Papa: giovani non sperperate la vita, ma costruite una società giusta e fraterna
Una solida formazione per non divenire preda di materialismo e laicismo, facendosi invece testimoni tra i coetaei e gli ambienti di studio e di lavoro. “Rispetto” per il matrimonio – non ci sarà felicità senza castità e fedeltà – per gli anziani e la natura.
San Paolo (AsiaNews) - La giovinezza non va “sperperata”, ma vissuta con gioia e responsabilità per dare senso alla vita, perché “siamo, per così dire, opera delle nostre mani”: perché è attraverso una condotta cristianamente ispirata che i giovani non saranno preda del materialismo e del laicismo della nostra epoca, ma sapranno invece divenire liberi protagonisti di una società più giusta e fraterna, nella quale siano rispettati valori come il matrimonio, la famiglia, la solidarietà, gli anziani, il lavoro e la natura. Per la quale, e in particolare per l’Amazzonia – ricordata anche nel discorso - il Papa ha anche lasciato un’offerta ai vescovi, partecipando così alla campagna lanciata dall’episcopato.
E’ stato lungo e articolato il discorso che Benedetto XVI ha rivolto questa sera ai 70mila giovani che hanno riempito di calore, grida ed entusiasmo tutti gli spazi dello Stadio “Paulo Machado de Carvalho” di Pacaembu, a San Paolo del Brasile, e le strade ad esso adiacenti, percorse dal Papa. Coreografie danzate e cantate, gruppi divenuti macchie di bianco, giallo e blu, a seconda delle magliette indossate, intorno al grande altare a forma di una grande colomba bianca resa brillante dalle luci, in una serata fresca e nella quale le nubi che in mattinata avevano lasciato cadere la pioggia, si sono aperte, mentre i maxischermi mandavano immagini della splendida natura del Paese.
Dedicato al tema “Giovane, discepolo e missionario di Gesù Cristo”, l’incontro che Benedetto XVI ha affrontato commentando l’episodio evangelico del giovane ricco, ha dato occasione al Papa da un lato di indicare ai giovani le cose in cui credere ed i valori da seguire, e dall’altro di spingerli a saper essere “testimoni” – “la testimonianza – ha detto - è più valida della scienza” – tra i loro coetanei e nella società tutta.
“Potete – ha affermato infatti - essere protagonisti di una società nuova, se cercherete di mettere in pratica una condotta concreta ispirata ai valori morali universali, ma anche un impegno personale di formazione umana e spirituale di importanza vitale. Un uomo o una donna non preparati alle sfide reali poste da un’interpretazione corretta della vita cristiana del proprio ambiente saranno facile preda di tutti gli assalti del materialismo e del laicismo, sempre più attivi a tutti i livelli. Siate uomini e donne liberi e responsabili; fate della famiglia un centro irradiante pace e gioia; siate promotori della vita, dall'inizio fino al suo declino naturale; tutelate gli anziani, poiché essi meritano rispetto e ammirazione per il bene che vi hanno fatto”.
E la prospettiva proposta dal Papa si è ulteriormente allargata: “Esiste, in ultima analisi – ha sottolineato - un immenso panorama di azione nel quale le questioni di ordine sociale, economico e politico acquisiscono un rilievo particolare, sempre che la loro fonte d'ispirazione siano il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa. La costruzione di una società più giusta e solidale, riconciliata e pacifica; l’impegno a frenare la violenza; le iniziative di promozione della vita piena, dell'ordine democratico e del bene comune e, specialmente, quelle che mirano ad eliminare certe discriminazioni esistenti” sono motivo di “arricchimento reciproco”.
Il ragionamento di Benedetto XVI era partito dalla domanda del giovane ricco del Vangelo “cosa fare per raggiungere la vita eterna?”. Ciò, nelle parole del Papa, “non riguarda soltanto il futuro. Non riguarda solo la questione del che cosa accadrà dopo la morte. Al contrario, esiste un impegno con il presente, qui e adesso, che deve garantire autenticità e di conseguenza il futuro. In sintesi, la domanda pone in questione il senso della vita. Perciò può essere formulata così: cosa devo fare affinché la mia vita abbia senso? Cioè: come devo vivere per cogliere pienamente i frutti della vita? O ancora: che cosa devo fare perché la mia vita non trascorra inutilmente? Gesù è l'unico che ci può dare una risposta, perchè è l'unico che ci può garantire la vita eterna. Perciò è anche l'unico che riesce a mostrare il senso della vita presente e a conferirle un contenuto di pienezza”.
E’ da questa convinzione, da maturare e approfondire, ma soprattutto da vivere, che Benedetto XVI ha fatto discendere la “testimonianza” anche di un modo di vivere non omologato a quello della società del consumo. Di qui, ad esempio, la domanda di “rispettare” il matrimonio. “Non potrà aversi – ha affermato in proposito - vera felicità nei focolari se, al tempo stesso, non ci sarà fedeltà tra i coniugi. Il matrimonio è un’istituzione di diritto naturale, che è stata elevata da Cristo alla dignità di Sacramento; è un grande dono che Dio ha fatto all’umanità. Rispettatelo, veneratelo. Al tempo stesso, Dio vi chiama a rispettarvi gli uni gli altri anche nell'innamoramento e nel fidanzamento, poiché la vita coniugale, che per disposizione divina è riservata alle coppie sposate, sarà fonte di felicità e di pace solo nella misura in cui saprete fare della castità, dentro e fuori del matrimonio, un baluardo delle vostre speranze future”.
In conclusione, “il Papa – ha detto infine - s’aspetta anche che i giovani cerchino di santificare il loro lavoro, compiendolo con competenza tecnica e con diligenza, per contribuire al progresso di tutti i loro fratelli e per illuminare con la luce del Verbo tutte le attività umane (cfr Lumen gentium, 36). Ma, soprattutto, il Papa si augura che essi sappiano essere protagonisti di una società più giusta e più fraterna, adempiendo i doveri nei confronti dello Stato: rispettando le sue leggi; non lasciandosi trasportare dall'odio e dalla violenza; cercando di essere esempio di condotta cristiana nell'ambiente professionale e sociale, distinguendosi per l'onestà nei rapporti sociali e professionali. Si ricordino che la smisurata ambizione di ricchezza e di potere porta alla corruzione personale e altrui; non vi sono motivi validi che giustifichino il tentativo di far prevalere le proprie aspirazioni umane, sia economiche che politiche, mediante la frode e l'inganno”.
Si è conclusa così la seconda giornata della visita di Benedetto XVI in Brasile, che ha visto il Papa, questa mattina, recarsi in visita di cortesia al Presidente della Repubblica, Luiz Inácio Lula da Silva al Palacio dos Bandeirantes di Son Paolo e, successivamente ha ricevuto nel Monastero di Sao Bento, sua residenza in città, i rappresentanti di altre confessioni cristiane e di altre religioni.
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