Papa: gli embrioni e le persone malate e anziane non vanno trattati “come materiale scartabile”
“La Chiesa, pur sensibile ai temi della bioetica, “non rivendica alcuno spazio privilegiato in questo campo”. “Si tratta, in sostanza, di servire l’uomo, tutto l’uomo, tutti gli uomini e le donne, con particolare attenzione e cura per i soggetti più deboli e svantaggiati, che stentano a far sentire la loro voce, oppure non possono ancora, o non possono più, farla sentire”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Gli embrioni umani e le persone malate e anziane che si avvicinano alla morte non vanno trattati “come materiale scartabile”, perché la scienza deve essere al servizio dell’uomo e applicazioni biotecnologiche in campo medico “non possono mai essere utilizzate in modo lesivo della dignità umana, e nemmeno devono essere guidate unicamente da scopi industriali e commerciali”.
Il rispetto della persona, soprattutto quella più debole e indifesa, è stata al centro del discorso che il Papa ha rivolto oggi al Comitato italiano per la bioetica, nel quale ha anche sottolineato che la Chiesa, pur sensibile ai temi della bioetica, “non rivendica alcuno spazio privilegiato in questo campo, anzi, è soddisfatta quando la coscienza civile, ai vari livelli, è in grado di riflettere, di discernere e di operare sulla base della libera e aperta razionalità e dei valori costitutivi della persona e della società. Infatti, proprio questa responsabile maturità civile è il segno che la semina del Vangelo – questa sì, rivelata e affidata alla Chiesa – ha portato frutto, riuscendo a promuovere la ricerca del vero e del bene nelle complesse questioni umane ed etiche”.
“Si tratta, in sostanza, di servire l’uomo, tutto l’uomo, tutti gli uomini e le donne, con particolare attenzione e cura – come è stato ricordato – per i soggetti più deboli e svantaggiati, che stentano a far sentire la loro voce, oppure non possono ancora, o non possono più, farla sentire. Su questo terreno la comunità ecclesiale e quella civile si incontrano e sono chiamate a collaborare, secondo le rispettive, distinte competenze”.
Il Papa ha riconosciuto che il Comitato “ha più volte trattato il rispetto per l’integrità dell’essere umano e la tutela della salute dal concepimento fino alla morte naturale, considerando la persona nella sua singolarità, sempre come fine e mai semplicemente come mezzo”. “Tale principio etico è fondamentale anche per quanto concerne le applicazioni biotecnologiche in campo medico, le quali non possono mai essere utilizzate in modo lesivo della dignità umana, e nemmeno devono essere guidate unicamente da scopi industriali e commerciali”. La bioetica, infatti, “è nata per confrontare, attraverso uno sforzo critico, le ragioni e le condizioni richieste dalla dignità della persona umana con gli sviluppi delle scienze e delle tecnologie biologiche e mediche" che "nel loro ritmo accelerato, rischiano di smarrire ogni riferimento che non sia l’utilità e il profitto”.
Il “lavoro di ricerca della verità etica”, ha detto ancora Francesco, in “un contesto segnato dal relativismo e poco fiducioso nelle capacità della ragione umana” è “impegnativo” e “non è facile”. La ricerca di “un’armonica conclusione” richiede “sempre umiltà e realismo, e non teme il confronto tra le diverse posizioni” e “la testimonianza data alla verità contribuisce alla maturazione della coscienza civile”. Di qui l’invito ad uno “sforzo sempre maggiore verso un confronto internazionale in vista di una possibile” armonizzazione “delle regole delle attività biologiche e mediche, regole che sappiano riconoscere i valori e i diritti fondamentali”.