Papa in Bulgaria: terra di convivenza tra persone e fedi
Al suo arrivo a Sofia, Francesco sottolinea la tradizione di accoglienza del Paese delle rose, legato al ricordo di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. “Qui la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, una ricchezza, e non come motivo di contrasto”.
Sofia (AsiaNews) – La Bulgaria è terra di incontro e di convivenza tra tradizioni e fedi, ponte tra l’Europa del sud e quella dell’est, patria di Cirillo e Metodio i fratelli considerati santi sia dai cattolici che dagli ortodossi, proclamati da Giovanni Paolo II compatroni d’Europa, in quanto evangelizzatori dei popoli slavi. Lo ha ricordato papa Francesco, giunto a Sofia stamattina, nel discorso rivolto ad autorità, rappresentanti della società civile e i diplomatici, dopo l’incontro con il presidente della Repubblica Rumen Radev, nel Palazzo presidenziale, nel quale si è svolta la cerimonia di benvenuto (nella foto).
“Siano benedetti – ha detto il Papa - i Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa, che con le loro preghiere, il loro ingegno e la loro concorde fatica apostolica ci sono di esempio e rimangono, a distanza di più di un millennio, ispiratori di dialogo fecondo, di armonia, di incontro fraterno tra le Chiese, gli Stati e i popoli! Possa il loro fulgido esempio suscitare numerosi imitatori anche ai nostri giorni e far sorgere nuovi percorsi di pace e di concordia!”.
Francesco ha ricordato che questo Paese è legato al ricordo di Giovanni XXIII: l’allora mons. Roncalli, infatti, nel Paese delle rose fu prima visitatore apostolico e poi delegato tra il 1925 e il 1934. “Questi – ha ricordato Francesco - portò sempre nel cuore sentimenti di gratitudine e di profonda stima per la vostra Nazione, al punto da affermare che, dovunque si fosse recato, la sua casa vi sarebbe stata sempre aperta, senza bisogno di dire se cattolico o ortodosso, ma solo: fratello di Bulgaria”.
“Qui - ha sottolineato - la diversità, nel rispetto delle specifiche peculiarità, è vista come un’opportunità, una ricchezza, e non come motivo di contrasto”.
Oggi, ha proseguito, “a trent’anni dalla fine del regime totalitario che ne imprigionava la libertà e le iniziative, la Bulgaria si trova ad affrontare le conseguenze dell’emigrazione, avvenuta negli ultimi decenni, di più di due milioni di suoi concittadini alla ricerca di nuove opportunità di lavoro. Nel medesimo tempo la Bulgaria – come tanti altri Paesi del vecchio continente – deve fare i conti con quello che può essere considerato come un nuovo inverno: quello demografico, che è sceso come una cortina di gelo su tanta parte dell’Europa, conseguenza di una diminuzione di fiducia verso il futuro. Il calo delle nascite, dunque, sommandosi all’intenso flusso migratorio, ha comportato lo spopolamento e l’abbandono di tanti villaggi e città. Inoltre, la Bulgaria si trova a confrontarsi con il fenomeno di coloro che cercano di fare ingresso all’interno dei suoi confini, per sfuggire a guerre e conflitti o alla miseria, e tentano di raggiungere in ogni modo le aree più ricche del continente europeo, per trovare nuove opportunità di esistenza o semplicemente un rifugio sicuro”.
“Il vostro Paese – ha concluso - si è sempre distinto come un ponte fra est e ovest, capace di favorire l’incontro tra culture, etnie, civiltà e religioni differenti, che da secoli hanno qui convissuto in pace. Lo sviluppo, anche economico e civile, della Bulgaria passa necessariamente attraverso il riconoscimento e la valorizzazione di questa sua specifica caratteristica. Possa questa terra, delimitata dal grande fiume Danubio e dalle sponde del mar Nero, resa fertile dall’umile lavoro di tante generazioni e aperta agli scambi culturali e commerciali, integrata nell’Unione Europea e dai solidi legami con Russia e Turchia, offrire ai suoi figli un futuro di speranza”
14/05/2017 12:13
30/01/2019 10:34