Papa: in tempi di persecuzione e desolazione, perseverare nella speranza
Tutti attraversiamo “momenti bui” in cui le cose sembrano perdere senso, ma è allora che i cristiani devono “perseverare” per “arrivare alla promessa” del Signore, senza “lasciarsi cadere” o “andare indietro”. E anche “quando il diavolo ci attacca con le tentazioni”, “con le nostre miserie”, bisogna “sempre guardare il Signore”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il ricordo del primo incontro con Gesù dà speranza a tanti cristiani che anche oggi “soffrono per la fede”, come quelli ai quali la Lettera agli ebrei rivolse l’esortazione a “perseverare”. L’ha detto papa Francesco all’omelia della messa celebrata stamattina a Casa santa Marta, prendendo spunto dalla prima lettura (Eb 10,32-39), “una catechesi sulla perseveranza: perseverare nel cammino di fede, perseverare nel servizio del Signore”.
Tutti, ha rilevato, attraversiamo fasi di “desolazione”, “momenti bui” in cui le cose sembrano perdere senso, ma è allora che i cristiani devono “perseverare” per “arrivare alla promessa” del Signore, senza “lasciarsi cadere” o “andare indietro”. L’autore della Lettera agli Ebrei “parla ai cristiani che stanno passando un momento buio”, un momento di persecuzione, così come ogni individuo attraversa fasi di abbattimento, “quando non si sente niente” e c’è una sorta di “distacco nella nostra anima”. Attimi di desolazione vissuti dallo stesso Gesù.
“La vita cristiana non è un carnevale, non è festa e gioia continua; la vita cristiana ha dei momenti bellissimi e dei momenti brutti, dei momenti di tepore, di distacco, come ho detto, dove tutto non ha senso … il momento della desolazione. E in questo momento, sia per le persecuzioni interne sia per lo stato interiore dell’anima, l’autore della Lettera agli Ebrei dice: ‘Avete solo bisogno di perseveranza’. Sì. Ma perseveranza, perché? ‘Perché fatta la volontà di Dio, otteniate ciò che vi è stato promesso’. Perseveranza per arrivare alla promessa”.
Il Papa ha messo a fuoco poi due elementi contro la desolazione: memoria e speranza. Come l’apostolo, bisogna anzitutto richiamare alla memoria i momenti belli: “i giorni felici dell’incontro con il Signore”, “il tempo dell’amore”. E, in secondo luogo, avere speranza per quanto ci è stato promesso. La vita è fatta di questo, momenti belli e altri brutti, l’importante è non “lasciarsi cadere”, non “andare indietro” nelle fasi di difficoltà. “Fare resistenza nei momenti brutti, ma una resistenza della memoria e della speranza, una resistenza con il cuore: il cuore, quando pensa ai momenti belli, respira, quando guarda alla speranza, può respirare, pure. Quella è la cosa che noi dobbiamo fare nei momenti di desolazione, per trovare la prima consolazione e la consolazione promessa dal Signore”.
Ricordando, poi, il suo viaggio in Lituania, nel settembre 2018, Francesco ha rivelato di essere stato colpito dal coraggio di tanti cristiani, tanti martiri che hanno “perseverato nella fede”. “Anche oggi, tanti, tanti uomini e donne che stanno soffrendo per la fede ma ricordano il primo incontro con Gesù, hanno speranza e vanno avanti. Questo è un consiglio che dà l’autore della Lettera agli Ebrei per i momenti anche di persecuzione, quando i cristiani sono perseguitati, attaccati: ‘Abbiate perseveranza’”.
E anche “quando il diavolo ci attacca con le tentazioni”, ha concluso, “con le nostre miserie”, bisogna “sempre guardare il Signore”, avere “la perseveranza della Croce ricordando i primi momenti belli dell’amore, dell’incontro con il Signore e la speranza che ci spetta”.