Papa: appello per le monache rapite in Siria e "per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto"
Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Francesco invita alla preghiera per le monache ortodosse del convento di Santa Tecla, a Maaloula, "che due giorni fa sono state portate vi con la forza da uomini armati. Preghiamo per queste monache, queste sorelle e per tutte le persone sequestrate a causa del conflitto in corso. Continuiamo a pregare e operare per la pace, affidandoci alla Madonna".
L'appello del Papa è giunto al termine di una udienza generale nella quale alle 60mila persone presenti in piazza san Pietro, il Papa, proseguendo nella riflessione sul "Credo", ha parlato della "resurrezione della carne". Siamo, ha sottolineato, "discepoli di Colui che è venuto, viene ogni giorno e verrà alla fine del mondo" e dal momento che Gesù è risorto, "ci ha aperto la via" e anche noi risorgeremo: "questa non è una bugia. Se Gesù è vivo, voi pensate che ci lascerà morire e mai resuscitare?". "Se riuscissimo ad avere più presente questa realtà, saremmo meno affaticati dal quotidiano, meno prigionieri dell'effimero e più disposti a camminare con cuore misericordioso sulla via della salvezza".
Francesco è partito dall'affermazione che "il fatto che Egli è risorto è la prova che esiste la resurrezione dei morti". La nostra resurrezione, dunque, "è strettamente legata" a quella di Gesù Già la Sacra Scrittura contiene un cammino verso la fede piena nella resurrezione dei morti. "Questa si esprime come fede in Dio creatore di tutto l'uomo - anima e corpo -, e come fede in Dio liberatore, il Dio fedele all'alleanza con il suo popolo".
Gesù nel Nuovo Testamento porta a compimento la rivelazione e "lega la fede nella resurrezione alla sua stessa persona e dice io sono la resurrezione e la via. Infatti, sarà Gesù Signore che risusciterà nell'ultimo giorno quanti avranno creduto in Lui. Gesù è venuto tra noi, si è fatto uomo come noi in tutto, eccetto il peccato; in questo modo ci ha presi con sé nel suo cammino di ritorno al Padre. Egli, il Verbo incarnato, morto per noi e risorto, dona ai suoi discepoli lo Spirito Santo come caparra della piena comunione nel suo Regno glorioso, che attendiamo vigilanti. Questa attesa è la fonte e la ragione della nostra speranza: una speranza che, se coltivata e custodita, la nostra speranza se noi la coltiviamo e la custodiamo diventa luce per illuminare la nostra storia personale e anche la storia comunitaria".
Ma "che cosa significa risuscitare? La risurrezione - la resurrezione di tutti noi - avverrà nell'ultimo giorno, alla fine del mondo, ad opera della onnipotenza di Dio, il quale restituirà la vita al nostro corpo riunendolo all'anima, in forza della risurrezione di Gesù. E questa è la spiegazione fondamentale, perché Gesù è Risorto, noi risusciteremo. Noi abbiamo speranza nella resurrezione, perché Lui ci ha aperto la porta: ci ha aperto la porta a questa resurrezione". E questa trasformazione "questa trasfigurazione del nostro corpo viene preparata in questa vita dal rapporto con Gesù nei Sacramenti, specialmente l'Eucaristia. Noi che in questa vita ci siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue risusciteremo come Lui, con Lui e per mezzo di Lui. Come Gesù è risorto con il suo proprio corpo, ma non è ritornato ad una vita terrena, così noi risorgeremo con i nostri corpi che saranno trasfigurati in corpi gloriosi, corpi spirituali".
"E già in questa vita noi abbiamo una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento ... E già siamo resuscitati! Infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova" che è la sua vita. "Pertanto, in attesa dell'ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo". "Questo pensiero ci dà speranza! Siamo in cammino verso la Resurrezione. E questa è la nostra gioia: un giorno trovare Gesù, incontrare Gesù e tutti insieme, tutti insieme - non qui in Piazza, da un'altra parte - ma gioiosi con Gesù. E questo è il nostro destino!".