Papa: il card. Obando Bravo, ‘pastore instancabile’ ed eroe della riconciliazione
Telegramma di Francesco per la morte dell’ex arcivescovo di Managua, definito da una legge “Sacerdote nazionale per la pace e la riconciliazione”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Un pastore instancabile che, per anni e con generosa fedeltà, ha dedicato la sua vita al servizio di Dio e della Chiesa”. Papa Francesco ha definito così il cardinale Miguel Obando Bravo, la cui morte è avvenuta il 3 giugno, in un telegramma di cordoglio indirizzato al cardinale Leopoldo José Brenes Solórzano, arcivescovo di Managua, oltre che ai familiari del porporato, ai membri della Società di Don Bosco e “a quanti fanno parte di questa amata arcidiocesi”.
Il cardinale, già arcivescovo di Managua, detto “guerriero”, morto a 92 anni, è legato alle sofferte vicende del suo Paese. Considerato l’eroe della riconciliazione nazionale per la sua opera di mediazione negli anni ’70 tra il dittatore Anastasio Somoza Debayle e i guerriglieri nicaraguensi e, in seguito, negli anni ’80, tra il governo sandinista e i gruppi armati controrivoluzionari, solo pochi anni fa, il 2 aprile 2016, a due mesi esatti dal compimento dei suoi 90 anni è stato dichiarato ufficialmente «Sacerdote nazionale per la pace e la riconciliazione», con una legge approvata con 65 voti a favore e un solo voto contrario.
Proprio il giorno prima della morte del cardinale, all’Angelus il Papa si era detto unito “ai miei fratelli vescovi del Nicaragua nell’esprimere dolore per le gravi violenze, con morti e feriti, compiute da gruppi armati per reprimere proteste sociali. Prego per le vittime e per i loro familiari. La Chiesa è sempre per il dialogo, ma questo richiede l’impegno fattivo a rispettare la libertà e prima di tutto la vita. Prego perché cessi ogni violenza e si assicurino le condizioni per la ripresa al più presto del dialogo”.