Papa: Gli attentati in Egitto e in Iraq sono un’offesa a Dio e all’umanità
Benedetto esprime il suo dolore per l’uccisione dei fedeli copti ad Alessandria d’Egitto e per le bombe contro le case dei cristiani a Baghdad. Una “strategia di violenze che ha di mira i cristiani”. Il papa chiede che la risposta dei cristiani sia non violenta. Un messaggio per la Chiesa spagnola radunata a Madrid per “La famiglia cristiana, speranza per l’Europa”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Un’offesa “a Dio e all’umanità intera”: così Benedetto XVI ha definito il “grave attentato contro la comunità cristiana copta compiuto ad Alessandria d’Egitto” e le bombe contro le case dei cristiani in Iraq.
Oggi, alla fine della preghiera dell’Angelus, il papa ha detto di aver “appreso con dolore la notizia” sull’uccisione di 21 fedeli copti e il ferimento di altri 70. L’attentato è avvenuto verso la mezzanotte del 31 dicembre un’autobomba [ma per il ministero degli interni è stato un kamikaze] è scoppiata davanti alla chiesa di Tutti i Santi nella città egiziana, facendo strage dei fedeli che stavano uscendo dalla chiesa dopo il rito.
“Questo vile gesto di morte – ha continuato il pontefice - come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno”.
Il papa parla di una vera e propria “strategia di violenze che ha di mira i cristiani”. Proprio in Iraq, dopo il massacro nella cattedrale siro-cattolica di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso a Baghdad, gruppi legati ad al Qaeda hanno rivendicato l’attentato e hanno dichiarato che i cristiani in Medio Oriente sono un “obbiettivo legittimo” perché “essi inquinano” il mondo arabo. Da allora, gruppi di armati hanno ucciso cristiani entrando nelle loro case o, come è avvenuto il 30 dicembre scorso, mettendo bombe davanti alle loro case.
Tale strategia, afferma Benedetto XVI “ha conseguenze su tutta la popolazione”. E in effetti, le violenze verso i cristiani si ripercuotono in totale insicurezza delle società e imbarbarimento della convivenza.
“Prego per le vittime e i familiari – ha detto il pontefice - e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo”. Egli ha anche ricordato la lista di 23 operatori pastorali uccisi nel 2010 in varie parti del mondo (in maggioranza in America Latina), compilata dall’agenzia Fides. “Ad essi – ha aggiunto - va ugualmente il nostro affettuoso ricordo davanti al Signore. Rimaniamo uniti in Cristo, nostra speranza e nostra pace!”.
In precedenza Benedetto XVI ha ricordato ancora una volta il mistero del Natale, come è narrato nel Vangelo di oggi, il prologo di san Giovanni e ha ringraziato “quanti mi hanno inviato messaggi di spirituale vicinanza”.
Parlando poi in lingua spagnola, Benedetto XVI ha espresso un messaggio per la Chiesa spagnola, radunata a Madrid nella Plaza de Colon per celebrare il valore del matrimonio, in un raduno dal tema “La famiglia cristiana speranza per l’Europa”.
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