Papa: il 29 giugno 14 nuovi cardinali, tre sono asiatici
Al Regina Caeli Francesco è tornato a chiedere dialogo per la Terra Santa. Un appello perché in Venezuela non ci sia violenza, specialmente verso i detenuti. ““Da quel giorno di Pentecoste, e sino alla fine dei tempi, questa santità, la cui pienezza è Cristo, viene donata a tutti coloro che si aprono all’azione dello Spirito Santo e si sforzano di esserle docili”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il 29 giugno il Papa creerà 14 nuovi cardinali. Lo ha annunciato Francesco al termine del Regina Caeli nel corso del quale ha anche lanciato un appello per il Venezuela ed espresso la sua partecipazione alla veglia di preghiera per la pace celebrata ieri sera a Gerusalemme.
Tre dei nuovi porporati sono asiatici: sono Sua Beatitudine Louis Raphaël I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, (Iraq); mons. Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, (Pakistan) e mons. Thomas Aquinas Manyo, arcivescovo di Osaka, in Giappone. Gli altri futuri cardinali sono: mons. Luis Ladaria, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; mons. Angelo De Donatis, Vicario generale di Roma; mons. Giovanni Angelo Becciu, Sostituto per gli Affari generali della segreteria di Stato e delegato speciale presso il Sovrano militare ordine di Malta; mons. Konrad Krajewski, Elemosiniere apostolico; mons. António dos Santos Marto, vescovo Leiria-Fátima (Portogallo); mons. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo, (Perù); mons. Desiré Tsarahazana, arcivescovo di Toamasina (Madagascar) e mons. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo de L’Aquila (Italia). Insieme ad essi Francesco nominerà tre ultraottantenni: mons. Sergio Obeso Rivera, arcivescovo emerito di Xalapa; mons. Toribio Ticona Porco, prelato emerito di Corocoro e padre Aquilino Bocos Merino, Claretiano.
Alle 30mila persone presenti in piazza san Pietro per la recita della preghiera mariana, in precedenza il Papa aveva ricordato che con la Pentecoste “culmina il tempo pasquale, centrato sulla morte e risurrezione di Gesù. Questa solennità ci fa ricordare e rivivere l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli e gli altri discepoli, riuniti in preghiera con la Vergine Maria nel Cenacolo (cfr At 2,1-11). In quel giorno ha avuto inizio la storia della santità cristiana, perché lo Spirito Santo è la fonte della santità, che non è privilegio di pochi, ma vocazione di tutti”.
“Per il Battesimo, infatti, siamo tutti chiamati a partecipare alla stessa vita divina di Cristo e, con la Confermazione, a diventare suoi testimoni nel mondo. «Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 6). Come afferma il Concilio Vaticano II, «Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità» (Cost. dogm. Lumen gentium, 9)”.
“Da quel giorno di Pentecoste, e sino alla fine dei tempi, questa santità, la cui pienezza è Cristo, viene donata a tutti coloro che si aprono all’azione dello Spirito Santo e si sforzano di esserle docili. Infatti, un altro aspetto fondamentale della santità è quello di essere il frutto per eccellenza dello Spirito Santo. Quando ci apriamo allo Spirito e ci lasciamo condurre da Lui, allora ci incamminiamo sulla via della santificazione, che consiste nel vivere in maniera degna di Dio e che ci fa sperimentare una gioia piena. Lo Spirito Santo, venendo in noi, sconfigge l’aridità, apre i cuori alla speranza, stimola e favorisce la maturazione interiore nel rapporto con Dio e con il prossimo. È quanto ci dice San Paolo: «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé» (Gal 5,22)”.
Dopo il Regina Caeli, Francesco ha detto che “la Pentecoste ci porta col cuore a Gerusalemme. Ieri sera sono stato spiritualmente unito alla veglia di preghiera per la pace che ha avuto luogo in quella Città, santa per ebrei, cristiani e musulmani. E oggi continuiamo a invocare lo Spirito Santo perché susciti volontà e gesti di dialogo e di riconciliazione in Terra Santa e in tutto il Medio Oriente”.
L’appello per “l’amato Venezuela” è stato l’ultimo pensiero espresso dal Papa. “Che lo Spirito Santo dia a tutti la saggezza, a persone, governanti, a tutti”. “Prego anche - ha concluso – per i detenuti morti ieri”.
30/09/2023 08:00