Papa: il 24 novembre creerà sei nuovi cardinali, tre sono asiatici
Città del Vaticano (AsiaNews) - Il 24 novembre la Chiesa cattolica avrà sei nuovi cardinali, tre dei quali asiatici. Lo ha annunciato oggi Benedetto XVI al termine dell'udienza generale. "I cardinali - ha detto il Papa - hanno il compito di aiutare il successore di Pietro nello svolgimento del suo Ministero di confermare i fratelli nella fede e di essere principio e fondamento dell'unità e della comunione della Chiesa". I nuovi cardinali - ha aggiunto - "svolgono il loro ministero a servizio della Santa Sede o quali Padri e Pastori di Chiese particolari in varie parti del mondo".
I nuovi porporati sono mons. James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, che sarà nominato arciprete della basilica di san Paolo fuori le mura; sua beatitudine Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano); sua beatitudine Baselios Cleemis Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei Siro-Malankaresi (India); mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja (Nigeria); mons. Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotà (Colombia); mons. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila (Filippine).
Prima dell'annuncio del concistoro, Benedetto XVI ha proseguito nella serie di catechesi che, in questo Anno della fede, egli dedica alla fede. La questione posta oggi alle 25mila persone presenti in piazza san Pietro per l'udienza generale è cos'è la fede oggi, in un mondo in cui scienza e tecnica hanno aperto orizzonti un tempo impensabili, ma nel quale "l'uomo non sembra diventato più libero" e ci sono tante forme di sfruttamento, violenza e ingiustizia: "cresce il deserto spirituale e a volte, si ha come la sensazione, da certi avvenimenti di cui abbiamo notizia tutti i giorni, che il mondo non vada verso la costruzione di una comunità più fraterna e più pacifica; le stesse idee di progresso e di benessere mostrano anche le loro ombre".
In questo mondo, ha osservato, da un lato c'è una cultura che "ha educato a muoversi solo nell'orizzonte delle cose, del fattibile, a credere solo in ciò che si vede e si tocca con le proprie mani", ma d'altra parte "cresce anche il numero di quanti si sentono disorientati e, nella ricerca di andare oltre una visione solo orizzontale della realtà, sono disponibili a credere a tutto e al suo contrario".
"In questo contesto riemergono alcune domande fondamentali, che sono molto più concrete di quanto appaiano a prima vista: che senso ha vivere? C'è un futuro per l'uomo, per noi e per le nuove generazioni? In che direzione orientare le scelte della nostra libertà per un esito buono e felice della vita? Che cosa ci aspetta oltre la soglia della morte?". "Da queste insopprimibili domande emerge come il mondo della pianificazione, del calcolo esatto e della sperimentazione, in una parola il sapere della scienza, pur importante per la vita dell'uomo, da solo non basta. Noi abbiamo bisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di speranza, di un fondamento sicuro, di un terreno solido che ci aiuti a vivere con un senso autentico anche nella crisi, nelle oscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani".
La fede ci dà proprio questo. "Noi abbiamo bisogno non solo del pane materiale, abbiamo bisogno di amore, di significato e di speranza, di un fondamento sicuro, di un terreno solido che ci aiuti a vivere con un senso autentico anche nella crisi, nelle oscurità, nelle difficoltà e nei problemi quotidiani. La fede ci dona proprio questo: è un fiducioso affidarsi a un «Tu», che è Dio, il quale mi dà una certezza diversa, ma non meno solida di quella che mi viene dal calcolo esatto o dalla scienza. La fede non è un semplice assenso intellettuale dell'uomo a delle verità particolari su Dio; è un atto con cui mi affido liberamente a un Dio che è Padre e mi ama; è adesione a un «Tu» che mi dona speranza e fiducia".
La fede è incontrare questo "tu", questo "amore indistruttibile" affidarmi a Dio "con l'atteggiamento del bambino, il quale sa bene che tutte le sue difficoltà, tutti i suoi problemi sono al sicuro nel «tu» della madre. E questa possibilità di salvezza attraverso la fede è un dono che Dio offre a tutti gli uomini. Penso che dovremmo meditare più spesso - nella nostra vita quotidiana, caratterizzata da problemi e situazioni a volte drammatiche, dobbiamo riflettere sul fatto che credere cristianamente significa questo abbandonarmi con fiducia al senso profondo che sostiene me e il mondo, quel senso che noi non siamo in grado di darci, ma solo di ricevere come dono, e che è il fondamento su cui possiamo vivere senza paura. E questa certezza liberante e rassicurante della fede dobbiamo essere capaci di annunciarla con la parola e di mostrarla con la nostra vita di cristiani".