Papa: il viaggio in Turchia per dialogare di unità tra i cristiani, di convivenza e pace con i musulmani
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il dialogo tra cristiani e musulmani per la convivenza e la pace e quello ecumenico con gli ortodossi per il raggiungimento della piena unità sono i principali elementi che hanno caratterizzato la visita compiuta da papa Francesco in Turchia da venerdì a domenica scorsa. L'ha detto lo stesso Papa che ha ripercorso le tappe della visita con le 15mila persone presenti in piazza san Pietro per l'udienza generale, malgrado la giornata piovosa, alla quale ha fatto riferimenti Francesco dicendo, all'inizio dell'incontro, "Non sembra tanto buona la giornata. Però voi siete coraggiosi...".
L'udienza generale, ha ricordato il Papa, si è svolta in due momenti: prima nell'aula Paolo VI dove erano riuniti "a causa della pioggia" gli ammalati e poi in piazza. E "prima di andare a salutare gli ammalati sono stato con un gruppo di cristiani e islamici (il III Summit cattolico-musulmano, n.d.r.) che fanno una riunione organizzata dal dicastero per il dialogo interreligioso e anche loro hanno espresso il desiderio di continuare ad andare avanti in questo dialogo tra cristiani e islamici".
"Oggi - ha detto poi - ripercorriamo le tappe del pellegrinaggio che ho compiuto in Turchia da venerdì scorso a domenica. Come avevo chiesto di prepararlo e accompagnarlo con la preghiera, ora vi invito a rendere grazie al Signore per la sua realizzazione e perché possano scaturire frutti di dialogo sia nei nostri rapporti con i fratelli ortodossi, sia in quelli con i musulmani, sia nel cammino verso la pace tra i popoli".
"Nella prima giornata del viaggio apostolico - ha proseguito - ho salutato le autorità del Paese, a larghissima maggioranza musulmano, ma nella cui Costituzione si afferma la laicità dello Stato. E abbiamo parlato con le autorità sulla violenza. E' proprio l'oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza. Per questo ho insistito sull'importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, affermando che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto".
"Nel secondo giorno ho visitato alcuni luoghi-simbolo delle diverse confessioni religiose presenti in Turchia. L'ho fatto sentendo nel cuore l'invocazione al Signore, Dio del cielo e della terra, Padre misericordioso dell'intera umanità. Centro della giornata è stata la Celebrazione eucaristica che ha visto riuniti nella Cattedrale pastori e fedeli dei diversi riti cattolici presenti in Turchia. Vi hanno assistito anche il Patriarca ecumenico, il Vicario patriarcale armeno apostolico, il Metropolita siro-ortodosso ed esponenti protestanti. Insieme abbiamo invocato lo Spirito Santo, Colui che fa l'unità della Chiesa: unità nella fede, unità nella carità, unità nella coesione interiore. Il Popolo di Dio, nella ricchezza delle sue tradizioni e articolazioni, è chiamato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, in atteggiamento costante di apertura, di docilità e di obbedienza. Il nostro cammino di dialogo ecumenico è anche dell'unità nostra, della nostra Chiesa cattolica, quello che fa tutto è lo Spirito Santo. A noi tocca lasciarlo fare, accoglierlo e andare dietro le sue ispirazioni".
"Il terzo e ultimo giorno, festa di Sant'Andrea apostolo, ha offerto il contesto ideale per consolidare i rapporti fraterni tra il Vescovo di Roma, successore di Pietro, e il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, successore di Andrea, fratello di Simon Pietro, che ha fondato quella Chiesa. Ho rinnovato con Sua Santità Bartolomeo I l'impegno reciproco a proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici e ortodossi. Insieme abbiamo sottoscritto una Dichiarazione congiunta, ulteriore tappa di questo cammino. E' stato particolarmente significativo che questo atto sia avvenuto al termine della solenne Liturgia della festa di sant'Andrea, alla quale ho assistito con grande gioia, e che è stata seguita dalla duplice benedizione impartita dal Patriarca di Costantinopoli e dal Vescovo di Roma. La preghiera infatti è la base per ogni fruttuoso dialogo ecumenico sotto la guida dello Spirito Santo, che come ho detto è quello che fa l'unità".
Infine, Papa Francesco ha ricordato l'ultimo incontro, definito "bello e anche doloroso", con un gruppo di ragazzi profughi, ospiti dei Salesiani. "Era molto importante per me incontrare alcuni profughi dalle zone di guerra del Medio Oriente, sia per esprimere loro la vicinanza mia e della Chiesa, sia per sottolineare il valore dell'accoglienza, in cui anche la Turchia si è molto impegnata. Ringrazio una volta in più la Turchia per questa accoglienza di tanti profughi e ringrazio di cuore i salesiani di Istanbul. Ma, questi Salesiani lavorano con i profughi, sono bravi! Anche ho incontrato altri padri e un gesuita tedeschi e altri che lavorano con i profughi, ma quell'oratorio salesiano dei profughi è una cosa bella, è un lavoro nascosto. Ringrazio tanto tutte quelle persone che lavorano con i profughi. E Preghiamo per tutti i profughi e i rifugiati, e perché siano rimosse le cause di questa dolorosa piaga".
"Dio onnipotente e misericordioso - ha concluso il Papa - continui a proteggere il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni. Possano costruire insieme un futuro di pace, così che la Turchia possa rappresentare un luogo di pacifica coesistenza fra religioni e culture diverse. Preghiamo inoltre perché, per intercessione della Vergine Maria, lo Spirito Santo renda fecondo questo viaggio apostolico e favorisca nella Chiesa il fervore missionario, per annunciare a tutti i popoli, nel rispetto e nel dialogo fraterno, che il Signore Gesù è verità, pace e amore. Solo Lui è il Signore".
29/05/2014