Papa: I santi, uomini e donne che lottano con la preghiera
Alla messa in piazza san Pietro, papa Francesco canonizza 7 nuovi santi dall’Europa e dall’America Latina e Centrale. Fra essi due martiri, il “cura Brochero”, caro al pontefice, e la carmelitana Elisabetta della Trinità. “Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi”. La Giornata mondiale contro la povertà.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “I santi sono uomini e donne che entrano fino in fondo nel mistero della preghiera. Uomini e donne che lottano con la preghiera, lasciando pregare e lottare in loro lo Spirito Santo; lottano fino al limite, con tutte le loro forze, e vincono, ma non da soli: il Signore vince in loro e con loro”. Così papa Francesco ha introdotto la qualità dei sette nuovi santi che sono stati canonizzati oggi alla messa in piazza san Pietro. La facciata della basilica era adornata delle immagini dei nuovi santi: Salomone Leclercq (1745-1792), dei Fratelli delle Scuole Cristiane, martire durante la Rivoluzione francese; Giuseppe Sánchez del Río (1913-1928), un giovane martire del regime anticlericale messicano; Manuel González García (1877-1940), vescovo di Palencia, fondatore dell’Unione Eucaristica Riparatrice e della Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth; Lodovico Pavoni (1784-1849), sacerdote, fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata; Alfonso Maria Fusco (1839-1910), sacerdote, fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista; Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero (1840-1914), sacerdote argentino, molto vicino alla sensibilità di papa Francesco; Elisabetta della Santissima Trinità Catez (1880-1906), monaca carmelitana le cui meditazioni sulla Trinità hanno stupito teologi come Hans Urs von Balthasar.
Nell’omelia, davanti a 80 mila fedeli, il pontefice ha sottolineato diverse volte che con la canonizzazione questi santi e sante “hanno raggiunto la meta, hanno avuto un cuore generoso e fedele, grazie alla preghiera: hanno pregato con tutte le forze, hanno lottato, e hanno vinto”.
Il papa prende spunto dalla preghiera di Mosè durante la battaglia contro gli amaleciti (Esodo 17,8-13), che ha permesso la vittoria del popolo ebreo. Per mantenere alzate le braccia nella preghiera, Mosè veniva sostenuto da Aronne e Cur.
“Questo è lo stile di vita spirituale che ci chiede la Chiesa: non per vincere la guerra, ma per vincere la pace! Nell’episodio di Mosè c’è un messaggio importante: l’impegno della preghiera richiede di sostenerci l’un l’altro. La stanchezza è inevitabile, a volte non ce la facciamo più, ma con il sostegno dei fratelli la nostra preghiera può andare avanti, finché il Signore porti a termine la sua opera”.
“Non si vince la ‘battaglia’ della perseveranza senza la preghiera. Ma non una preghiera sporadica, altalenante, bensì fatta come Gesù insegna nel Vangelo di oggi: «pregare sempre, senza stancarsi mai» (Lc 18,1). Questo è il modo di agire cristiano: essere saldi nella preghiera per rimanere saldi nella fede e nella testimonianza”.
“È vero, ognuno di noi si stanca. Ma non siamo soli, facciamo parte di un Corpo! Siamo membra del Corpo di Cristo, la Chiesa, le cui braccia sono alzate giorno e notte al Cielo grazie alla presenza di Cristo Risorto e del suo Santo Spirito. E solo nella Chiesa e grazie alla preghiera della Chiesa noi possiamo rimanere saldi nella fede e nella testimonianza”.
“Ecco il mistero della preghiera: gridare, non stancarsi, e, se ti stanchi, chiedere aiuto per tenere le mani alzate. Questa è la preghiera che Gesù ci ha rivelato e ci ha donato nello Spirito Santo. Pregare non è rifugiarsi in un mondo ideale, non è evadere in una falsa quiete egoistica. Al contrario, pregare è lottare, e lasciare che anche lo Spirito Santo preghi in noi. È lo Spirito Santo che ci insegna a pregare, che ci guida nella preghiera, che ci fa pregare come figli”.
“Anche questi sette testimoni – ha concluso - che oggi sono stati canonizzati, hanno combattuto la buona battaglia della fede e dell’amore con la preghiera. Per questo sono rimasti saldi nella fede, con il cuore generoso e fedele. Per il loro esempio e la loro intercessione, Dio conceda anche a noi di essere uomini e donne di preghiera; di gridare giorno e notte a Dio, senza stancarci; di lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi, e di pregare sostenendoci a vicenda per rimanere con le braccia alzate, finché vinca la Divina Misericordia”.
Prima della conclusione della messa, papa Francesco ha ringraziato tutti i presenti, fra cui le delegazioni ufficiali di Argentina, Spagna, Francia, Italia, Messico, Paesi d’origine dei nuovi santi. “L’esempio e l’intercessione di questi luminosi testimoni – ha aggiunto il pontefice - sostengano l’impegno di ciascuno nei rispettivi ambiti di lavoro e di servizio, per il bene della Chiesa e della comunità civile”.
Francesco ha anche ricordato che domani si celebra la Giornata mondiale contro la povertà. “Uniamo le nostre forze, morali ed economiche – ha detto - per lottare insieme contro la povertà che degrada, offende e uccide tanti fratelli e sorelle, attuando politiche serie per le famiglie e per il lavoro”.
05/06/2016 11:23