Papa: ecumenismo, “strada lenta e in salita”, ma da percorrere
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’“ecumenismo è una strada lenta e in salita, come ogni strada di pentimento”, ma occorre “perseverare nel fare ogni sforzo per proseguire questa salita lenta, ma importante”. E nel 2006, a giudizio di Benedetto XVI, sono stati compiuti “passi verso l’unità”, in primo luogo nel rapporto con il patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a proposito del quale “desidero – ha detto - ricordare i tanti gesti più eloquenti delle parole”. Con Costantinopoli egli ha poi assicurato il suo impegno “ad agire affinché si traggano tutte le conseguenze per la realizzazione dell'abbraccio di pace che con Sua Santità Bartolomeo I ci siamo scambiati in occasione della Divina liturgia nella chiesa di San Giorgio al Fanar”, lo scorso novembre, durante “l’indimenticabile” viaggio in Turchia.
Il bilancio dei “passi” compiuti nel cammino ecumenico durante il 2006 è stato tracciato oggi dal Papa nel discorso che ha rivolto alle 5mila persone presenti all'udienza generale, nell’aula Paolo VI, in Vaticano. Benedetto XVI ha ripercorso i vari incontri ecumenici tenuti lo scorso anno, indicandoli come segno della necessità di “non recedere dai buoni propositi, intensificare i nostri sforzi, lavorare con fiducia” certi che lo Spirito Santo che “ci guida”, “farà il resto”.
Elencando i principali avvenimenti ecumenici Benedetto XVI ha citato, tra l’altro, la visita dell’arcivescovo anglicano di Canterbury, gli incontri con la delegazione dell’Alleanza battista mondiale, con quella della Chiesa ortodossa di Georgia, “che seguo con affetto”, quella del vescovo di Atene ed il messaggio d lui inviato alla conferenza mondiale metodista di Seoul. Indicando poi il vertice dei capi religiosi tenutosi a Mosca a luglio, il Papa ha sottolineato che il patriarca di Russia, Alessio, “ha sollecitato con speciale messaggio l’adesione della Santa Sede”. Sono, nelle parole del Papa, “spazio di gioia”, “soste rinfrescanti” e “di respiro che pongono in luce l’impegno che ci unisce e che è spesso silenzioso ma che è forte”.
Oggi, vigilia della conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, Benedetto XVI ha poi sottolineato che “nella meravigliosa fioritura dell’impegno per l’unità dei cristiani”, il “primo comune dovere e quello della preghiera, pregando e pregando insieme i cristiani diventano più consapevoli del loro stato di fratelli anche se sono ancora divisi ed ascoltano il Signore”. L’unità, infine, va poi manifestata nelle parole, nei contatti tra la gente, nella collaborazione delle comunità locali in ogni parte del mondo e specialmente dove è più difficile compiere gesti verso i fratelli.
24/06/2016 15:15