Papa: ai nuovi cardinali la Chiesa chiede "comunione", "coraggio", "testimonianza", "preghiera" e "compassione"
Città del Vaticano (AsiaNews) - La Chiesa cattolica ha, da oggi, 18 nuovi cardinali, "chiamati a Sé" da Gesù per "camminare con Lui". Tra qualche giorno si unirà loro mons. Loris Capovilla, oggi assente per ragioni di salute. A tutti loro la Chiesa chiede "comunione" tra loro e col Papa, "coraggio" per annunciare il Vangelo e dare "testimonianza della verità", "preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo", "compassione" per il dolore che c'è in tante parti del mondo e "vicinanza spirituale" per "tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni".
E' il primo concistoro per la "creazione" di nuovi cardinali di papa Francesco: cerimonia solenne, con la consegna dell'anello, della berretta e del "titolo" ai nuovi porporati. Il primo di loro, Pietro Parolin, rivolgendosi al Papa evoca la fedeltà "fino all'effusione del sangue" indicata dal colore del loro abito. Saluta anche "con uguale affetto e venerazione, il Papa emerito, Sua Santità Benedetto XVI", presente per la prima volta in pubblico, seduto accanto ai cardinali. La folla della basilica di san Pietro si unisce, con un lungo applauso, al saluto.
Papa Francesco prende spunto dal versetto di Marco (Mc 10,32) «Gesù camminava davanti a loro...». "Anche in questo momento - dice - Gesù cammina davanti a noi. Lui è sempre davanti a noi. Lui ci precede e ci apre la via... E questa è la nostra fiducia e la nostra gioia: essere suoi discepoli, stare con Lui, camminare dietro a Lui, seguirlo... Quando abbiamo concelebrato insieme la prima santa Messa nella Cappella Sistina, 'camminare' è stata la prima parola che il Signore ci ha proposto: camminare, e poi costruire e confessare. Oggi ritorna quella parola, ma come un atto, come l'azione di Gesù che continua: «Gesù camminava...» . Questo ci colpisce nei Vangeli: Gesù cammina molto, e istruisce i suoi lungo il cammino. Questo è importante. Gesù non è venuto ad insegnare una filosofia, un'ideologia... ma una 'via', una strada da percorrere con Lui, e la strada si impara facendola, camminando. Sì, cari Fratelli, questa è la nostra gioia: camminare con Gesù".
"Ma questo non è facile, non è comodo, perché la strada che Gesù sceglie è la via della croce. Mentre sono in cammino, Egli parla ai suoi discepoli di quello che gli accadrà a Gerusalemme: preannuncia la sua passione, morte e risurrezione. E loro sono «stupiti» e «pieni di timore»".
"Diversamente dai discepoli di allora, noi sappiamo che Gesù ha vinto, e non dovremmo avere paura della Croce, anzi, nella Croce abbiamo la nostra speranza. Eppure, siamo anche noi pur sempre umani, peccatori, e siamo esposti alla tentazione di pensare alla maniera degli uomini e non di Dio. E quando si pensa in modo mondano, qual è la conseguenza? «Gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni» (v. 41). Si sdegnarono. Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni...".
"«Allora Gesù, chiamatili a sé...» (Mc 10,42). Ecco l'altro gesto del Signore. Lungo il cammino, si accorge che c'è bisogno di parlare ai Dodici, si ferma, e li chiama a sé. Fratelli, lasciamo che il Signore Gesù ci chiami a Sé! Lasciamoci con-vocare da Lui. E ascoltiamolo, con la gioia di accogliere insieme la sua Parola, di lasciarci istruire da essa e dallo Spirito Santo, per diventare sempre di più un cuore solo e un'anima sola, intorno a Lui".
"E mentre siamo così, convocati, 'chiamati a Sé' dal nostro unico Maestro, anch'io vi dico ciò di cui la Chiesa ha bisogno: ha bisogno di voi, della vostra collaborazione, e prima ancora della vostra comunione, comunione con me e tra di voi. La Chiesa ha bisogno del vostro coraggio, per annunciare il Vangelo in ogni occasione opportuna e non opportuna, e per dare testimonianza alla verità. La Chiesa ha bisogno della vostra preghiera, per il buon cammino del gregge di Cristo, la preghiera che, con l'annuncio della Parola, è il primo compito del Vescovo. La Chiesa ha bisogno della vostra compassione soprattutto in questo momento di dolore e sofferenza in tanti Paesi del mondo. Vogliamo esprimere la nostra vicinanza spirituale alle comunità ecclesiali e a tutti i cristiani che soffrono discriminazioni e persecuzioni. La Chiesa ha bisogno della nostra preghiera per loro, perché siano forti nella fede e sappiano reagire al male con il bene. E questa nostra preghiera si estende ad ogni uomo e donna che subisce ingiustizia a causa delle sue convinzioni religiose. La Chiesa ha bisogno di noi anche affinché siamo uomini di pace e facciamo la pace con le nostre opere, i nostri desideri, le nostre preghiere: per questo invochiamo la pace e la riconciliazione per i popoli che in questi tempi sono provati dalla violenza e dalla guerra".
"Grazie, Fratelli carissimi! Camminiamo insieme dietro il Signore, e lasciamoci sempre più convocare da Lui, in mezzo al Popolo fedele, alla santa madre Chiesa".
Alle parole di papa Francesco segue la consegna dei simboli del cardinalato. Uno ad uno i 18 nuovi cardinali si inginocchiano davanti al Papa: 16 di loro sono "elettori" - il che vuol dire che non avendo ancora 80 anni possono partecipare a un eventuale conclave - e due non elettori, hanno cioè più di 80 anni. Li ha compiuti anche l'assente Capovilla.
Dei 16 elettori, 4 sono membri della Curia e 12 sono arcivescovi o vescovi residenziali di Paesi di tutto il mondo. Divisi per continente, i nuovi cardinali provengono da Asia: Orlando B. Quevedo, arcivescovo di Mindanao, Filippine, e Andrew Yeom Soo jung, arcivescovo di Seul, Corea del Sud; Europa (8, 6 dei quali elettori: Pietro Parolin, segretario di Stato; Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi; Gerhard Ludwig Mueller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; Beniamino Stella, prefetto della Congregazione del clero; Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster; Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia; Loris Francesco Capovilla, ex segretario di Papa Roncalli; Fernando Sebastian Aguilar, arcivescovo emerito di Pamplona); Americhe (7, 6 dei quali elettori: Leopoldo Josè Brenes Solorzano, arcivescovo di Managua, Nicaragua: Gerald Cyprien Lacroix, arcivescovo di Quebec, Canada; Orani Joao Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, Brasile, Mario Aurelio Poli, arcivescovo di Buenos Aires. Argentina: Ricardo Ezzati Andrello, arcivescovo di Santiago del Cile, Cile; Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes, Haiti, Kelvin Edward Felix, arcivescovo emerito di Castries, Antille; e due dall'Africa (Jean-Pierre Kutwa, arcivescovo di Abidjan, Costa d'avorio e Philippe Nakellentuba Ouedraogo, arcivescovo di Ouagadougou, Burkina Faso). I tre non elettori sono Capovilla, Sebastian Aguillar e Edward Felix.
Con le nuove nomine i cardinali elettori sono 123, ma, fece rilevare all'annuncio del concistoro padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, "il Papa si è attenuto alla regola dei 120 elettori sotto gli 80 anni compiuti", in quanto tre posti "rimarranno vacanti entro il prossimo mese di maggio. Perciò il Papa ha scelto 16 elettori".
14/02/2015
29/11/2020 12:24