Papa in Bulgaria: la pace esige e chiede che facciamo del dialogo una via
Nell’Incontro per la pace, con esponenti ortodossi, ebrei, protestanti, armeni, musulmani, Francesco chiede che tutti cooperino alla realizzazione del “diritto umano” alla pace, “gli esponenti delle religioni, della politica, della cultura. Ciascuno là dove si trova”.
Sofia (AsiaNews) – Fare della pace “una via” e un diritto umano per il quale cooperino uomini delle religioni, della politica, della cultura. E’ l’invocazione con la quale papa Francesco ha concluso, stasera, un Incontro per la pace (nella foto) che ha visto riuniti esponenti ortodossi, ebrei, protestanti, armeni, musulmani e cattolici al centro di Sofia, là dove sorgeva la città romana di Serdica.
Una cerimonia, svoltasi in parte sotto una pioggia sottile, che sulla falsariga di quelle per la pace svoltesi ad Assisi, ha visto Francesco e gli esponenti delle altre religioni e tradizioni insieme su un palco con al centro un cero con il logo della visita del Papa, una pianta d’ulivo come simbolo di pace e le rose, simbolo della Bulgaria. Dopo la lettura del Cantico delle creature di San Francesco e la recita del Salmo 122, sono stati accesi un cero e sei fiaccole a simboleggiare le confessioni religiose presenti. Quindi, dopo le preghiere dei diversi esponenti religiosi è stata recitata la preghiera di San Francesco, al termine della quale Francesco ha parlato del comune impegno per la preghiera.
“Abbiamo pregato – ha detto - per la pace con parole ispirate a San Francesco di Assisi, grande innamorato di Dio Creatore e Padre di tutti. Amore che egli ha testimoniato con la stessa passione e sincero rispetto verso il creato ed ogni persona che incontrava sul suo cammino”. “Amore che lo portò ad essere un autentico costruttore di pace. Anche ciascuno di noi, sulle sue orme, è chiamato a diventare un costruttore, un ‘artigiano’ di pace. Pace che dobbiamo implorare e per la quale dobbiamo lavorare, dono e compito, regalo e sforzo costante e quotidiano per costruire una cultura in cui anche la pace sia un diritto fondamentale. Pace attiva e ‘fortificata’ contro tutte le forme di egoismo e di indifferenza che ci fanno anteporre gli interessi meschini di alcuni alla dignità inviolabile di ogni persona. La pace esige e chiede che facciamo del dialogo una via, della collaborazione comune la nostra condotta, della conoscenza reciproca il metodo e il criterio (cfr Documento della fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019) per incontrarci in ciò che ci unisce, rispettarci in ciò che ci separa e incoraggiarci a guardare il futuro come spazio di opportunità e di dignità, specialmente per le generazioni che verranno”.
“Noi questa sera siamo qui a pregare davanti a queste fiaccole portate dai nostri bambini. Esse simboleggiano il fuoco dell’amore che è acceso in noi e che deve diventare un faro di misericordia, di amore e di pace negli ambienti in cui viviamo. Un faro che vorremmo illuminasse il mondo intero. Con il fuoco dell’amore noi vogliamo sciogliere il gelo delle guerre. Stiamo vivendo questo evento per la pace sulle rovine dell’antica Serdika, a Sofia, cuore della Bulgaria. Noi possiamo vedere da qui i luoghi di culto di diverse Chiese e Confessioni religiose: Santa Nedelia dei nostri fratelli ortodossi, San Giuseppe di noi cattolici, la sinagoga dei nostri fratelli maggiori gli ebrei, la moschea dei nostri fratelli musulmani e, vicino, la chiesa degli armeni”.
“In questo luogo, per secoli, convergevano i bulgari di Sofia appartenenti a vari gruppi culturali e religiosi, per incontrarsi e discutere. Possa questo luogo simbolico rappresentare una testimonianza di pace. In questo momento, le nostre voci si fondono e all’unisono esprimono l’ardente desiderio della pace: la pace si diffonda in tutta la terra! Nelle nostre famiglie, in ognuno di noi, e specialmente in quei luoghi dove tante voci sono state fatte tacere dalla guerra, soffocate dall’indifferenza e ignorate per la complicità schiacciante di gruppi di interesse. Tutti cooperino alla realizzazione di questa aspirazione: gli esponenti delle religioni, della politica, della cultura. Ciascuno là dove si trova, svolgendo il compito che gli spetta può dire: ‘Fa’ di me uno strumento della tua pace’. È l’auspicio che si realizzi il sogno del papa San Giovanni XXIII, di una terra dove la pace sia di casa. Seguiamo il suo desiderio e con la nostra vita diciamo: Pacem in terris! Pace sulla terra a tutti gli uomini amati dal Signore”.
06/05/2019 11:12
05/05/2019 10:36