Papa: Che a nessuno venga mai a mancare la tenerezza e la consolazione di Dio
Città del Vaticano (AsiaNews) – La tenerezza e la consolazione di Dio “non manchino mai a nessuno. Dio ci ama di un amore gratuito, senza limiti, senza attendersi nulla in cambio… A Dio non piace il pelagianesimo o lo gnosticismo”. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia della messa celebrata in san Pietro per la festa della Beata Vergine di Guadalupe, patrona dell’America Latina. Al termine della quale ha annunciato, per il prossimo febbraio 2016, una visita in Messico “per pregarla nel suo santuario”.
Dio, dice Francesco, “ci ama tanto da gioire e compiacersi insieme a noi. Ci ama di un amore gratuito, senza limiti, senza attendersi nulla in cambio. Non gli piace il pelagianesimo… Questo amore misericordioso è l’attributo più sorprendente di Dio, la sintesi in cui è condensato il messaggio evangelico, la fede della Chiesa”.
La parola “misericordia”, spiega ancora, “è composta da due parole distinte: miseria e cuore. Il cuore indica la capacità di amare; la misericordia è l’amore che abbraccia la miseria della persona umana. È un amore che “sente” la nostra indigenza come se fosse propria, con lo scopo di liberarcene. “In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.” (1 Jn 4,9-10)”.
Il Verbo “si fece carne… A Dio non piace neanche lo gnosticismo… Con l’intenzione di condividere tutte le nostre fragilità. Con l’intenzione di sperimentare la nostra condizione umana, fino a farsi carico con la Croce di tutto il dolore dell’esistenza umana. La profondità della sua compassione e della sua misericordia è così: una fusione per farsi per farsi compagnia e porsi al servizio dell’umanità ferita. Nessun peccato può cancellare la sua vicinanza misericordiosa, né impedirgli di porre in atto la sua grazia di conversione, a condizione che noi la invochiamo”.
Anzi, aggiunge Francesco, “il peccato stesso fa risplendere con maggior forza l'amore di Dio Padre che, per riscattare lo schiavo, ha sacrificato il suo Figlio. Questa misericordia di Dio ci raggiunge con il dono dello Spirito Santo, che nel Battesimo rende possibile, crea e alimenta la nuova vita dei suoi discepoli. Per quanto i peccati del mondo possano essere grandi e gravi, lo Spirito, che rinnova la faccia della terra, rende possibile il miracolo di una vita più umana, piena di gioia e di speranza. Gridiamo anche noi con gioia: ¡Il Signore è il mio Dio e Salvatore!”.
Il Signore è vicino, ci dice l’apostolo Paolo: “Niente ci deve angustiare. E non soltanto. Anche con la sua mamma. Lei diceva perché hai paura? Non sono io qui? E non sono tua madre? La più grande misericordia risiede nel suo essere in mezzo a noi, nello stare in sua presenza e compagnia. Cammina al nostro fianco, ci mostra la strada dell’amore, ci risolleva quando cadiamo, ci sostiene nelle nostre fatiche, ci accompagna in tutte le circostanze della nostra esistenza. Ci apre gli occhi per farci vedere le nostre miserie e quelle del mondo, ma allo stesso tempo ci riempie di speranza. “E la pace di Dio […] custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù” (Flp 4,7)”.
Questa è la fonte della nostra vita serena e felice; “Non c’è nessuno che possa privarci di questa pace e felicità, nonostante le sofferenze e le prove della vita. Il Signore con la sua tenerezza ci apre il suo cuore, ci apre al suo amore, il Signore è allergico alle cose rigide… Coltiviamo questa esperienza di misericordia, di pace e di speranza, nel cammino di Avvento che stiamo percorrendo e alla luce dell’anno giubilare. Annunciare la Buona Novella ai poveri, come Giovanni Battista, compiendo opere di misericordia, è un buon modo di attendere la venuta di Gesù nella Natività. Dobbiamo imitare Lui, che ha dato tutto e si è dato tutto. Questa è la sua misericordia, senza chiedere nulla in cambio”.
In Maria, Dio gioisce e si compiace in modo speciale. Che “la dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio” (Bolla Misericordiae vultus, 24). A Lei, conclude il papa, “chiediamo che questo anno giubilare sia una semina di amore misericordioso nel cuore delle persone, delle famiglie e delle nazioni. Che continui a dirci: sono io qui, la tua madre, madre di misericordia. Che noi ci convertiamo in misericordiosi, e che le comunità cristiane sappiano essere oasi e fonti di misericordia, testimoni di una carità che non ammette esclusioni. Per chiedere questo, in modo forte, andrò a venerarlo nel suo santuario nel prossimo mese di febbraio. Così potrò pregare per questo e per tutta l’America. Noi La supplichiamo affinché guidi i passi del suo popolo americano, popolo pellegrino che cerca la Madre della misericordia e solo le chiedo una cosa: che ci mostri suo Figlio Gesù”.
12/02/2016 15:30