Papa: Via Crucis, la croce susciti vergogna, pentimento e speranza
La preghiera di Francesco al termine di un rito i testi del quale, nell’anno del Sinodo dedicato ai giovani, sono stati scritti da 15 giovani. Vergogna perché anche sacerdoti "si sono lasciati ingannare dall’ambizione e dalla vana gloria ". “Speranza perché la tua Chiesa, santa e fatta da peccatori, continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore illimitato”.
Roma (AsiaNews) – Vergogna, pentimento e speranza al centro della preghiera di papa Francesco per la Via Crucis di stasera. Vergogna per aver “scelto il potere e non Te”, per l’ambizione di uomini di Chiesa, per lasciare ai giovani un mondo diviso dalle guerre e nel quale i deboli sono emarginati. Pentimento “che germoglia dalla certezza che solo tu puoi salvarci dal male, solo tu puoi guarirci dalla nostra lebbra di odio, di egoismo, di superbia, di avidità, di vendetta, di cupidigia, di idolatria”. Speranza perché tanti continuano a dedicare la propria vita alla evangelizzazione e perché la speranza perché la Chiesa, “continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore”.
La preghiera del papa ha concluso una Via Crucis che, nell’anno del Sinodo dedicato ai giovani, Francesco ha voluto vedesse un gruppo di giovani autori delle meditazioni della Via Crucis. E così 15 studenti, con un’età compresa fra i 16 e i 27 anni, coordinati da Andrea Monda, scrittore e professore di religione, hanno scritto i testi che cominciano tutti “Ti vedo, Gesù...”, perché hanno immaginato di essere proprio lì, quel giorno, a Gerusalemme.
Nelle meditazioni sono così entrati anche gli interessi del mondo giovanile. C’è, quindi, Internet. Nell’ undicesima Stazione (“Gesù è inchiodato alla croce”). “Mi guardo intorno – scrive Greta Sandri – e vedo occhi fissi sullo schermo del telefono, impegnati sui social network ad inchiodare ogni errore degli altri senza possibilità di perdono. Uomini che, in preda all’ira, urlano di odiarsi per i motivi più futili”. Mentre “tu ci hai perdonato, non hai portato rancore, hai insegnato a porgere l’altra guancia e sei andato oltre, fino al sacrificio totale della tua persona”.
Un’altra ragazza, Greta Giglio, 18 anni, quando alla decima Stazione (“Gesù è spogliato delle vesti”) “In Gesù nudo – la sua riflessione – vedo un uomo privato della sua dignità. E allora mi sono domandata: chi sono oggi i calpestati nel loro essere donne e uomini? Sono i migranti, magari ragazzi della mia età, che arrivano con un corpo distrutto in cerca di speranza”.
I 15 autori delle meditazioni hanno anche portato la croce. Oltre a loro, il loro docente di religione con moglie e figlio, il direttore di Caritas Siria con la moglie e i tre figli, tre religiosi iracheni, una bimba disabile, un barelliere e due sorelle dell’Unitalsi e due francescani della Custodia di Terra Santa, oltre a mons. Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma, che l’ha portata alla prima e all’ultima.
“Signore Gesù – ha detto il Papa - il nostro sguardo è rivolto a te, pieno di vergogna, di pentimento e di speranza. Dinanzi al tuo supremo amore ci pervada la vergogna per averti lasciato solo a soffrire per i nostri peccati: la vergogna per essere scappati dinanzi alla prova pur avendoti detto migliaia di volte: “anche se tutti ti lasciano, io non ti lascerò mai”; la vergogna di aver scelto Barabba e non te, il potere e non te, l’apparenza e non te, il dio denaro e non te, la mondanità e non l’eternità; la vergogna per averti tentato con la bocca e con il cuore, ogni volta che ci siamo trovati davanti a una prova, dicendoti: “se tu sei il messia, salvati e noi crederemo!”; la vergogna perché tante persone, e perfino alcuni tuoi ministri, si sono lasciati ingannare dall’ambizione e dalla vana gloria perdendo la loro degnità e il loro primo amore; la vergogna perché le nostre generazioni stanno lasciando ai giovani un mondo fratturato dalle divisioni e dalle guerre; un mondo divorato dall’egoismo ove i giovani, i piccoli, i malati, gli anziani sono emarginati; la vergogna di aver perso la vergogna;\ Signore Gesù, dacci sempre la grazia della santa vergogna!
