Papa: L’Eucarestia, sorgente di amore per la vita della Chiesa, è scuola di carità e di solidarietà
Città del Vaticano (AsiaNews) – L’Eucarestia è “sorgente di amore per la vita della Chiesa”, ed è pure “scuola di carità e di solidarietà”: sono le due piste su cui papa Francesco, prima dell’Angelus di oggi, ha spiegato la festa del Corpo e del Sangue di Cristo, che il Vaticano ha celebrato giovedì scorso, 4 giugno, ma che in Italia e in altre parti del mondo, si celebra questa domenica.
“Quando prendiamo e mangiamo quel Pane – ha detto il pontefice - noi veniamo associati alla vita di Gesù, entriamo in comunione con Lui, ci impegniamo a realizzare la comunione tra di noi, a trasformare la nostra vita in dono, soprattutto ai più poveri”.
Il papa si riferisce al vangelo della messa di oggi (Marco 14, 12-16.22-26) che racconta l’istituzione dell’eucaristia: “Gesù prende tra le mani il pane e dice «Prendete, questo è il mio corpo» (Mc 14,22). Con questo gesto e con queste parole, Egli assegna al pane una funzione che non è più quella di semplice nutrimento fisico, ma quella di rendere presente la sua Persona in mezzo alla comunità dei credenti”.
“L’Ultima Cena - aggiunge - rappresenta il punto di arrivo di tutta la vita di Cristo. Non è soltanto anticipazione del suo sacrificio che si compirà sulla croce, ma anche sintesi di un’esistenza offerta per la salvezza dell’intera umanità. Pertanto, non basta affermare che nell’Eucaristia è presente Gesù, ma occorre vedere in essa la presenza di una vita donata e prendervi parte”.
“L’odierna festa – continua - evoca questo messaggio solidale e ci spinge ad accoglierne l’intimo invito alla conversione e al servizio, all’amore e al perdono. Ci stimola a diventare, con la vita, imitatori di ciò che celebriamo nella liturgia. Il Cristo, che ci nutre sotto le specie consacrate del pane e del vino, è lo stesso che ci viene incontro negli avvenimenti quotidiani; è nel povero che tende la mano, è nel sofferente che implora aiuto, è nel fratello che domanda la nostra disponibilità e aspetta la nostra accoglienza. E’ nel bambino che non sa niente di Gesù, della salvezza, che non ha la fede. È in ogni essere umano, anche il più piccolo e indifeso”.
“L’Eucaristia, sorgente di amore per la vita della Chiesa, è scuola di carità e di solidarietà. Chi si nutre del Pane di Cristo non può restare indifferente dinanzi a quanti non hanno pane quotidiano. E questo, lo sappiamo, è un problema sempre più grave, nonostante gli interventi della Comunità internazionale e di molte Organizzazioni. Occorre pertanto individuare proposte e progetti precisi per risolverne le cause strutturali”.
“La festa del Corpus Domini – ha poi conluso -ispiri ed alimenti sempre più in ciascuno di noi il desiderio e l’impegno per una società accogliente e solidale. Deponiamo questi auspici nel cuore della Vergine Maria, Donna eucaristica. Ella susciti in tutti la gioia di partecipare alla Santa Messa, specialmente nel giorno di domenica, e il coraggio gioioso di testimoniare l’infinita carità di Cristo”.
Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato il suo viaggio compiuto ieri in Bosnia Erzegovina, “come pellegrino di pace e di speranza”.
“Ho apprezzato – ha detto fra l’altro - l’impegno di collaborazione e di solidarietà tra persone di religioni diverse, spronando tutti a portare avanti l’opera di ricostruzione spirituale e morale della società. Il Signore benedica Sarajevo e la Bosnia ed Erzegovina”.
Prima dei saluti finali ai pellegrini da tutto il mondo, Francesco ha ricordato che il 12 giugno si celebra la Giornata Mondiale contro il lavoro minorile. “Tanti bambini nel mondo – ha detto - non hanno la libertà di giocare, di andare a scuola, e finiscono per essere sfruttati come manodopera. Auspico l’impegno sollecito e costante della Comunità internazionale per la promozione del riconoscimento fattivo dei diritti dell’infanzia”.
Ma ancora prima ha ricordato che venerdì 12 giugno si celebra la festa del Cuore di Gesù: “Pensiamo – ha detto – a questo amore, a quanto Egli ci ha amato”.