Papa: "Cessi lo spargimento del sangue del fratello!"
Appello per gli ostaggi rapiti in Iraq. "Tristezza" per la situazione della Terrasanta
Città del Vaticano (AsiaNews) Giovanni Paolo II ha chiesto ai rapitori degli ostaggi in Iraq di mostrare "sentimenti di umanità" e "di rendere alle famiglie le persone che sono nelle loro mani". Dopo la preghiera del Regina Caeli, dedicata alla misericordia e al perdono di Cristo per i suoi uccisori, il Papa si è detto "particolarmente vicino con il pensiero e la preghiera alle famiglie di quanti trepidano per la sorte dei loro cari, specie di quanti sono stati presi come ostaggi.
Invito i rapitori a sentimenti di umanità. Li supplico, mentre prego Dio misericordioso per le popolazioni della Terra Santa e dell'Iraq e per tutti coloro che in quelle regioni lavorano per la riconciliazione e la pace". Tre giorni fa un sedicente gruppo delle "Brigate di Maometto" ha ucciso l'ostaggio italiano Fabrizio Quattrocchi. In totale vi sono circa 40 stranieri tenute in ostaggio in Iraq. Ieri sera missili israeliani hanno ucciso a Gaza il capo di Hamas Abdel Aziz Al-Rantisi. Hamas è la fonte principale di tutti gli attentati kamikaze contro popolazione civile e militare in Iraele. Giovanni Paolo II ha detto di seguire "con grande tristezza le notizie tragiche che giungono dalla Terra Santa e dall'Iraq. Cessi lo spargimento del sangue del fratello! Simili atti disumani sono contrari al volere di Dio".
Prima della preghiera del Regina Caeli (che nel tempo pasquale sostituisce l'Angelus), il Papa ha detto:
"Dall'alto della Croce, il Venerdì Santo Gesù ci ha lasciato come suo testamento il perdono: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34). Martoriato e schernito, ha invocato misericordia per i suoi uccisori. Le sue braccia aperte e il suo cuore trafitto sono così diventati il sacramento universale della tenerezza paterna di Dio, che offre a tutti il perdono e la riconciliazione.
Il giorno della risurrezione il Signore, apparendo ai discepoli, li salutò così: "Pace a voi!", e mostrò le mani e il costato con i segni della passione. Otto giorni dopo, come leggiamo nell'odierna pagina evangelica, ritornò ad incontrarli nel Cenacolo e nuovamente disse: "Pace a voi!" (cfr Gv 20,19-26).
La pace è il dono per eccellenza di Cristo crocifisso e risorto, frutto della vittoria del suo amore sul peccato e sulla morte. Offrendo se stesso, immacolata vittima di espiazione sull'altare della Croce, Egli ha riversato sull'umanità l'onda benefica della Divina Misericordia.
Gesù, pertanto, è la nostra pace, perché è la manifestazione perfetta della Divina Misericordia. Egli infonde nel cuore umano, che è un abisso sempre esposto alla tentazione del male, l'amore misericordioso di Dio.
Oggi, Domenica in Albis, celebriamo la Domenica della Divina Misericordia. Il Signore invia anche noi a recare a tutti la sua pace, fondata sul perdono e sulla remissione dei peccati. Si tratta di un dono straordinario, che Egli ha voluto legare al Sacramento della penitenza e della riconciliazione. Quanto ha bisogno l'umanità di sperimentare l'efficacia della misericordia di Dio in questi tempi segnati da crescente incertezza e violenti conflitti!
Maria, Madre di Cristo nostra pace, che sul Calvario ha raccolto il suo testamento d'amore, ci aiuti a essere testimoni e apostoli della sua infinita misericordia.
26/05/2004