24/01/2021, 10.42
VATICANO
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Papa: Spegnere la tivù e il cellulare e aprire il Vangelo

Nella seconda domenica della Parola di Dio, papa Francesco invita a dare spazio alla Parola di Dio nella vita quotidiana. Il papa non ha potuto presiedere la messa a causa di una sciatalgia. Lo ha sostituito mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Le letture della messa sono state proclamate da un attore televisivo, un giornalista, una ragazza non vedente.

Città del Vaticano (AsiaNews) – “Chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo”: è l’invito che papa Francesco ha rivolto ai fedeli radunati all’altare della cattedra per la messa in occasione della Domenica della Parola di Dio, alla sua seconda edizione. Questa domenica è stata istituita dal pontefice nel 2019 per animare l’interesse verso la conoscenza della Sacra Scrittura. L’organizzazione e l’animazione della domenica è affidata al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. E proprio al presidente di questo consiglio, mons. Rino Fisichella, è stata affidata anche la presidenza della messa di oggi. Papa Francesco infatti, a causa di una sciatalgia, non ha potuto prendervi parte. La Sala stampa della Santa Sede ha reso noto che il 25 gennaio, il papa non potrà presiedere i vespri insieme ai rappresentanti delle confessioni cristiane nella basilica di san Paolo fuori le mura. La presidenza sarà affidata al card. Kurt Koch. Invece, l’incontro con il corpo diplomatico, previsto per lo stesso giorno, è stato rimandato.

Alla messa di oggi, mons. Fisichella ha letto l’omelia che il pontefice aveva preparato per l’occasione. Prendendo spunto dal vangelo di oggi (Marco 1,14-20), il papa sottolinea “che cosa dice” Gesù e “a chi lo dice”. “’Dio è vicino’ era il leitmotiv del suo annuncio, il cuore del suo messaggio” e questo “non può che essere la costante della vita e dell’annuncio cristiano… Prima di ogni nostra parola su Dio c’è la sua Parola per noi, che continua a dirci: ‘Non temere, sono con te. Ti sono vicino e ti starò vicino’”.

La vicinanza della Parola di Dio è “l’antidoto alla paura di restare soli di fronte alla vita. Il Signore, infatti, attraverso la sua Parola con-sola, cioè sta con chi è solo. Parlandoci, ci ricorda che siamo nel suo cuore, preziosi ai suoi occhi, custoditi nelle palme delle sue mani”.

Allo stesso tempo, “la Parola di Dio infonde questa pace, ma non lascia in pace. È Parola di consolazione, ma anche di conversione… chi frequenta la Parola di Dio riceve dei salutari ribaltamenti esistenziali: scopre che la vita non è il tempo per guardarsi dagli altri e proteggere sé stessi, ma l’occasione per andare incontro agli altri nel nome del Dio vicino. Così la Parola, seminata nel terreno del nostro cuore, ci porta a seminare speranza attraverso la vicinanza. Proprio come fa Dio con noi”.

Nella seconda parte dell’omelia – “a chi lo dice” – Francesco mostra la differenza fra la predicazione di conversione di Giovanni il Battista e quella di Gesù: “Giovanni accoglieva la gente nel deserto, dove si recavano solo quelli che potevano lasciare i luoghi in cui vivevano. Gesù, invece, parla di Dio nel cuore della società, a tutti, lì dove sono. E non parla in orari e tempi stabiliti: parla «passando lungo il mare» a dei pescatori «mentre gettavano le reti» (v. 16). Si rivolge alle persone nei luoghi e nei momenti più ordinari. Ecco la forza universale della Parola di Dio, che raggiunge tutti ed ogni ambito di vita”.

E rivolgendosi ai primi discepoli, egli “Non li attira con discorsi alti e inarrivabili, ma parla alle loro vite: a dei pescatori di pesci dice che saranno pescatori di uomini… Così il Signore fa con noi: ci cerca dove siamo, ci ama come siamo e con pazienza accompagna i nostri passi. Come quei pescatori, attende anche noi sulle rive della vita. Con la sua Parola vuole farci cambiare rotta, perché smettiamo di vivacchiare e prendiamo il largo dietro a Lui”.

La conclusione è l’invito a dare spazio alla Parola di Dio nella vita quotidiana: “Perciò, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo alla Parola di Dio. È la lettera d’amore scritta per noi da Colui che ci conosce come nessun altro: leggendola, sentiamo nuovamente la sua voce, scorgiamo il suo volto, riceviamo il suo Spirito. La Parola ci fa vicini a Dio: non teniamola lontana. Portiamola sempre con noi, in tasca, nel telefono; diamole un posto degno nelle nostre case. Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio. Per fare questo, chiediamo al Signore la forza di spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo. In quest’Anno liturgico leggiamo quello di Marco, il più semplice e breve. Perché non leggerlo anche da soli, un piccolo passo ogni giorno? Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita”.

Come segno della universalità della Parola di Dio, le letture della messa sono state proclamate da un attore televisivo, un giornalista, una ragazza non vedente.

Alla fine della celebrazione, sono state distribuite delle copie della bibbia a persone di diversi ambiti di vita.

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