24/07/2011, 00.00
VATICANO
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Papa: attentato in Norvegia, abbandonare per sempre le vie dell’odio e del male

Ricordando l’esempio di re Salomone, all’Angelus Benedetto XVI sottolinea l’esigenza di riconoscere il bene dal male. Quanti hanno responsabilità politica hanno particolare bisogno dell’aiuto di Dio.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – Il Papa ha espresso oggi “profondo dolore” per le vittime dell’attentato in Norvegia, ha invitato alla preghiera per quanti sono stati colpiti e ha rinnovato il suo “accorato appello ad abbandonare per sempre la via dell’odio e a fuggire dalle logiche del male”. Benedetto XVI che già ieri aveva espresso in un messaggio a re Harald V la propria solidarietà er le vittime di un atto di “insensata violenza” ha rietuto oggi la sua parteciazione al dolore della nazione doo la recita dell’Angelus.

Prima della recita della preghuiera mariana, alle quattromila persone presenti nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo, prendendo spunto dalla figura di re Salmone come è descritta nella liturgia di oggi, ha ammonito a seguire la coscienza morale, che insegna a distinguere il bene dal male e a rifuggire quest’ultimo.

Salomone, ha ricordato il Papa, “pregò Dio di concedergli "un cuore docile". Che cosa significa questa espressione? Sappiamo che il "cuore" nella Bibbia non indica solo una parte del corpo, ma il centro della persona, la sede delle sue intenzioni e dei suoi giudizi. Potremmo dire: la coscienza. "Cuore docile" allora significa una coscienza che sa ascoltare, che è sensibile alla voce della verità, e per questo è capace di discernere il bene dal male. Nel caso di Salomone, la richiesta è motivata dalla responsabilità di guidare una nazione, Israele, il popolo che Dio ha scelto per manifestare al mondo il suo disegno di salvezza. Il re d’Israele, pertanto, deve cercare di essere sempre in sintonia con Dio, in ascolto della sua Parola, per guidare il popolo nelle vie del Signore, la via della giustizia e della pace”.

“Ma – ha proseguito - l’esempio di Salomone vale per ogni uomo. Ognuno di noi ha una coscienza per essere in un certo senso "re", cioè per esercitare la grande dignità umana di agire secondo la retta coscienza operando il bene ed evitando il male. La coscienza morale presuppone la capacità di ascoltare la voce della verità, di essere docili alle sue indicazioni. Le persone chiamate a compiti di governo hanno naturalmente una responsabilità ulteriore, e quindi – come insegna Salomone – hanno ancora più bisogno dell’aiuto di Dio”.

“Ma ciascuno ha la propria parte da fare, nella concreta situazione in cui si trova. Una mentalità sbagliata ci suggerisce di chiedere a Dio cose o condizioni di favore; in realtà, la vera qualità della nostra vita e della vita sociale dipende dalla retta coscienza di ognuno, dalla capacità di ciascuno e di tutti di riconoscere il bene, separandolo dal male, e di cercare pazientemente di attuarlo”.

“Chiediamo per questo – la conclusione di Benedetto XVI - l’aiuto della Vergine Maria, Sede della Sapienza. Il suo "cuore" è perfettamente "docile" alla volontà del Signore. Pur essendo una persona umile e semplice, Maria è una regina agli occhi di Dio, e come tale noi la veneriamo. La Vergine Santa aiuti anche noi a formarci, con la grazia di Dio, una coscienza sempre aperta alla verità e sensibile alla giustizia, per servire il Regno di Dio”.
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