Papa: Nell’ottobre 2019, un Mese Missionario Straordinario per l’evangelizzazione ad gentes
All’Angelus papa Francesco ricorda la Giornata missionaria mondiale e affida a san Giovanni Paolo II “la missione della Chiesa nel mondo”. Diffusa una Lettera del pontefice per il 100mo anniversario della “Maximum Illud” di Benedetto XV. “Contrapporre Dio e Cesare sarebbe fondamentalismo”. La canonizzazione di oltre 100 claretiani, martiri della guerra civile spagnola” a sostegno di tutti “i cristiani che anche ai nostri giorni, in diverse parti del mondo, subiscono discriminazioni e persecuzioni”. La preghiera per la pace nel mondo e per il Kenya.
Città del Vaticano (AsiaNews) - Nell’ottobre 2019 papa Francesco vuole promuovere un Mese Missionario Straordinario “al fine di alimentare l’ardore dell’attività evangelizzatrice della Chiesa ad gentes”. Lo ha ribadito lo stesso pontefice oggi dopo la preghiera dell’Angelus, ricordando che nella domenica odierna (la penultima di ottobre) si celebra la Giornata missionaria mondiale.
L’idea di un Mese Missionario speciale dedicata all’evangelizzazione ad gentes era stata espressa da Francesco alcuni mesi fa, ricevendo in udienza i membri della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e delle Pontifice opere missionarie. L’ottobre 2019 è stato scelto per essere il centenario della promulgazione della Lettera apostolica di Benedetto XV, la “Maximum Illud”, che tratta appunto dell’attività dei missionari nel mondo.
In contemporanea, la Sala stampa vaticana ha diffuso una Lettera di papa Francesco indirizzata al card. Fernando Filoni, Prefetto di Propaganda fide, “in occasione del centenario della promulgazione della Lettera apostolica ‘Maximum illud’ sull’attività svolta dai missionari nel mondo”, che analizziamo in un altro articolo.
Il pontefice ha ricordato il tema della presente Giornata, la 91ma, “La missione al cuore della Chiesa”, che egli ha commentato in un Messaggio pubblicato mesi fa. E ha aggiunto. “Esorto tutti a vivere la gioia della missione testimoniando il Vangelo negli ambienti in cui ciascuno vive e opera. Al tempo stesso, siamo chiamati a sostenere con l’affetto, l’aiuto concreto e la preghiera i missionari partiti per annunciare Cristo a quanti ancora non lo conoscono… Nel giorno in cui ricorre la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II, Papa missionario, affidiamo alla sua intercessione la missione della Chiesa nel mondo”.
In precedenza il papa aveva commentato la lettura del Vangelo della messa di oggi (29ma domenica per anno, A, Matteo 22,15-21), sulla famosa questione se «È lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?» (v. 17). Come si sa, Gesù risponde: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (cfr vv. 19-21).
“Da una parte - spiega Francesco - intimando di restituire all’imperatore ciò che gli appartiene, Gesù dichiara che pagare la tassa non è un atto di idolatria, ma un atto dovuto all’autorità terrena; dall’altra – ed è qui che Gesù dà il ‘colpo d’ala’ – richiamando il primato di Dio, chiede di rendergli quello che gli spetta in quanto Signore della vita dell’uomo e della storia”.
“Il riferimento all’immagine di Cesare, incisa nella moneta, dice che è giusto sentirsi a pieno titolo – con diritti e doveri – cittadini dello Stato; ma simbolicamente fa pensare all’altra immagine che è impressa in ogni uomo: l’immagine di Dio. Egli è il Signore di tutto, e noi, che siamo stati creati “a sua immagine” apparteniamo anzitutto a Lui. Gesù ricava, dalla domanda postagli dai farisei, un interrogativo più radicale e vitale per ognuno di noi: a chi appartengo? Alla famiglia, alla città, agli amici, alla scuola, al lavoro, alla politica, allo Stato? Sì, certo. Ma prima di tutto – ci ricorda Gesù – tu appartieni a Dio. È Lui che ti ha dato tutto quello che sei e che hai”.
“Il cristiano è chiamato a impegnarsi concretamente nelle realtà umane e sociali senza contrapporre ‘Dio’ e ‘Cesare’, ma illuminando le realtà terrene con la luce che viene da Dio. Contrapporre Dio e Cesare sarebbe fondamentalismo. L’affidamento prioritario a Dio e la speranza in Lui non comportano una fuga dalla realtà, ma anzi un rendere operosamente a Dio quello che gli appartiene. È per questo che il credente guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere la vita terrena in pienezza, e rispondere con coraggio alle sue sfide”.
Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato che ieri, a Barcellona “sono stati beatificati Matteo Casals, Teofilo Casajús, Fernando Saperas e 106 compagni martiri, appartenenti alla Congregazione religiosa dei Claretiani e uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola”. “Il loro eroico esempio - ha aggiunto - e la loro intercessione sostengano i cristiani che anche ai nostri giorni, in diverse parti del mondo, subiscono discriminazioni e persecuzioni”.
Prima di salutare i presenti - almeno 20mila persone - il pontefice ha chiesto una preghiera comune “per la pace nel mondo” e in particolare per il Kenya, dove il 26 ottobre si terranno le elezioni presidenziali, dopo quelle annullate lo scorso 8 agosto dalla Corte suprema. Alla vigilia delle elezioni vi sono molte violenze, apparentemente suscitate dall’opposizione, guidata da Raila Odinga, che ha pure ritirato la sua candidatura allo scrutinio.
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