Papa: in Turchia ci sia pieno rispetto per la libertà religiosa
Ricevendo i vescovi del Paese, Benedetto XVI auspica la creazione di una commissione mista che arrivi al riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica. Un ricordo di don Santoro. Compiacimento per il carattere ecumenico dato all’Anno paolino.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Una commissione bilaterale che permetta il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica in Turchia e l’impegno dello Stato per garantire una effettiva libertà religiosa all’interno di uno Stato a grande maggioranza musulmano, ma che si proclama laico. Sono gli auspici espressi dal Papa nel discorso rivolto oggi ai vescovi della Turchia ricevuti in occasione della loro quinquennale visita “ad limina Apostolorum”, nel quale ha anche ricordato padre Andrea Santoro, il sacerdote romano ucciso il 5 febbario del 2006.
“La comunità cristiana del vostro Paese – ha detto Benedetto XVI - vive in una nazione retta da una Costituzione che afferma la laicità dello Stato, ma dove la maggior parte degli abitanti è musulmana. E’ dunque molto importante che cristiani e musulmani si possano impegnare insieme per l'uomo, per la vita, come pure per la pace e la giustizia. Inoltre, la distinzione fra la sfera civile e la sfera religiosa è certamente un valore che deve essere tutelato. Tuttavia, in questo ambito, spetta allo Stato assicurare in maniera effettiva ai cittadini e alle comunità religiose la libertà di culto e la libertà religiosa, rendendo inaccettabile qualsiasi violenza nei confronti dei credenti, qualunque sia la loro religione. In questo contesto, conosco il vostro desiderio e la vostra disponibilità a un dialogo sincero con le Autorità, al fine di trovare una soluzione ai diversi problemi che le vostre comunità devono affrontare, fra i quali il riconoscimento giuridico della Chiesa cattolica e dei suoi beni. Un simile riconoscimento non può che avere conseguenze positive per tutti. È auspicabile che si possano stabilire contatti permanenti, ad esempio tramite una Commissione bilaterale, per esaminare questioni ancora irrisolte”.
Nel suo discorso, il Papa ha dedicato poi una particolare sottolineatura alla celebrazione dell’Anno paolino, di particolare significato nel Paese ove l’apostolo nacque, esprimendo il proprio compiacimento per il carattere ecumenico che è stato dato a tale celebrazione. “So - ha detto in proposito - che nel vostro Paese avete voluto dare un risalto particolare a questo anno giubilare e che molti pellegrini stanno visitando i luoghi cari alla tradizione cristiana”. “Inoltre – ha proseguito - mi rallegro vivamente della dimensione ecumenica conferita all'anno paolino, mostrando così l'importanza di questa iniziativa per le altre Chiese e comunità cristiane. Possa questo anno permettere nuovi progressi lungo il cammino verso l'unità di tutti i cristiani!”.
Il ricordo di don Santoro è venuto quando Benedetto XVI ha rievocato le maggiori figure di cristiani legate alla storia della attuale Turchia, da san Giovanni a sant'Ignazio di Loyola, da san Policarpo di Smirne a “tanti altri illustri Padri della Chiesa, senza dimenticare il concilio di Efeso in cui la Vergine Maria fu proclamata ‘Théotokos’. Più di recente, Papa Benedetto XV e il beato Giovanni XXIII hanno a loro volta segnato la vita della nazione e della Chiesa in Turchia. Desidero anche ricordare tutti i cristiani, sacerdoti e laici, che hanno testimoniato la carità di Cristo, a volte fino al dono supremo della loro vita, come Padre Andrea Santoro. Che questa storia prestigiosa – ha concluso - sia per le vostre comunità, delle quali conosco il vigore della fede e l'abnegazione nelle prove, non solo il ricordo di un passato glorioso, ma anche un incoraggiamento a proseguire generosamente lungo la via tracciata, testimoniando fra i loro fratelli l'amore di Dio per ogni uomo”.
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