Papa: Genitori ed educatori, strumenti “di quell’amore con cui Gesù abbraccia i più piccoli”
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Oggi chiediamo al Signore che tutti i genitori e gli educatori del mondo, come anche l’intera società, si facciano strumenti di quell’accoglienza e di quell’amore con cui Gesù abbraccia i più piccoli. Egli guarda nei loro cuori con la tenerezza e la sollecitudine di un padre e al tempo stesso di una madre”.
E’ l’invocazione e l’invito che papa Francesco ha espresso prima della preghiera dell’Angelus insieme ai pellegrini radunati in piazza san Pietro, subito dopo la messa che ha inaugurato il Sinodo sulla famiglia.
I “piccoli” di cui il papa parla sono anzitutto i bambini e i rifugiati: “Penso a tanti bambini affamati, abbandonati, sfruttati, costretti alla guerra, rifiutati. È doloroso vedere le immagini di bambini infelici, con lo sguardo smarrito, che scappano da povertà e conflitti, bussano alle nostre porte e ai nostri cuori implorando aiuto. Il Signore ci aiuti a non essere società-fortezza, ma società-famiglia, capaci di accogliere, con regole adeguate, ma accogliere, accogliere sempre, con amore”.
Anche nella messa appena terminata il pontefice aveva parlato della missione della Chiesa “nella carità”, “con le porte aperte ad accogliere chiunque bussa chiedendo aiuto e sostegno; di uscire dal proprio recinto verso gli altri con amore vero, per camminare con l’umanità ferita, per includerla e condurla alla sorgente della salvezza”.
Il papa ha chiesto a tutti i presenti di “sostenere con la preghiera i lavori del Sinodo, affinché lo Spirito Santo renda i Padri Sinodali pienamente docili alle sue ispirazioni”.
“I Padri Sinodali – ha spiegato - provenienti da ogni parte del mondo e riuniti intorno al Successore di Pietro, rifletteranno per tre settimane sulla vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nella società, per un attento discernimento spirituale e pastorale. Terremo lo sguardo fisso su Gesù per individuare, sulla base del suo insegnamento di verità e di misericordia, le strade più opportune per un impegno adeguato della Chiesa con le famiglie e per le famiglie, perché il disegno originario del Creatore sull’uomo e la donna possa attuarsi e operare in tutta la sua bellezza e la sua forza nel mondo di oggi”.
Dopo la preghiera mariana, Francesco ha ricordato che ieri, a Santander, in Spagna, sono stati proclamati beati Pio Heredia e diciassette compagni e compagne dell’Ordine cistercense della stretta osservanza e di san Bernardo, uccisi per la loro fede durante la guerra civile spagnola e la persecuzione religiosa degli anni ’30 del secolo scorso. “Lodiamo il Signore – ha aggiunto - per questi suoi coraggiosi testimoni e, per loro intercessione, supplichiamolo di liberare il mondo dal flagello della guerra”.
Il papa ha poi espresso “solidarietà concreta” per le vittime della frana a Cambray in Guatemala (69 morti e 350 dispersi), e per quelle dell’alluvione a Cannes e Nizza, nella Francia del sud (con almeno 12 morti).