19/12/2021, 12.49
VATICANO
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Papa: come Maria non pensiamo a chi chiedere aiuto, ma a chi portare aiuto

“Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, San Tommaso Moro o San Filippo Neri. Possiamo chiedere questa grazia, del sano umorismo”. Vicinanza alle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Rai. 

Città del Vaticano (AsiaNews) – Non autocompiangerci, ma “gettare in Dio” i pensieri tristi e guardarsi intorno per vedere se c’è qualcuno al quale offrire il nostro aiuto, come ha fatto Maria che, dopo l’annuncio dell’angelo, “si alzò e andò”, “in fretta” da Elisabetta. E’ l’invito rivolto da papa Francesco nell’ultima domenica di Avvento alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro per la recita dell’Angelus, dopo la recita del quale ha anche invitato a pregare per la popolazione delle Filippine, colpite da un tifone.

“Alzarsi e camminare in fretta”, ha evidenziato. “Sono i due movimenti che Maria ha fatto e che invita anche noi a fare in vista del Natale. Anzitutto, alzarsi. Dopo l’annuncio dell’angelo, per la Vergine si profilava un periodo difficile: la sua gravidanza inattesa la esponeva a incomprensioni e anche a pene severe, anche alla lapidazione, nella cultura di quel tempo. Immaginiamo quanti pensieri e turbamenti aveva! Tuttavia non si scoraggia, non si abbatte, ma si alza. Non volge lo sguardo in basso, verso i problemi, ma in alto, verso Dio. E non pensa a chi chiedere aiuto, ma a chi portare aiuto”. “Sempre Maria pensa agli altri. Impariamo dalla Madonna questo modo di reagire: alzarci, soprattutto quando le difficoltà rischiano di schiacciarci. Alzarci, per non rimanere impantanati nei problemi, sprofondando nell’autocommiserazione e in una tristezza che paralizza. Ma perché alzarci? Perché Dio è grande ed è pronto a rialzarci se noi gli tendiamo la mano. Allora gettiamo in Lui i pensieri negativi, le paure che bloccano ogni slancio e impediscono di andare avanti”.

“E poi – ha aggiunto - facciamo come Maria: guardiamoci attorno e cerchiamo qualche persona a cui possiamo essere di aiuto! C’è qualche anziano che conosco a cui posso fare un po’ di compagnia, un servizio, una gentilezza, una telefonata? Aiutando gli altri, aiuteremo noi stessi a rialzarci dalle difficoltà. Il secondo movimento è camminare in fretta. Non vuol dire procedere con agitazione, in modo affannato: si tratta invece di condurre le nostre giornate con passo lieto, guardando avanti con fiducia, senza trascinarci di malavoglia, schiavi delle lamentele, che rovinano la vita, sempre alla ricerca di qualcuno da incolpare. Andando verso la casa di Elisabetta, Maria procede con il passo svelto di chi ha il cuore e la vita pieni di Dio, pieni della sua gioia. Allora chiediamoci: com’è il mio ‘passo’? Sono propositivo oppure mi attardo nella malinconia? Vado avanti con speranza o mi fermo per piangermi addosso? Se procediamo con il passo stanco dei brontolii e delle chiacchiere, non porteremo Dio a nessuno. Fa tanto bene, invece, coltivare un sano umorismo, come facevano, ad esempio, San Tommaso Moro o San Filippo Neri. Possiamo chiedere questa grazia, del sano umorismo. Non dimentichiamo che il primo atto di carità che possiamo fare al prossimo è offrirgli un volto sereno e sorridente. È portargli la gioia di Gesù, come ha fatto Maria con Elisabetta. La Madre di Dio ci prenda per mano, ci aiuti ad alzarci e a camminare in fretta verso il Natale!”.

Dopo l’Angelus, Francesco ha espresso vicinanza alle popolazioni delle Filippine, colpite da un tifone Rai "che ha distrutto tante abitazioni. Che il Santo Niño porti consolazione e speranza alle famiglie più in difficoltà; e a tutti noi ispiri aiuti concreti! Il primo aiuto concreto è la preghiera",

Prima di affacciarsi sulla piazza per la recita della preghiera mariana, Francesco si era recato nell’aula Paolo VI per incontrare (nella foto) circa 350 persone legate alle attività del Dispensario pediatrico S. Marta, che opera da cento anni.

In un’atmosfera festosa, scandita dalla distribuzione di piccoli pacchi natalizi fatti di giocattoli e vestiti ricevuti in questi giorni grazie alla solidarietà di tanti, Francesco parlando con i bambini ha parlato dell’ascolto ai bisogni della gente. "Se – ha chiesto - io vado per la strada e incontro una persona che non è buona, è cattiva, ma ha freddo, ha fame, cosa è meglio fare? Me ne vado o mi fermo?". C'è qualche esitazione... poi qualcuno risponde: "Mi fermo a dare aiuto".

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