Papa: chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere
Compiere la volontà di Dio, nelle parole di Benedetto XVI “‘riempie di contenuto la libertà, che altrimenti rimarrebbe ‘vuota’ possibilità di fare o di non fare qualcosa”. Un appello per la liberazione dei rapiti, in un pensiero per i deputati regionali uccisi in Colombia.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “La verità vi farà liberi”: la frase evangelica che Giovanni Paolo II diceva essergli la più cara, è risuonata oggi nelle parole che Benedetto XVI ha rivolto alle 40mila persone presenti alla recita del’Angelus, evocata per ricordare quanti pur soffrendo la persecuzione, restano liberi, perché “chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere”.
Il giorno dopo la pubblicazione della sua Lettera alla Chiesa di Cina, pur non facendovi il Papa alcun diretto riferimento, il pensiero di quanti lo hanno ascoltato è andato a quanti, in quel Paese, hanno sofferto e soffrono per la loro fedeltà a Gesù.
Prendendo infatti spunto dalle letture della messa domenicale, Benedetto XVI ha infatti dedicato la sua riflessione prima della preghiera mariana alla libertà dell’uomo ed a quella religiosa in particolare. Commentando le parole di Luca “mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9,51), il Papa ha sottolineato come “nell’espressione ‘decisamente’ possiamo intravedere la libertà di Cristo. Egli infatti sa che a Gerusalemme lo attende la morte di croce, ma in obbedienza alla volontà del Padre offre se stesso per amore. E’ in questa sua obbedienza al Padre – ha proseguito - che Gesù realizza la propria libertà come consapevole scelta motivata dall’amore. Chi è libero più di Lui che è l’Onnipotente? Egli però non ha vissuto la sua libertà come arbitrio o come dominio. L’ha vissuta come servizio. In questo modo ha ‘riempito’ di contenuto la libertà, che altrimenti rimarrebbe ‘vuota’ possibilità di fare o di non fare qualcosa. Come la vita stessa dell’uomo, la libertà trae senso dall’amore. Chi infatti è più libero? Chi si riserva tutte le possibilità per paura di perderle, oppure chi si spende ‘decisamente’ nel servizio e così si ritrova pieno di vita per l’amore che ha donato e ricevuto?”.
“La libertà cristiana – ha detto ancora il Papa - è dunque tutt’altro che arbitrarietà; è sequela di Cristo nel dono di sé sino al sacrificio della Croce. Può sembrare un paradosso, ma il culmine della sua libertà il Signore l’ha vissuto sulla croce, come vertice dell’amore”.
“Questa esperienza – ha proseguito - l’hanno condivisa tanti altri testimoni della verità: uomini e donne che hanno dimostrato di rimanere liberi anche in una cella di prigione e sotto le minacce della tortura. ‘La verità vi farà liberi’. Chi appartiene alla verità, non sarà mai schiavo di nessun potere, ma saprà sempre liberamente farsi servo dei fratelli”.
Dopo la recita dell’Angelus, Benedetto XVI ha commentato “la triste notizia del barbaro assassinio di undici deputati regionali del dipartimento del Valle del Cauca, in Colombia, che per più di cinque anni sono rimasti nelle mani delle Forze armate rivoluzionarie di Colombia. Mentre elevo preghiere in loro suffragio, mi unisco – ha detto - al profondo dolore dei familiari e dell’amata Nazione colombiana, ancora una volta funestata dall’odio fratricida. Rinnovo il mio accorato appello affinché cessi immediatamente ogni sequestro e vengano restituiti all’affetto dei loro cari quanti sono tuttora vittime di tali inammissibili forme di violenza”.
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