Papa: come Maria, tutti siamo chiamati a dare il nostro sì a Dio
La Madonna ha accettato di “dare” a Gesù la carne per “discendere” dal cielo ed è stata “assunta” nel luogo da cui egli era disceso. E’ in certo senso il destino di tutti gli uomini, ai quali Dio chiede di mettere a disposizione la nostra esistenza, per poter essere nel mondo. Agli uomini dà l’eucaristia, con la quale si vince la morte.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – Ciò che è accaduto a Maria “vale” per ogni uomo e ogni donna. Tutti siamo chiamati a dare a Dio il nostro sì per divenire “membra” del corpo del quale Gesù è il capo e, grazie all’eucaristia, vincere la morte. Il giorno dopo la festa dell’Assunzione, Benedetto XVI ha dedicato ancora alla Madonna la riflessione proposta ai fedeli prima della recita dell’Angelus.
Alle quattromila persone presenti nel cortile interno del palazzo apostolico di Castel Gandolfo e a quelle riunite nella piazza antistante, il Papa, prendendo spunto dall Vangelo di oggi, ha detto che “”non si può non restare colpiti da questa corrispondenza, che ruota intorno al simbolo del ‘cielo’: Maria è stata ‘assunta’ nel luogo dal quale il suo Figlio era ‘disceso’. Naturalmente questo linguaggio, che è biblico, esprime in termini figurati qualcosa a cui ci si potrebbe avvicinare solo mediante concetti non certamente facili. Ma fermiamoci un momento a riflettere! Gesù si presenta come il ‘pane vivo’, cioè il nutrimento che contiene la vita stessa di Dio ed è in grado di comunicarla a chi mangia di Lui. Egli dice: ‘Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo’ (Gv 6,51). Ebbene, da chi il Figlio di Dio ha preso la sua "carne", la sua umanità concreta e terrena? L’ha presa dalla Vergine Maria. Dio ha assunto da Lei il corpo umano per entrare nella nostra condizione mortale. A sua volta, alla fine dell’esistenza terrena, il corpo della Vergine è stato assunto in cielo da parte di Dio e fatto entrare nella condizione celeste. E’ una sorta di scambio, in cui Dio ha sempre la piena iniziativa, ma, in un certo senso, ha anche bisogno di Maria, per preparare la materia del suo sacrificio: il corpo e il sangue, da offrire sulla Croce quale strumento di vita eterna e, nel sacramento dell’Eucaristia, quale cibo e bevanda spirituali”.
“Ciò che è accaduto in Maria – ha proseguito Benedetto XVI - vale anche per ogni uomo e ogni donna. Ad ognuno di noi Dio chiede di accoglierLo, di mettergli a disposizione il nostro cuore e il nostro corpo, la nostra intera esistenza, perché Egli possa abitare nel mondo. Ci chiama ad unirci a Lui nel sacramento dell’Eucaristia, per formare insieme la Chiesa, Pane spezzato per la vita del mondo. E se noi diciamo sì, come Maria, anzi nella misura stessa di questo nostro ‘sì’, avviene anche per noi e in noi quel misterioso scambio: veniamo assunti nella divinità di Colui che ha assunto la nostra umanità. L’Eucaristia è il mezzo, lo strumento di questo reciproco trasformarsi, che ha sempre Dio come fine e come attore principale: Lui è il Capo e noi le membra, Lui la Vite, noi i tralci. Chi mangia di questo Pane e vive in comunione con Gesù lasciandosi trasformare da Lui e in Lui, è salvato dalla morte eterna: certamente muore come tutti, partecipando anche al mistero della passione e della croce di Cristo, ma non è più schiavo della morte, e risorgerà nell’ultimo giorno, per godere la festa eterna con Maria e tutti i Santi”.
“Questo mistero di vita eterna – ha concluso - incomincia quaggiù: è mistero di fede, di speranza e di amore, che si celebra nella liturgia, specialmente eucaristica, e si esprime nella comunione fraterna e nel servizio al prossimo. Preghiamo la Vergine Santa, affinché ci aiuti a nutrirci sempre con fede del Pane di vita eterna per sperimentare già sulla terra la gioia del Cielo”.
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