando sostanzialmente la cultura dell'umanità”, è “disponibilità a dare la propria vita per il nome di Cristo e per amore degli uomini”. E “la persecuzione è prova anche dell’autenticità della nostra missione apostolica”. Una “missione Immensa” della quale Benedetto XVI ha indicato oggi alcuni caretteri salienti, rivolgendosi a chi della missione è operatore, i partecipanti all’assemblea ordinaria del Consiglio superiore delle Pontificie opere missionarie.
“La predicazione del Vangelo – nella parole del Papa - è un inestimabile servizio che la Chiesa può offrire all’umanità intera che cammina nella storia. Provenienti dalle Diocesi di tutto il mondo, voi siete un segno eloquente e vivo della cattolicità della Chiesa, che si concretizza nel respiro universale della missione apostolica, ‘fino agli ultimi confini della terra’ (At 1,8), ‘sino alla fine del mondo’ (Mt 28,20), perché nessun popolo o ambiente siano privati della luce e della grazia di Cristo. Questo è il senso, la traiettoria storica, la missione e la speranza della Chiesa”.
“E’ una missione immensa, quella dell’evangelizzazione, specialmente in questo nostro tempo, in cui l’umanità soffre una certa mancanza di pensiero riflessivo e sapienziale (cfr Caritas in veritate, 19. 31) e si diffonde un umanesimo che esclude Dio (cfr ibid. 78). Per questo è ancora più urgente e necessario illuminare i nuovi problemi che emergono con la luce del Vangelo che non muta”.
“La missione di annunziare il Vangelo a tutte le genti è giudizio critico sulle trasformazioni planetarie che stanno cambiando sostanzialmente la cultura dell'umanità. La Chiesa, presente e operante sulle frontiere geografiche e antropologiche, è portatrice di un messaggio che si cala nella storia, dove proclama i valori inalienabili della persona, con l’annuncio e la testimonianza del piano salvifico di Dio, reso visibile e operante in Cristo. La predicazione del Vangelo è la chiamata alla libertà dei figli di Dio, per la costruzione di una società più giusta e solidale. Chi partecipa alla missione di Cristo deve inevitabilmente affrontare tribolazioni, contrasti e sofferenze, perché si scontra con le resistenze e i poteri di questo mondo. E noi, come l’apostolo Paolo, non abbiamo come armi che la parola di Cristo e della sua Croce (cfr 1 Cor 1,22-25). La missione ad gentes richiede alla Chiesa e ai missionari di accettare le conseguenze del loro ministero: la povertà evangelica, che conferisce loro la libertà di predicare il Vangelo con coraggio e franchezza; la non-violenza, per la quale essi rispondono al male con il bene (cfr Mt 5,38-42; Rm 12,17-21); la disponibilità a dare la propria vita per il nome di Cristo e per amore degli uomini”.
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