07/02/2021, 12.32
VATICANO
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Papa: Testimoni della tenerezza risanatrice di Dio. Una preghiera in silenzio per il Myanmar

“Fin dall’inizio… Gesù mostra la sua predilezione per le persone sofferenti”. Per la Chiesa, “prendersi cura dei malati… fa parte integrante della sua missione”. Canali privilegiati per minori migranti. Preoccupazione per l’inverno demografico in Italia. La Giornata contro la tratta di esseri umani.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Lasciarci guarire da Gesù… per poter essere a nostra volta testimoni della tenerezza risanatrice di Dio”: è la preghiera che papa Francesco ha rivolto alla Vergine Maria a conclusione della sua riflessione prima dell’Angelus di oggi. Subito dopo, egli ha espresso “solidarietà al popolo del Myanmar” e ha chiesto a tutti di pregare in silenzio.

Papa Francesco ha parlato dalla finestra dello studio nel palazzo apostolico; in piazza erano radunate un centinaio di persone. Per molto tempo, a causa della pandemia, il papa ha recitato l’Angelus nella biblioteca del palazzo apostolico.

La preghiera mariana di oggi avviene a pochi giorni dalla la Giornata mondiale del malato, istituita da San Giovanni Paolo II nel 1992, che si celebra l’11 febbraio, memoria della Vergine di Lourdes.

Seguendo la traccia del vangelo di oggi (Marco 1,29-39), che narra delle prime guarigioni di Gesù (la suocera di Pietro e molti malati a Cafarnao), il pontefice ha sottolineato: “Fin dall’inizio, dunque, Gesù mostra la sua predilezione per le persone sofferenti nel corpo e nello spirito: è la predilezione del Padre, che Lui incarna e manifesta con opere e parole. I suoi discepoli ne sono stati testimoni oculari. Ma Gesù non li ha voluti solo spettatori della sua missione: li ha coinvolti, li ha inviati, ha dato anche a loro il potere di guarire i malati e scacciare i demoni”.

“Prendersi cura dei malati di ogni genere non è per la Chiesa ’attività opzionale’, qualcosa di accessorio, no, fa parte integrante della sua missione, come lo era di quella di Gesù: portare la tenerezza di Dio all’umanità sofferente”.

Riferendosi poi alla situazione pandemica di oggi e alla prima lettura della messa, dal libro di Giobbe (7,1-4.6-7), ha affermato che “Giobbe… si fa interprete della nostra condizione umana, così alta nella dignità e nello stesso tempo così fragile. Di fronte a questa realtà, sempre sorge nel cuore la domanda: ‘perché?’”.

La risposta: “Gesù, Verbo Incarnato, risponde non con una spiegazione, ma con una presenza d’amore che si china, che prende per mano e fa rialzare, come ha fatto con la suocera di Pietro (cfr Mc 1,31). Il Figlio di Dio manifesta la sua Signoria non ‘dall’alto in basso’, ma chinandosi, tendendo la mano, non a distanza, ma nella vicinanza, nella tenerezza, nella compassione”.

“Questa compassione – ha aggiunto - affonda le radici nell’intima relazione con il Padre: prima dell’alba e dopo il tramonto, Gesù si appartava e rimaneva da solo a pregare (v. 35)”.

Dopo la preghiera mariana, Francesco ha espresso la sua “viva preoccupazione” per la situazione - il colpo di Stato militare - che si è creata nel Myanmar che egli porta “nel cuore co tanto affetto”, dopo il suo viaggio nel Paese nel 2017. Dopo aver assicurato la sua “vicinanza spirituale”, la preghiera e “solidarietà al popolo del Myanmar” egli ha chiesto a “chi ha responsabilità” di mettersi “al servizio del bene comune e dell’armonia nazionale”. Subito dopo ha invitato i presenti a una preghiera silenziosa.

Dopo un appello per i minori migranti, perché per queste “persone fragili e indifese non manchi l’aiuto di canali preferenziali”, il papa ha ricordato che oggi in Italia si celebra la Giornata della Vita, che quest’anno ha come tema “Libertà e vita”. Il pontefice, dopo aver espresso il suo appoggio ai vescovi italiani, ha aggiunto una “sua” preoccupazione: “In Italia – ha detto - le nascite sono calate e il futuro è in pericolo. Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e bambine”.

Infine, egli ha ricordato che domani, nel giorno della memoria di santa Giuseppina Bakhita, si celebra la Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani. Il pontefice si è augurato che l’economia “non favorisca nemmeno indirettamente questi traffici ignobili”, ribadendo che l’uomo, la persona, va considerato “come fine, non come un mezzo, una merce”.

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