29/03/2023, 11.34
VATICANO
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Papa: credere non è un'idea, ma un cuore cambiato da Gesù

La conversione di san Paolo al centro dell'udienza generale di oggi in piazza San Pietro. “Diventare cristiano non è un maquillage, che ti cambia solo la faccia". la preghiera di Francesco per i migranti rimasti vittima dell'incendio in un centro di detenzione a a Ciudad Juárez in Messico. 

 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Diventare cristiano non è un maquillage, che ti cambia solo la faccia, l’apparenza. Se tu sei davvero cristiano ti ha cambiato il cuore”. Lo ha detto questa mattina papa Francesco rivolgendosi ai fedeli durante l’udienza generale in piazza San Pietro.

Proseguendo il suo ciclo di catechesi sul tema dello zelo nell’evangelizzazione il pontefice ha iniziato una serie di riflessioni su alcune figure che di questa dimensione hanno dato una testimonianza esemplare. E il primo nome è certamente quello dell’apostolo Paolo: prima della conversione il giovane Saulo, come ancora si chiamava “era già zelante – ha osservato Francesco -  ma Cristo converte il suo zelo: dalla Legge al Vangelo. Ciò che lo ha cambiato non è una semplice idea o una convinzione: è stato l’incontro con il Signore risorto che ha trasformato tutto il suo essere. L’umanità di Paolo, la sua passione per Dio e la sua gloria non viene annientata, ma trasformata, convertita dallo Spirito Santo”. 

Si serve il Signore - ha spiegato il pontefice - “con la nostra umanità, con le nostre prerogative e le nostre caratteristiche, ma ciò che cambia tutto non è un’idea bensì la vita vera e propria, come dice lo stesso Paolo: ‘Se uno è in Cristo, è una nuova creatura’ (2 Cor 5,17). Se tu sei cristiano di apparenza, questo non va – ha aggiunto a braccio - cristiani di maquillage no. Il vero cambiamento è del cuore”.

In questo senso – ha proseguito - “la passione per il Vangelo non è una questione di comprensione o di studi, che pure servono ma non la generano; significa piuttosto ripercorrere quella stessa esperienza di caduta e risurrezione che Saulo/Paolo visse e che è all’origine della trasfigurazione del suo slancio apostolico”.
In questo cambiamento profondo di san Paolo il papa sottolinea anche un altro aspetto: “in lui si verifica una specie di paradosso: finché si ritiene giusto davanti a Dio, allora si sente autorizzato a perseguitare, ad arrestare, anche ad uccidere, come nel caso di Stefano; ma quando, illuminato dal Signore Risorto, scopre di essere stato ‘un bestemmiatore e un violento’ (cfr 1 Tm 1,13), allora incomincia a essere davvero capace di amare”. 

Di qui la domanda rivolta a tutti oggi: “Che cosa significa Gesù per me? L’ho lasciato entrare nel cuore - ha chiesto Francesco - o soltanto lo tengo a portata di mano ma che non venga tanto dentro? Mi sono lasciato cambiare da Lui? O soltanto Gesù è un’idea, una teologia che vada avanti… Questo è lo zelo: quando uno trova Gesù sente il fuoco come Paolo e deve predicare Gesù, deve parlare di Gesù, deve aiutare la gente, deve fare cose buone”. Altrimenti si rimane solo “ideologi del cristianesimo” e questo non serve alla salvezza. "Che il Signore ci aiuti a trovare Gesù, a incontrare Gesù – ha concluso - e che questo Gesù da dentro ci cambi la vita e ci aiuti ad aiutare gli altri".

Nei saluti ai fedeli di lingua spagnola Francesco ha invitato poi a pregare per le vittime di “un tragico incendio” scoppiato ieri sera a Ciudad Juárez, all'interno di un centro di detenzione per i migranti. Sono almeno 39 i morti, in gran parte cittadini del Guatemala. Il papa ha espresso il suo dolore e invocato la consolazione per i familiari delle vittime. Infine ha rivolto il consueto pensiero alla “martoriata Ucraina” invitando a perseverare nella preghiera per la pace.

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