25/08/2024, 13.30
VATICANO
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Papa su Ucraina all'Angelus: 'Timore per la libertà di chi prega'

Francesco ha esortato alla pace in Medio Oriente e in Ucraina, criticando la legge ucraina che limita la libertà religiosa: "Le Chiese non si toccano". Espressa preoccupazione per l'epidemia di vaiolo delle scimmie nella Repubblica Democratica del Congo. Solidarietà al popolo del Nicaragua oppresso dal regime di Ortega.

Città del Vaticano (AsiaNews) - “Continuiamo a pregare perché si ponga fine a tante guerre: Palestina, Israele, nel Myanmar, e in altre regioni. I popoli chiedono pace. Preghiamo perché il Signore ci dia a tutti la pace”. Torna forte dopo la recita dell’ultimo Angelus del mese di agosto di questa mattina l’appello di Papa Francesco, che invoca la pace e chiede la cessazione delle violenze nel mondo, nelle ore in cui Israele ha sferrato un attacco preventivo alle postazioni di Hezbollah in Libano, al quale è seguito in risposta il lancio di 320 razzi verso 11 siti israeliani. Azioni che destano timori per la già vacillante stabilità della regione. Questa mattina il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto di sicurezza. 

Il Santo Padre dalla finestra del Palazzo Apostolico Vaticano ha anche affermato di seguire con dolore “i combattimenti in Ucraina e nella Federazione Russa”. Sugli ultimi sviluppi di questo fronte, si è detto preoccupato per “per la libertà di chi prega”. Infatti, in Ucraina è diventato legge il testo che, stando alle parole di Volodymyr Zelensky, rafforza l’“indipendenza spirituale”, andando di fatto contro la Chiesa ucraina legata al Patriarcato di Mosca. “Chi prega veramente prega sempre per tutti. Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato”, ha commentato Bergoglio. La nuova legge è stata approvata con 265 voti a favore e 25 contrari. “Si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente, nessuna Chiesa cristiana. Le Chiese non si toccano”, ha aggiunto.

Questa mattina il Papa ha condiviso anche l’apprensione per l’aggravarsi dell’epidemia di vaiolo delle scimmie, iniziata nella Repubblica Democratica del Congo nel settembre 2023; si registra infatti un aumento dei casi. “Desidero manifestare la mia solidarietà alle migliaia di persone colpite dal vaiolo delle scimmie che costituisce ormai un’emergenza sanitaria globale”, ha detto Francesco, che ha affermato anche di pregare per le persone contagiate. “Esprimo la mia vicinanza alle Chiese locali dei Paesi più colpiti da questa malattia. E incoraggio i governi e le industrie private a condividere la tecnologia e i trattamenti disponibili affinché a nessuno manchi l’adeguata assistenza medica”, ha aggiunto, rimarcando la centralità del diritto alla salute per tutti. 

Inoltre, dopo la recita della preghiera mariana Papa Francesca ha ricordato il popolo del Nicaragua, stretto dalle opprimenti iniziative del presidente Ortega, che ha ampliato il controllo pubblico anche alle attività religiose. “Vi incoraggio a rinnovare la vostra speranza in Gesù. Ricordate che lo Spirito Santo guida sempre la Storia verso progetti più alti. La Vergine Immacolata vi protegga nei momenti della prova. E vi faccia sentire la sua tenerezza materna”, ha detto. Si sono infatti registrati arresti di religiosi, espulsioni, e l’introduzione di una tassa sugli introiti derivanti dalla donazioni dei fedeli. “La Madonna accompagni l’amato popolo del Nicaragua”, ha affermato. 

Prima delle recita dell’Angelus, Bergoglio ha commentato il Vangelo del giorno (Gv 6, 60-69). In particolare, la riflessione è ruotata intorno alle parole di Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6,68). “È un’espressione bellissima, che testimonia l’amicizia, testimonia la fiducia che lo legano al Cristo, assieme agli altri discepoli”, ha detto Papa Francesco. Un’amicizia difficile da vivere, in quanto “le scelte di Gesù spesso vanno oltre la mentalità comune, oltre i canoni stessi della religione istituzionale e delle tradizioni, al punto da creare situazioni provocatorie e imbarazzanti”. Una sfida che riguarda tutte le persone fedeli anche oggi, che è possibile affrontare, nonostante le difficoltà. “Più gli stiamo vicini – più aderiamo al suo Vangelo, riceviamo la sua grazia nei Sacramenti, stiamo in sua compagnia nella preghiera, lo imitiamo nell’umiltà e nella carità –, più sperimentiamo la bellezza di averlo come Amico, e ci rendiamo conto che solo Lui ha parole di vita eterna”.

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