07/04/2024, 13.33
VATICANO
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Papa: 'Fermarsi per trattare'. La speranza di una 'pace giusta e duratura'

"Favorire gesti che rendono possibili i negoziati". Dopo la recita del Regina Caeli Francesco si rivolge ai dirigenti chiedendo di "diminuire la tensione". Il pensiero è per la guerra in Medio Oriente, Palestina e Israele, mentre si teme un'azione da Teheran. Ma anche per la "martoriata Ucraina". Rinnovato l'appello affinché non si rinunci alla "preghiera per la pace". 

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Fermarsi un po’ per trattare, per negoziare”. È l’appello che Papa Francesco ha rivolto oggi, Domenica della Divina Misericordia, ai dirigenti, dalla finestra del Palazzo Apostolico dopo la recita del Regina Caeli. Da una piazza San Pietro assolata la richiesta di lavorare per “diminuire la tensione e favorire gesti che rendono possibili i negoziati”. Il Santo Padre ha chiesto che “lo spirito del Signore Risorto illumini e sostenga” quanti operano in questa direzione. Mentre dal Medio Oriente giunge la notizia del ritiro delle truppe israeliane dal sud della Striscia di Gaza, e si teme una ritorsione di Teheran a seguito del raid ai danni dell’ambasciata iraniana a Damasco.

Parole che seguono la grande preoccupazione del Vescovo di Roma espressa anche all’Udienza generale dello scorso mercoledì, in cui aveva chiesto di evitare ogni “irresponsabile tentativo” di allargare il conflitto. Come era già accaduto nel lungo messaggio Urbi et Orbi letto nel giorno di Pasqua, anche nella domenica in albis, il Pontefice ha richiamato l’urgenza della pace. “Non venga meno la nostra preghiera per la pace. Una pace giusta, duratura. In particolare per la martoriata Ucraina, e per la Palestina e Israele”, ha detto nel proseguo dell’odierno commento conclusivo.

Dopo la recita della preghiera dedicata alla beata Vergine Maria, il primo pensiero è stato rivolto alle vittime di un incidente stradale in Sud Africa. “Desidero ricordare le persone che sono morte - ha detto Papa Francesco -. Preghiamo per loro e per i famigliari”. A fine marzo hanno perso la vita 45 persone; tutte fedeli che si stavano recando alla città di Moria, meta di un noto pellegrinaggio pasquale. Bergoglio ha poi ricordato la Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace, che ieri ricorreva. “Tutti sappiamo quanto praticare uno sport possa educare una società aperta, solidale, senza pregiudizi - ha affermato -. Ma per questo ci vogliono dirigenti e formatori che non puntano solo alla vittoria o al guadagno”. Spiegando che lo sport da promuovere è quello che favorisce e testimonia l’“amicizia sociale” e la “fraternità”. 

Commentando il Vangelo del giorno (Gv 20, 19-31), Papa Francesco ha spiegato che questa seconda domenica di Pasqua è stata intitolata da San Giovanni Paolo II alla Divina Misericordia. Istituita nel 1992 a seguito delle visioni vissute da suor Maria Faustina Kowalska (1905-1938), si tratta di una festività mobile. La Parola che oggi narra dell’incontro al Cenacolo tra Gesù e i discepoli, lì radunati per “timore dei Giudei”, “ci dice che credendo in Gesù, Figlio di Dio, possiamo avere la vita  eterna”, ha detto il Pontefice. Da questo commento si è inoltrato nel significato di “avere la vita”, spiegando che ci sono diverse vie per ottenerla. “C’è chi riduce l’esistenza a una corsa frenetica per godere e possedere tante cose: mangiare e bere, divertirsi, accumulare soldi e roba”, ha detto. Questa però sarebbe una strada che “non sazia il cuore”: percorrendola non è possibile trovare la felicità. Perché non si trova risposta a molti aspetti “come, ad esempio, l’amore, le esperienze inevitabili del dolore, del limite e della morte”, ha aggiunto. 

La “pienezza di vita”, dice il brano dell’evangelista Giovanni, “si realizza in Gesù”. Come i discepoli incontrano Cristo nel “momento di vita più tragico”, chiunque può fare esperienza della sua presenza. “Basta fissare lo sguardo su Gesù crocifisso e risorto, incontrarlo nei Sacramenti e nella preghiera, riconoscerlo presente, credere in Lui - ha continuato Bergoglio -, lasciarsi toccare dalla sua grazia e guidare dal suo esempio, sperimentare la gioia di amare come Lui”. Così facendo è possibile “avere la vita”, quella che Gesù testimonia con la “potenza della resurrezione”, con la “sua vittoria sul peccato”. Papa Francesco ha infine rivolto alcune domande ai fedeli radunati in piazza San Pietro. “Mi lascio coinvolgere nella relazione con Lui? E mi lascio spingere da Lui ad amare i fratelli e le sorelle e a sperare ogni giorno?”.

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