Il nostro sguardo è pieno anche di un pentimento che dinanzi al tuo silenzio eloquente supplica la tua misericordia: il pentimento che germoglia dalla certezza che solo tu puoi salvarci dal male, solo tu puoi guarirci dalla nostra lebbra di odio, di egoismo, di superbia, di avidità, di vendetta, di cupidigia, di idolatria, solo tu puoi riabbracciarci ridonandoci la dignità filiale e gioire per il nostro rientro a casa, alla vita; il pentimento che sboccia dal sentire la nostra piccolezza, il nostro nulla, la nostra vanità e che si lascia accarezzare dal tuo invito soave e potente alla conversione; il pentimento di Davide che dall’abisso della sua miseria ritrova in te la sua unica forza; il pentimento che nasce dalla nostra vergogna, che nasce dalla certezza che il nostro cuore resterà sempre inquieto finché non trovi te e in te la sua unica fonte di pienezza e di quiete; il pentimento di Pietro che incontrando il tuo sguardo pianse amaramente per averti negato dinanzi agli uomini.
Signore Gesù, dacci sempre la grazia del santo pentimento!
Dinanzi alla tua suprema maestà si accende, nella tenebrosità della nostra disperazione, la scintilla della speranza perché sappiamo che la tua unica misura di amarci è quella di amarci senza misura; la speranza perché il tuo messaggio continua a ispirare, ancora oggi, tante persone e popoli a che solo il bene può sconfiggere il male e la cattiveria, solo il perdono può abbattere il rancore e la vendetta, solo l’abbraccio fraterno può disperdere l’ostilità e la paura dell’altro; la speranza perché il tuo sacrificio continua, ancora oggi, a emanare il profumo dell’amore divino che accarezza i cuori di tanti giovani che continuano a consacrarti le loro vite divenendo esempi vivi di carità e di gratuità in questo nostro mondo divorato dalla logica del profitto e del facile guadagno; \la speranza perché tanti missionari e missionarie continuano, ancora oggi, a sfidare l’addormentata coscienza dell’umanità rischiando la vita per servire te nei poveri, negli scartati, negli immigrati, negli invisibili, negli sfruttati, negli affamati e nei carcerati; la speranza perché la tua Chiesa, santa e fatta da peccatori, continua, ancora oggi, nonostante tutti i tentativi di screditarla, a essere una luce che illumina, incoraggia, solleva e testimonia il tuo amore illimitato per l’umanità, un modello di altruismo, un’arca di salvezza e una fonte di certezza e di verità; la speranza perché dalla tua croce, frutto dell’avidità e codardia di tanti dottori della Legge e ipocriti, è scaturita la Risurrezione trasformando le tenebre della tomba nel fulgore dell’alba della Domenica senza tramonto, insegnandoci che il tuo amore è la nostra speranza.
Signore Gesù, dacci sempre la grazia della santa speranza!
Aiutaci, Figlio dell’uomo, a spogliarci dall’arroganza del ladrone posto alla tua sinistra e dei miopi e dei corrotti, che hanno visto in te un’opportunità da sfruttare, un condannato da criticare, uno sconfitto da deridere, un’altra occasione per addossare sugli altri, e perfino su Dio, le proprie colpe.
Ti chiediamo invece, Figlio di Dio, di immedesimarci col buon ladrone che ti ha guardato con occhi pieni di vergogna, di pentimento e di speranza; che, con gli occhi della fede, ha visto nella tua apparente sconfitta la divina vittoria e così si è inginocchiato dinanzi alla tua misericordia e con onestà ha derubato il paradiso! Amen!". (FP)