Papa: Giovanni Paolo II continua a comunicarci il suo amore per Dio e per l'uomo
Un' imponente veglia mariana in piazza san Pietro ha ricordato la "fedeltà" e la "dedizione" del papa polacco a Cristo, alla Chiesa, all'uomo. Benedetto XVI indica nell'annuncio di Cristo "l'eredità spirituale" di Wojtyla e domanda ai giovani di essere "discepoli di Cristo" e "sentinelle del mattino", segni di novità nel terzo millennio. Collegamento televisivo anche con Cracovia.
Città del Vaticano (AsiaNews)- Giovanni Paolo II "continua ad essere presente nella nostra mente e nel nostro cuore; continua a comunicarci il suo amore per Dio e il suo amore per l'uomo; continua a suscitare in tutti, specie nei giovani, l'entusiasmo del bene e il coraggio di seguire Gesù e i suoi insegnamenti". Così Benedetto XVI ha fatto memoria del servo di Dio Giovanni Paolo II a un anno dalla morte, parlando dalla finestra del suo studio, in una piazza san Pietro piena all'inverosimile di fedeli.
Il papa, che alle 21 ha introdotto il rosario organizzato dalla diocesi di Roma, ha preso la parola vicino alle 21.37, la stessa ora in cui l'anno scorso spirava il papa polacco. Oltre 60 mila persone hanno partecipato alla preghiera e alla veglia mariana, intervallata da canti e brani di scritti di Karol Wojtyla.
Tutti i fedeli avevano un flambeau acceso, riempiendo la piazza san Pietro di miriadi di luci. Molti anche gli striscioni, gli arazzi e le bandiere polacche, soprattutto quelli di Wadowice, luogo natale di Giovanni Paolo II. Durante la veglia, i fedeli hanno potuto seguire in diretta una Via Crucis celebrata sul piazzale della curia arcivescovile a Cracovia, presieduta dal card. Stanislaw Dziwisz, ex segretario di papa Wojtyla.
Durante il rosario il papa è rimasto inginocchiato, avvolto dal mantello rosso; alcuni fari illuminavano la sua figura, visibile dalla piazza.
Benedetto XVI ha salutato il card. Ruini, vero animatore della serata, e il card. Dziwisz, insieme a tutta la città di Roma "raccolta per questo emozionante momento di riflessione e di preghiera".
Il papa ha riassunto la vita di Giovanni Paolo II nelle parole "fedeltà" e "dedizione" "fedeltà totale a Dio e dedizione senza riserve alla propria missione di Pastore della Chiesa universale".
Ricordando poi il dono totale di Wojtyla anche durante la lunga malattia, Benedetto XVI ha sottolineato che le sofferenze del papa defunto hanno portato frutto nel mondo: "la sua malattia egli ha detto -affrontata con coraggio ha reso tutti più attenti al dolore umano, ad ogni dolore fisico e spirituale; ha dato alla sofferenza dignità e valore, testimoniando che l'uomo non vale per la sua efficienza, per il suo apparire, ma per se stesso, perché creato e amato da Dio. Con le parole e i gesti il caro Giovanni Paolo II non si è stancato di indicare al mondo che se l'uomo si lascia abbracciare da Cristo, non mortifica la ricchezza della sua umanità; se a Lui aderisce con tutto il cuore, non gli viene a mancare qualcosa. Al contrario, l'incontro con Cristo rende la nostra vita più appassionante".
E quasi a svelare il motivo per cui tante persone ancora oggi lo ricordano, segnate dalla sua testimonianza, Benedetto XVI ha aggiunto: "Proprio perché si è avvicinato sempre più a Dio nella preghiera, nella contemplazione, nell'amore per la Verità e la Bellezza, il nostro amato Papa ha potuto farsi compagno di viaggio di ognuno di noi e parlare con autorevolezza anche a quanti sono lontani dalla fede cristiana".
Nella conclusione, Benedetto XVI ha invitato tutti ad accogliere con decisione "l'eredità spirituale" che il papa Giovanni Paolo II ha lasciato, sottolineando soprattutto il coraggio della testimonianza e della missione: "Nel primo anniversario del suo ritorno alla Casa del Padre - ha detto Benedetto XVI - siamo invitati questa sera ad accogliere nuovamente l'eredità spirituale che egli ci ha lasciato; siamo stimolati, tra l'altro, a vivere ricercando instancabilmente la Verità che sola appaga il nostro cuore. Siamo incoraggiati a non aver paura di seguire Cristo, per recare a tutti l'annuncio del Vangelo, che è fermento di una umanità più fraterna e solidale".
Una "eredità" speciale è lasciata ai giovani. Proprio loro che lo scorso anno hanno accompagnato l'agonia di Wojtyla con una veglia continua in piazza san Pietro, e che lo hanno seguito in molte Giornate della Gioventù, sono chiamati ad essere discepoli di Cristo e segni di novità nel terzo millennio: "Giovanni Paolo II ha concluso il papa - ci aiuti dal cielo a proseguire il nostro cammino, restando docili discepoli di Gesù per essere, come egli stesso amava ripetere ai giovani, "sentinelle del mattino" in questo inizio del terzo millennio cristiano".
Un messaggio particolare è stato rivolto in polacco ai fedeli della Polonia in collegamento con Roma. Mentre molte bandiere bianco-rosse sventolavano nella piazza, Benedetto XVI ha detto: "Uniamoci in spirito con i polacchi che si sono radunati a Cracovia, a Varsavia e negli altri luoghi per la veglia. È vivo in noi il ricordo di Giovanni Paolo II e non si spegne il senso della sua spirituale presenza. La memoria del particolare amore che nutriva per i suoi connazionali sempre sia per voi la luce sulla via verso Cristo. "Rimanete forti nella fede". Vi benedico di cuore".
Prima di concludere con la benedizione, Benedetto XVI ha chiesto per tutti l'intercessione di Maria "la Madre del Redentore, verso la quale egli [Giovanni Paolo II] nutrì sempre tenera devozione".
Dalla Polonia, in collegamento televisivo, il card. Dziwisz, ha ringraziato il papa per le parole su Wojtyla, e ha detto che tutta la devozione e l'affetto per Giovanni Paolo II si stanno riversando da un anno su Benedetto XVI, testimone di una "grande pagina di Vangelo".
03/04/2006