13/04/2014, 00.00
VATICANO
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Papa: Sono io come Pilato? Quando la situazione è difficile, me ne lavo le mani?

L'omelia della domenica delle Palme pronunciata a braccio: "Sono capace di accogliere Gesù che entra a Gerusalemme? O sono come i farisei, come il cireneo, sono come la folla che sceglie Barabba? O sono come l'apostolo che vuole risolvere tutto con la spada? O come le coraggiose donne del sepolcro? Dove è il mio cuore? Questa domanda ci accompagni in tutta la settimana". Subito dopo, all'Angelus, assiste al passaggio della Croce dai giovani brasiliani a quelli polacchi: "Giovanni Paolo II sarà patrono delle GMG. A Dio piacendo, in agosto in Corea!".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Come cristiani "siamo capaci di accogliere Gesù che entra in Gerusalemme? Siamo capaci di lodarlo, come fanno i bambini? Oppure prendiamo distanze da Lui e ci comportiamo in un altro modo?". Sono alcune delle domande poste da Papa Francesco questa mattina, durante la messa delle Palme, nel corso di un'omelia pronunciata interamente a braccio. Papa Francesco ha celebrato la messa tenendo in mano il pastorale realizzato dai detenuti della casa circondariale di Sanremo: subito dopo, nel corso dell'Angelus, ha assistito al passaggio della Croce delle Giornate Mondiali della Gmg e ha annunciato la sua visita a Daejeon, in agosto, per la VI Giornata asiatica della Gioventù.

Alle decine di migliaia di fedeli riuniti in piazza San Pietro, Francesco - con le vesti liturgiche rosse - ha detto: "Questa settimana tutto il popolo accoglie Gesù, i bambini lodano, cantano, ma questa settimana va avanti nel mistero della morte di Gesù e la sua Risurrezione. Abbiamo sentito la passione del Signore, soltanto ci farà bene farci una domanda: chi sono io? Chi sono io davanti al mio Signore? Chi sono io davanti a Gesù che entra di festa in Gerusalemme? Sono capace di esprimere la mia gioia, di lodarlo? O prendo distanza?".

Chi sono io davanti a Gesù che soffre?, chiede il Papa ai presenti: "Abbiamo sentito tanti nomi, tanti nomi, il gruppo dei dirigenti, alcuni sacerdoti, alcuni farisei, maestri della legge che avevano deciso di ucciderlo, aspettavano l'opportunità di prenderlo. Sono io come uno di loro? Anche abbiamo sentito un altro nome, Giuda, trenta monete, sono io come Giuda? Abbiamo sentito altri nomi, discepoli che non capivano niente, che si addormentavano mentre il Signore soffriva. La mia vita è addormentata? O sono come i discepoli, che non capivano cosa fosse tradire Gesù? Come quell'altro discepolo che voleva risolvere tutto con la spada?".

"Sono io come loro? - aggiunge Francesco - sono io come Giuda che fa finta di amare e bacia il maestro per consegnarlo? Per tradirlo? Sono io traditore? Sono io come quei dirigenti che di fretta fanno il tribunale e cercano falsi testimoni? Sono io come loro? E quando faccio queste cose, se io le faccio, credo che con questo salvo il popolo? Sono io come Pilato che quando vedo che la situazione è difficile me ne lavo le mani? E non so assumere la mia responsabilità e lascio condannare o condanno io le persone?. Sono io come quella folla che non sapeva bene se era in una riunione religiosa, in un giudizio, o in un circo, e sceglie Barabba, per loro era lo stesso, era più divertente per umiliare Gesù. Sono io come i soldati che colpiscono il Signore, sputano addosso a lui, insultano, si divertono con l'umiliazione del Signore? Sono io come il cireneo che tornava dal lavoro affaticato ma ha avuto la buona volontà di aiutare il Signore a portare la croce? Sono io come quelli che passavano davanti alla croce e facevano di Gesù motivo di beffa: 'ma tanto coraggioso, scenda dalla croce e noi crederemo in lui'. La beffa a Gesù...".

Sono io "come quelle donne coraggiose e come la mamma di Gesù che erano lì, soffrivano in silenzio? Sono io come Giuseppe, il discepolo nascosto, che porta il corpo di Gesù con amore per dargli sepoltura? Sono io come queste due Marie che rimangono alla porta del sepolcro piangendo, pregando? Sono io come questi dirigenti che il giorno seguente sono andati da Pilato per dire 'ma guardi che questo diceva che sarebbe resuscitato, ma che non venga un altro inganno' e bloccano la vita, bloccano il sepolcro, per difendere la dottrina, perché la vita non venga fuori? Dove è il mio cuore, a quale di queste persone mi assomiglio? E questa domanda ci accompagni per tutta la settimana".

Dopo la liturgia, il Papa pronuncia il consueto Angelus domenicale. Ma prima della preghiera mariana vuole salutare i 250 delegati - vescovi, sacerdoti, religiosi e laici - che hanno partecipato all'incontro sulle Giornate Mondiali della Gioventù organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Si tratta dell'inizio del percorso verso Cracovia 2016: ai presenti, Francesco annuncia che Giovanni Paolo II sarà il patrono delle Gmg.

Dice il Papa: "Al termine di questa Celebrazione, rivolgo un saluto speciale ai 250 delegati - vescovi, sacerdoti, religiosi e laici - che hanno partecipato all'incontro sulle Giornate Mondiali della Gioventù organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. Comincia così il cammino di preparazione del prossimo raduno mondiale, che si svolgerà nel luglio 2016 a Cracovia e che avrà per tema «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7). Tra poco i giovani brasiliani consegneranno ai giovani polacchi la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù. L'affidamento della croce ai giovani fu compiuto trent'anni fa dal beato Giovanni Paolo II: egli chiese loro di portarla in tutto il mondo come segno dell'amore di Cristo per l'umanità".

E per questo "il prossimo 27 aprile avremo tutti la gioia di celebrare la canonizzazione di questo Papa, insieme con Giovanni XXIII. Giovanni Paolo II, che è stato l'iniziatore delle Giornate Mondiali della Gioventù, ne diventerà il grande patrono; nella comunione dei santi continuerà ad essere per i giovani del mondo un padre e un amico. Chiediamo al Signore che la Croce, insieme all'icona di Maria Salus Populi Romani, sia segno di speranza per tutti rivelando al mondo l'amore invincibile di Cristo".

Dopo queste prime frasi, i giovani polacchi ricevono dai brasiliani la Croce delle Gmg: sulla schiena hanno delle magliette con sopra scritto: "Vi aspettiamo a Cracovia". Dopo il passaggio della Croce, il Papa dice: "Saluto tutti i romani e i pellegrini! Saluto in particolare le delegazioni di Rio de Janeiro e di Cracovia, guidate dai loro Arcivescovi, i Cardinali Orani João Tempesta e Stanisław Dziwisz. In questo contesto ho la gioia di annunciare che, a Dio piacendo, il 15 agosto prossimo, a Daejeon, nella Repubblica di Corea, incontrerò i giovani dell'Asia nel loro grande raduno continentale. Ed ora ci rivolgiamo alla Vergine Madre, perché ci aiuti a seguire sempre Gesù con fede e con amore".

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