17/07/2011, 00.00
VATICANO
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Papa: Appello per la carestia in Somalia e Corno d’Africa

Benedetto XVI chiede a tutta la comunità internazionale soccorsi tempestivi per le popolazioni che fuggono “in cerca di cibo e aiuti”. Il seme del Regno di Dio ha “un’insopprimibile forza vitale” e matura “malgrado tutti gli ostacoli”.
Castel Gandolfo (AsiaNews) – Un appello alla comunità internazionale “per inviare tempestivamente soccorsi” alle popolazioni del Corno d’Africa e Somali colpiti dalla carestia, è stato lanciato da Benedetto XVI al termine della preghiera dell’Angelus insieme ai pellegrini giunti oggi a Castel Gandolfo. “Con profonda preoccupazione – ha detto il papa - seguo le notizie provenienti dalla regione del Corno d’Africa e in particolare dalla Somalia, colpita da una gravissima siccità e in seguito, in alcune zone, anche da forti piogge, che stanno causando una catastrofe umanitaria. Innumerevoli persone stanno fuggendo da quella tremenda carestia in cerca di cibo e di aiuti. Auspico che cresca la mobilitazione internazionale per inviare tempestivamente soccorsi a questi nostri fratelli e sorelle già duramente provati, tra cui vi sono tanti bambini. Non manchi a queste popolazioni sofferenti la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà”.

In precedenza Benedetto XVI ha commentato le parabole “del Regno”, in particolare quelle del seme e del buon grano e della zizzania contenute nel vangelo della messa di oggi (Matteo 13, 24- 43).

“Gesù – spiega il papa - paragona il Regno dei cieli ad un campo di grano, per farci comprendere che dentro di noi è seminato qualcosa di piccolo e nascosto, che, tuttavia, possiede un’insopprimibile forza vitale. Malgrado tutti gli ostacoli, il seme si svilupperà e il frutto maturerà. Questo frutto sarà buono solo se il terreno della vita sarà stato coltivato secondo il volere divino. Per questo, nella parabola del buon grano e della zizzania (Mt 13,24-30), Gesù ci avverte che, dopo la semina fatta dal padrone, ‘mentre tutti dormivano’ è intervenuto ‘il suo nemico’, che ha seminato l’erba cattiva. Questo significa che dobbiamo essere pronti a custodire la grazia ricevuta dal giorno del Battesimo, continuando ad alimentare la fede nel Signore, che impedisce al male di mettere radici. Sant’Agostino, commentando questa parabola, osserva che ‘molti prima sono zizzania e poi diventano buon grano’ e aggiunge: ‘se costoro, quando sono cattivi, non venissero tollerati con pazienza, non giungerebbero al lodevole cambiamento’ (Quaest. septend. in Ev. sec. Matth., 12, 4: PL 35, 1371)”.

Il pontefice ha poi sottolineato la “bontà” di Dio : “il Salmo 85 lo conferma: ‘Tu sei buono, Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi t’invoca’ (v. 5)”.

“Se dunque – ha concluso Benedetto XVI - siamo figli di un Padre così grande e buono, cerchiamo di assomigliare a Lui! Era questo lo scopo che Gesù si prefiggeva con la sua predicazione; diceva infatti a chi lo ascoltava: ‘Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste’ (Mt 5,48). Rivolgiamoci con fiducia a Maria, che ieri abbiamo invocato con il titolo di Vergine Santissima del Monte Carmelo, perché ci aiuti a seguire fedelmente Gesù, e così a vivere da veri figli di Dio”.

Foto: CPP
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