Papa: abbandonare le luci false del pregiudizio contro gli altri e dell’interesse personale
Il Battesimo ci spinge a seguire Gesù, quindi a giudicare uomini e cose secondo una nuova scala di valori che viene da Dio, a camminare nella luce, cioè ad “abbandonare le luci false”. Il grazie di Francesco a Milano e i milanesi per la calda accoglienza che gli hanno tributato ieri. E’ vero che “A Milan si riceve col core in man”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il Battesimo ci spinge a seguire Gesù, quindi a giudicare uomini e cose secondo una nuova scala di valori che viene da Dio, a camminare nella luce, cioè ad “abbandonare le luci false”: quella “fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri” e quella “seducente e ambigua” dell’interesse personale. Il Papa ha commentato in questo modo oggi, prima della recita dell’Angelus, il brano del Vangelo di Giovanni (Gv 9,1-41) nel quale Gesù dà la vista a un uomo cieco dalla nascita.
Alle 40mila persone presenti in piazza san Pietro egli ha detto che “al centro del Vangelo di questa quarta domenica di Quaresima si trovano Gesù e un uomo cieco dalla nascita (Cristo gli restituisce la vista e opera questo miracolo con una specie di rito simbolico: prima mescola la terra alla saliva e la spalma sugli occhi del cieco; poi gli ordina di andare a lavarsi nella piscina di Siloe. Quell’uomo va, si lava, e riacquista la vista. Con questo miracolo Gesù si manifesta come luce del mondo; e il cieco dalla nascita rappresenta ognuno di noi, che siamo stati creati per conoscere Dio, ma a causa del peccato siamo come ciechi, abbiamo bisogno di una luce nuova, quella della fede, che Gesù ci ha donato. Infatti quel cieco del Vangelo riacquistando la vista si apre al mistero di Cristo. «Tu credi nel Figlio dell’uomo?», gli chiede Gesù (v. 35). «E chi è, Signore, perché io creda in lui?», risponde il cieco guarito (v. 36). «Lo hai visto: è colui che parla con te» (v. 37). «Credo, Signore!» e si prostra dinanzi a Gesù”.
“Questo episodio – ha proseguito - ci induce a riflettere sulla nostra fede in Cristo, il Figlio di Dio, e al tempo stesso si riferisce anche al Battesimo, che è il primo Sacramento della fede: il Sacramento che ci fa ‘venire alla luce’, mediante la rinascita dall’acqua e dallo Spirito Santo; così come avvenne al cieco nato, al quale si aprirono gli occhi dopo essersi lavato nell’acqua della piscina di Siloe. Il cieco nato e guarito ci rappresenta quando non ci accorgiamo che Gesù è «la luce del mondo», quando guardiamo altrove, quando preferiamo affidarci a piccole luci, quando brancoliamo nel buio. Il fatto che quel cieco non abbia un nome ci aiuta a rispecchiarci con il nostro volto e il nostro nome nella sua storia. Anche noi siamo stati ‘illuminati’ da Cristo nel Battesimo, e quindi siamo chiamati a comportarci come figli della luce. Questo esige un cambiamento radicale di mentalità, una capacità di giudicare uomini e cose secondo una nuova scala di valori, che viene da Dio. Il sacramento del Battesimo, infatti, esige una scelta ferma e decisa di vivere come figli della luce e camminare nella luce”.
“Che cosa significa avere la vera luce, che cosa significa camminare nella luce? Significa innanzitutto abbandonare le luci false: la luce fredda e fatua del pregiudizio contro gli altri, perché il pregiudizio distorce la realtà e ci carica di avversione contro coloro che giudichiamo senza misericordia e condanniamo senza appello. Questo è male tutti i giorni, quando si chiacchiera degli altri significa camminare nell’ombra. Un’altra luce falsa, perché seducente e ambigua, è quella dell’interesse personale: se valutiamo uomini e cose in base al criterio del nostro utile, del nostro piacere, del nostro prestigio, non facciamo la verità nelle relazioni e nelle situazioni. Se andiamo su questa strada del cercare solo l’interesse personale camminiamo nelle ombre. La Vergine Santa, che per prima accolse Gesù, luce del mondo, ci ottenga la grazia di accogliere nuovamente in questa Quaresima la luce della fede, riscoprendo il dono inestimabile del Battesimo. E questa nuova illuminazione ci trasformi negli atteggiamenti e nelle azioni, per essere anche noi, a partire dalla nostra povertà, dalla nostra pochezza, portatori di un raggio della luce di Cristo”.
Dopo la recita della preghiera mariana, Francesco ha ricordato che ieri ad Almería, in Spagna sono stati proclamati beati José Alvarez-Benavides y de la Torre e centoquattordici compagni martiri, uccisi nel 1936 durante la guerra civile spagnola. “Questi sacerdoti, religiosi e laici sono stati testimoni eroici di Cristo e del suo Vangelo di pace e di riconciliazione fraterna. Il loro esempio e la loro intercessione sostengano l’impegno della Chiesa nell’edificare la civiltà dell’amore”.
Il Papa ha infine ringraziato Milano e i milanesi per la calda accoglienza che gli hanno tributato ieri. E’ vero, ha concluso che “A Milan si riceve col core in man”.
11/12/2022 12:48