Papa: 'Uomini dicano no alla violenza sulle donne'
L'appello nel videomessaggio in occasione della Giornata di preghiera e solidarietà alle vittime della tratta di persone. "Lo sfruttamento domestico e quello sessuale di cui sono vittima migliaia di donne e bambine ripropone uno schema di rapporti improntati al potere del genere maschile su quello femminile. Ferita aperta nel corpo di Cristo, che riguarda ognuno di noi".
Città del Vaticano (AsiaNews) – Un invito a “tener viva l’indignazione” di fronte alle migliaia di donne e bambine “sottoposte a molteplici forme di sfruttamento, anche attraverso matrimoni forzati, schiavitù domestica e lavorativa”. È l’appello rivolto da papa Francesco in un videomessaggio diffuso oggi in occasione della Giornata di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra ogni anno l’8 febbraio nella festa di santa Giuseppina Bakhita per iniziativa dell’Unione Internazionale delle Superiore Generali e dell’Unione dei Superiori Generali, in collaborazione con la rete di organizzazioni Talitha Kum.
“L’organizzazione delle società in tutto il mondo - denuncia il papa nel video - è ancora lontana dal rispecchiare con chiarezza il fatto che le donne hanno la stessa dignità e gli stessi diritti degli uomini. La tratta di persone, attraverso lo sfruttamento domestico e quello sessuale, riconsegna con violenza le donne e le bambine al loro supposto ruolo di subordinate alla prestazione di servizi domestici e di servizi sessuali, alla loro figura di erogatrici di cura e dispensatrici di piacere, che ripropone uno schema di rapporti improntati al potere del genere maschile su quello femminile. Ancora oggi, e ad alto livello”.
“La violenza sofferta da ogni donna e da ogni bambina - continua il pontefice - è una ferita aperta nel corpo di Cristo, nel corpo dell’umanità intera, è una ferita profonda che riguarda anche ognuno di noi. Sono tante le donne che hanno il coraggio di ribellarsi alla violenza. Anche noi uomini siamo chiamati a farlo, a dire no ad ogni violenza, inclusa quella contro le donne e le bambine. E insieme possiamo e dobbiamo lottare perché i diritti umani siano declinati in forma specifica, nel rispetto delle diversità e nel riconoscimento della dignità di ogni persona, avendo a cuore in modo particolare chi è leso nei suoi diritti fondamentali”.
Ricordando la storia di santa Bakhita, la schiava sudanese liberata e divenuta in Italia da religiosa presenza misericordiosa accanto agli ultimi, papa Francesco spiega che la sua vita racconta come il cambiamento sia possibile “quando ci si lascia trasformare dalla cura che Dio ha per ciascuno di noi. È la cura della misericordia, è la cura dell’amore che ci cambia nel profondo e ci rende capaci di accogliere gli altri come fratelli e sorelle”. E “riconoscere la dignità di ogni persona è il primo atto di cura”. “Incoraggio ogni donna e ogni ragazza - aggiunge ancora - che si impegna per la trasformazione e la cura, nella scuola, in famiglia, nella società. E incoraggio ogni uomo e ogni ragazzo a non rimanere fuori da questo processo di trasformazione, ricordando l’esempio del Buon Samaritano: un uomo che non si vergogna di chinarsi sul fratello e di prendersi cura di lui. Insieme – conclude il papa - possiamo far crescere un’economia della cura e contrastare con tutte le forze ogni forma di sfruttamento della tratta di persone”.
08/02/2021 13:33
07/02/2023 11:25